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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Juventus Club

“Bassano e i giovani”: l’associazione culturale Dif.fusione88 raccoglie l’appello lanciato dalla lettera di un nostro lettore bassanese 23enne. “Ci piace pensare al rompighiaccio che riesce a fendere la dura superficie dell’indifferenza”

Pubblicato il 25-08-2023
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Titolo difficile da scrivere, per un interista come me.
Ma Juventus significa “gioventù” e Juventus Club potrebbe essere il nuovo appellativo dell’associazione culturale Dif.fusione88, costituitasi a Bassano l’anno scorso per diffondere in particolare il verbo dell’arte contemporanea, come felicemente dimostrato dalla mostra Messe nella chiesa di San Giovanni.
Ora Dif.fusione88 va oltre la tela e la cornice (sempre che di tele e di cornici l’arte contemporanea abbia bisogno) e interviene sul tema dell’“essere giovani a Bassano”, proponendosi come ambito di incontro/confronto intergenerazionale.

Squarciato il velo dell’indifferenza o comunque della disattenzione nei confronti dei giovani bassanesi di oggi (foto Alessandro Tich)

Lo fa a seguito della lettera “Bassano e i giovani”, scritta e trasmessa al direttore di Bassanonet da un giovane bassanese, di cui al mio precedente articolo “Non è una città per giovani”.
Quella lettera del nostro concittadino 23enne ha suscitato molto interesse.
Commenti, reazioni, discussioni: le sue parole hanno squarciato il velo dell’indifferenza o comunque della disattenzione nei confronti delle “anze” (speranze, istanze, rimostranze) dei giovani bassanesi di oggi, espresse non in un senso utopistico e universale da “cambiamo il mondo” ma nella concreta e circoscritta dimensione del voler cambiare questa città.
E all’appello lanciato dal portavoce anonimo di quei giovani di Bassano che “rappresentano un potenziale illimitato inespresso” risponde quindi Dif.fusione88, con un intervento trasmesso oggi in redazione, che pubblichiamo di seguito.

LETTERA DI DIF.FUSIONE88

Ciao “giovane bassanese”,

Noi di Dif.fusione88, accogliamo il tuo appello, ci siamo perché manteniamo la memoria dei nostri vent’anni; ci accompagna la stessa curiosità, la voglia di aprire nuovi spazi per nuove idee.

Ed è lo spazio il primo problema, non tanto per miopia politica, ma perché non si configura come luogo bensì come spazio: un recinto vuoto da colmare. Sembra una semplice questione linguistica, in realtà racchiude il vero problema.

La cosa pubblica - e, in parte, la vita comune - viene gestita a scomparti, a settori ben distinti. Tu nomini le fasce dei più piccoli e quella più avanti con l’età: due mondi facili da individuare come due capi dello stesso filo rosso. Nel mezzo è tutto più confuso, più difficile da schematizzare e smembrare in segmenti.

L’inizio dell’età matura è la tua, non catalogabile perché non è e non possiede categorie ma è la ‘conditio sine qua non’ per il futuro di una qualunque comunità; la parte più creativa, magmatica, carica di speranze che spesso vengono disattese, frustrate, tradite. Lo sappiamo, lo ricordiamo, ci siamo passati.

Appunto per questo non è né giusto né indispensabile che ogni nuova generazione ci passi subendo, significherebbe non aver compreso nulla o - peggio - assecondare questo “paese per vecchi”. Lo capiamo bene. Non possiamo spostare un mondo intero, ma riusciamo a lanciare un piccolo sasso, a modo nostro.

Ci piace pensare al rompighiaccio, uno scafo tagliente che riesca a fendere la dura superficie dell’indifferenza, dandole realtà concreta e togliendole il blasone minaccioso; partendo proprio dall’assunto che è reale ciò che ci resiste, che rende ardua la realizzazione dei nostri sogni.

Quando, più o meno, alla tua età ci siamo affacciati alla vita pubblica, artistica e culturale della nostra Bassano, c’era un luogo d’elezione che ci ha accolto: non un recinto ma un luogo vero, affascinante, raccolto, iconico e carico di storia: la Chiesetta dell’Angelo, alla fine di via Roma, tra porta Dieda e la piazzetta adiacente.

Se fosse questo il luogo delle vostre e nostre affinità elettive? Se potessimo collaborare per farne un porto di scambi, una voce libera priva di recinti ma ricco di intrecci? Se quel rompighiaccio, oltre allo scafo puntuto, avesse a bordo anche un telaio per tessere orditi, generare trame, relazioni e rimandi?

Non ti stiamo proponendo alcunché di facile o consolatorio - è una sfida, ma una gran bella sfida.

Dif.fusione88

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