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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

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Attualità

Villa Tempesta

Bufera sull’Isacc. Sindaco e maggioranza rompono col Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo, nominato dall’amministrazione comunale: “Non c’è più fiducia sul suo modo di lavorare”. Due membri del CdA si sono già dimessi

Pubblicato il 22-02-2023
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Brassaï. L’occhio di Parigi

La situazione va a rotoli.
E, parlando di rotoli, mi astengo per buona creanza dall’aggiungere l’automatica associazione di idee.
È la situazione dell’istituto Isacc che amministra e gestisce la Casa di Riposo di Bassano, nelle due sedi di Residenza Pazzaglia-Basso-Sturm e Villa Serena. La quale, visti gli ultimi sviluppi del caso, potrebbe benissimo chiamarsi Villa Tempesta.

La conferenza stampa in municipio (foto Alessandro Tich)

La gestione dell’istituto si trova infatti al centro di una bufera degenerata oggi in una dichiarazione di sfiducia nei confronti del CdA dell’ente da parte dell’amministrazione comunale, che quello stesso CdA, a norma di statuto, aveva nominato all’inizio del proprio mandato amministrativo.
Il sindaco Elena Pavan convoca la stampa in municipio per rendere alcune comunicazioni al riguardo. Non è da sola: ci sono anche l’assessore al Sociale Mavì Zanata, la presidente della IV commissione consiliare “Sociale” Lucia Fincato e i tre capigruppo di maggioranza Roberto Gerin (Lega), Ilaria Brunelli (#PavanSindaco) e Chiara Tessarollo (Forza Italia-Cittadini di Bassano).
Non c’è la capogruppo di Impegno per Bassano Marina Bizzotto. Come mai?
Elementare, Watson: uno dei membri del CdA dell’Isacc, Giuseppe Balestrieri, è un componente del direttivo della lista civica.
“Il precedente CdA aveva commissionato una relazione sul rapporto coi dipendenti che presentava delle criticità - riferisce il sindaco -. Appena insediati, abbiamo nominato il nuovo CdA a cui abbiamo chiesto di sistemare l’ente, ma soprattutto di mantenere il focus sul servizio agli ospiti e ai loro familiari come prioritario.”
Morale della favola: sotto il profilo amministrativo il nuovo CdA ha sistemato le cose “in maniera non indolore, soprattutto con i sindacati che hanno richiesto più volte la conciliazione in Prefettura” e l’ente è stato rimesso in ordine.
“Ma per l’altro 50% della sua attività - incalza Elena Pavan - il compito non è stato assolto e si è creato un rapporto difficile con numerose segnalazioni dei familiari su un servizio non all’altezza”.

La faccia nascosta della Luna è rappresentata dal fatto che la necessità richiesta al Consiglio di Amministrazione dall’amministrazione comunale “di mantenere prioritario il focus sul servizio agli ospiti e ai loro familiari” è andata a farsi benedire.
Fino allo scorso gennaio, quando “la situazione è precipitata con due decisioni del CdA non condivise con i familiari e con la città”.
La prima è la delibera di incarico a un avvocato affinché proceda allo studio di fattibilità della trasformazione dell’Isacc da istituto pubblico a ente con personalità giuridica privata.
La seconda riguarda l’improvviso e clamoroso aumento delle rette, che ha trasformato di fatto gli utenti della Casa di Riposo in tasche da svuotare.
Gli ospiti in regime privatistico, e cioè non beneficiari dell’impegnativa della Regione con relativo contributo integrativo regionale, si sono visti impennare il costo della loro permanenza in Casa di Riposo da 350 fino a 1500 euro al mese, già prelevati via RID bancario dai conti correnti dei familiari lo scorso 10 febbraio.
L’impennata delle rette è stata dovuta anche alla decisione di scorporare gli interventi medici specialistici (fisioterapista, logopedista, eccetera) e le spese di lavanderia, che prima erano compresi nella retta anche per gli ospiti in regime privatistico, come costi extra da aggiungere alla retta stessa.
Gli aumenti sono diventati esecutivi subito, ad appena una settimana dalla delibera che li ha decisi. Senza preavviso e senza un percorso preliminare di informazione e di coinvolgimento delle famiglie.
“Lo scorso 22 dicembre - rivela il sindaco - il CdA è venuto in giunta e non aveva ancora idea degli aumenti delle rette essendo in fase di comprensione di calcolo. Con i due provvedimenti di gennaio è mancata la spiegazione dei problemi dell’Ipab a cui cercavano di dare soluzione. Sono state due delibere a bruciapelo, in commissione Sociale abbiamo contestato la mancanza di spiegazioni agli interlocutori: alle famiglie, ai dipendenti, all’amministrazione e alla città.”

