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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Il fascino indiscreto della Borghesia

Il “fenomeno Alessandro Borghese” a Bassano. Il popolo di cacciatori di foto e di selfie per i social in fibrillazione per l’apparizione in città del noto telechef di Sky

Pubblicato il 05-04-2023
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Mi arrendo. Alzo bandiera bianca.
Mi ero ripromesso di non scrivere niente sull’arrivo di Alessandro Borghese a Bassano per la registrazione delle puntate in riva al Brenta del suo cooking show su Sky “4 Ristoranti”.
Gli chef televisivi rappresentano quanto di più lontano dai miei interessi - e so bene di appartenere a una minoranza retrograda e in via di estinzione -, ma quando “l’apparizione” di una star dei fornelli diventa un fenomeno sociale (e in questo caso anche social) diventa anche meritoria di attenzione giornalistica.

Alessandro Borghese al Danieli (foto Alessandro Tich)

Tra articoli di stampa e post sui social, in questi giorni sono infatti letteralmente circondato dalle manifestazioni della Borghesite acuta che ha contagiato la città.
Questa mattina ho scrollato velocemente su Facebook e sono stato sopraffatto dai selfie dei miei “amici” (limitandomi solo a quelli) auto-immortalatisi con il volto noto dei telefornelli.
Chi in bicicletta, chi a piedi, chi come volete voi: ogni situazione è buona per la social exhibition.
Nel pomeriggio è comparso anche un post del sindaco Elena Pavan che dopo aver scattato e pubblicato ieri mattina una foto del furgone della produzione di “4 Ristoranti”, fomentando il clima di attesa per l’arrivo del cuoco con gli occhiali, oggi è riuscita ad avvicinare Borghese in piazza Libertà, facendosi fotografare con lui con espressione estasiata e postando sulla sua pagina Fb la scritta: “Alla fine l’ho incontrato anche io!”.
“Like” di oltre 200 persone in meno di un’ora, tanto per farvi capire l’emozione che genera una notizia del genere.
È insomma una corsa al clic nervoso, frutto dell’ansia da prestazione di riuscire a fermare il tempo per un attimo in compagnia del vip delle telecamere in cucina.
Vi trovo conferma nell’articolo di oggi del Giornale di Vicenza, intitolato “Quattro ristoranti, la sfida vera è farsi un selfie con Borghese”.
Il quotidiano pubblica la foto di un nugolo di persone davanti all’entrata di Ottone, il primo ristorante visitato ieri a pranzo dalla star Tv e dalla sua troupe. Didascalia della foto: “Davanti a Ottone. Fan di tutte le età in attesa davanti a set.” In attesa di che? Ma dell’autografo e del selfie col volto noto televisivo, ovviamente.
Il Giornale rivela anche le quattro tappe del programma delle riprese: ieri per l’appunto da Ottone, oggi al Danieli, domani Al Ponte e dopodomani, venerdì, finale al Terraglio.
I “4 Ristoranti” prescelti per una gara cittadina a base di Asparago Bianco di Bassano.
Ma precisa anche che in centro storico la produzione televisiva è assolutamente blindata e che gli addetti “fanno la voce grossa” nei confronti di chi cerca di immortalare col telefonino il conduttore del cooking show.
In realtà, come vedrò oggi, nulla può opporsi alla bramosia degli smartphone.
È per questo che la Borghesite acuta rappresenta un fenomeno sociale, perché l’accoglienza da rockstar riservata a un cuoco televisivo - per quanto solitamente se ne pensi - non è assolutamente scontata.