Da alcune settimane la situazione dell’Isacc ha generato “riflessioni interne in seno alla maggioranza” e l’altro ieri sera il sindaco Pavan, il vicesindaco Zonta e l’assessore al Sociale Zanata hanno nuovamente incontrato il CdA a porte chiuse.
“L’amministrazione non può riporre fiducia nel loro modo di lavorare - dichiara testualmente il sindaco -. Non si possono prendere determinate decisioni senza condividere un percorso diverso e dilazionato.”
Nel frattempo il clima di sfiducia nei confronti del Consiglio di Amministrazione dell’ente ha generato le sue prime conseguenze. Ieri mattina sono state protocollate, sia in Comune che all’Isacc, le dimissioni di due componenti del CdA: Antonio Iavernaro e Giovanni Mario Meneghetti, entrambi medici di professione.
“Sono i due consiglieri che hanno sempre portato avanti il mandato dell’amministrazione comunale sull’attenzione prioritaria agli ospiti e alle famiglie - precisa Pavan -. Il loro malessere parte da lontano.”
Nel CdA della Casa di Riposo restano pertanto in tre: il presidente Clemente Peserico, il vicepresidente Giuseppe Balestrieri e il consigliere Sergio Gamba.
Il sindaco però non li può rimuovere dall’incarico: lo statuto dell’ente conferisce al Comune di Bassano il potere di nominare i membri del CdA, ma non di revocarli.
Ma è esplicito l’invito ai tre diretti interessati a valutare seriamente la propria uscita di scena. “La surroga dei due consiglieri che si sono dimessi non verrà fatta immediatamente - afferma Pavan -. Confido che a fronte di questa esternazione di sfiducia si generino delle riflessioni. Se non c’è più la fiducia, chi rappresentano?”.
“Serve qualcuno che sia in grado di ricucire i rapporti che si sono compromessi all’interno della Casa di Riposo, con il personale e con i familiari - aggiunge il primo cittadino -. Un malessere che si traduce nei circa 150 posti letto vuoti nelle due strutture dell’Isacc.”
“Queso CdA non è in grado di dare attuazione a queste richieste - continua -. Fioccano lettere dei familiari, video, lamentele.”

La presidente di Commissione Lucia Fincato cita l’articolo 1 dello statuto dell’Ipab cittadino che ricorda come l’istituzione sia nata nel 1843 “per accogliere, assistere, dare occupazione alle persone povere, anziane, malate e inabili al lavoro”.
“Sono parole del 1843 - commenta - ma parlano di cuore, di umanità e di sociale. Questo deve essere un valore che rimane.” “In commissione abbiamo sempre evidenziato questi aspetti al CdA, il benessere degli ospiti e del personale, a fronte delle tante segnalazioni pervenute - prosegue -. Vanno bene i bilanci, ma noi vogliamo che venga ripristinato un clima di casa accogliente, che non arrivino sorprese tra capo e collo che mettono in crisi le famiglie.”
Per Mavì Zanata, assessore al Sociale e medico di professione, “il benessere degli ospiti e degli operatori sono due cose correlate, quando non si risolvono le criticità ne perde la qualità del servizio”.
Più volte l’amministrazione comunale, come rivela l’assessore, si è resa disponibile per affrontare assieme al CdA le problematiche emerse, “ma richiamandosi alla propria autonomia non hanno mai coinvolto né l’amministrazione né i familiari degli ospiti”.
“Ci aspettiamo adesso un gesto di recepimento della sfiducia dell’amministrazione - dichiara Ilaria Brunelli -. Tutto questo tipo di strutture sta attraversando difficoltà in questo periodo e per l’Isacc si aggiunge anche il problema contingente di Villa Serena con cui il CdA ha a che fare.” “Ci sono stati aumenti anche in altre Ipab, ma con un percorso durato mesi insieme alle famiglie - prosegue la capogruppo -. Due settimane fa c’è stato un confronto col CdA in maggioranza. Ci hanno esposto i problemi a fronte dei quali è stato deciso l’aumento delle rette. Me ce li hanno spiegati dopo aver fatto la delibera e non prima.”
Ancora il sindaco Pavan riferisce di aver chiesto agli amministratori dell’Isacc di sospendere la delibera sugli aumenti delle rette e di rimodularla, “ma dopo un mese non è ancora accaduto nulla”.

Da parte del Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo è quindi mancato tutto: la comunicazione alla città, l’informazione alle famiglie, il coinvolgimento del personale e il confronto sui problemi dell’ente con l’amministrazione comunale di cui è espressione.
Figurarsi - aggiungo io - se l’istituto dovesse acquisire personalità giuridica privata.
Su Villa Tempesta per il momento è tutto, ma l’ago del barometro continua a segnare bufera.

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