Ormai undici anni fa (era il 6 novembre 2012) mi è capitato infatti di assistere di persona all’“apparizione” a Bassano di Gianfranco Vissani, all’epoca in auge come chef televisivo, al quale - per una combinazione di situazioni che non ricordo - io ho fatto da cicerone in giro per la città. Vissani, non proprio un prototipo di cordiale simpatia, doveva registrare una puntata della sua trasmissione gastronomico-turistica “Ti ci porto io”, in onda su La7, affiancato da Michela Rocco di Torrepadula.
Visto che avevo avuto l’insolita occasione di trascorrere con lui una buona mezza giornata, il giorno prima della messa in onda della trasmissione ci avevo scritto ovviamente anche un articolo, quando non scrivevo ancora come scrivo oggi e quando non facevo ancora i titoli alla Tich
(www.bassanonet.it/territorio/12228-bassano_del_grappa_ti_ci_porto_io_.html) ed è finita là.
Ma non mi ricordo, durante il giro per Bassano con Vissani, di avere assistito alle scene di pubblico visibilio generate in questi giorni in città dal telechef capellone di Sky.
Non dico che Vissani a Bassano sia passato inosservato, ci mancherebbe, tuttavia l’indiscutibile successo intergenerazionale di Borghese mi fa riflettere su che cosa significhi realmente “essere personaggi” del grande Circo Barnum mediatico: questione di carattere, di sapersi rapportare con le persone, di modo di esporsi e di esprimersi, di auto-promozione d’immagine e, nel suo caso, anche di look.

Alle 12.30 di oggi mi reco come quasi ogni giorno in redazione, decidendo però di passare per piazza Garibaldi, dove si trova il Caffè Danieli, per vedere coi miei occhi l’aria che tira.
C’è un capannello di persone che staziona nei pressi del locale, in mezzo alla piazza, replicando la scena verificatasi ieri davanti a Ottone.
E col mio solito… anzi con la mia solita fortuna giornalistica, arrivo proprio nel momento in cui Alessandro Borghese, inconfondibile nonostante gli occhiali scuri, compare assieme a due componenti della produzione in vicolo San Bassiano proveniente da piazza Libertà.
Clic! La foto è fatta. Al popolo di cacciatori di foto di Borghese a Bassano, volente o nolente, mi aggiungo così anch’io.
Il passo dello chef televisivo è svelto, non propenso alle soste intermedie per autografi o amenità del genere. Passando in velocità per il plateatico esterno del Danieli, si rivolge alle persone sedute ai tavolini sotto il sole: “Bella vita, bella vita ragazzi!”.
Una coppia di Arditi del Grappa riesce comunque ad avvicinarsi al celebrato telecuoco e a chiedere e ottenere un selfie con lui. Roba di pochi secondi da consegnare alla storia.
Poi Borghese prosegue di gran carriera e imbocca la porta laterale del Danieli per andare a registrare la trasmissione.
Alle 13.40 rimetto piede in piazza Garibaldi sulla via del quinto ristorante (casa mia, per la pausa pranzo) e nel frattempo il capannello di persone si è trasformato in un grande cerchio magico di curiosi. Tutti posizionati attorno, ad ampio raggio, ad una scena di riprese esterne con Borghese pronto a registrare davanti agli scalini tra il Danieli e San Francesco, mentre la troupe della trasmissione regola il traffico dei presenti senza tanti convenevoli (“sotto il portico, via, per favore, grazie!”).
Ci sono soprattutto tanti ragazzi e ragazzini (ma non solo) con gli smartphone in fibrillazione, come da regolare rito telemediatico. Vari gruppi di astanti si sarebbero poi dati il cambio davanti al Danieli per tutto il pomeriggio, col furgone di “4 Ristoranti” parcheggiato in via San Bassiano.
È il rituale consolidato di una piccola città che s’illumina d’immenso ogni qual volta la fanno comparire in una Tivvù nazionale, come la puntata dell’anno scorso di MasterChef Italia sul Ponte insegna. Dove, in occasioni come queste, il richiamo della curiosità si trasforma in liturgia collettiva. Facendo emergere - per stravolgere il titolo del celebre film di Luis Buñuel - il fascino indiscreto della Borghesia.

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