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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

L’Ultimo Imperatore

Ultima (?) puntata della cinenovela di Marostica. Il sindaco Mozzo replica alla replica della prof.ssa Dinale: “Marostica diventata improvvisamente capitale del dibattito cinematografico. Cineforum trasformato in un thriller politico di serie B”

Pubblicato il 07-08-2025
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Egregi lettori: come sapete perché l’ho scritto, il pezzo che ho pubblicato prima di questo, intitolato “Via col veto”, è stato l’editoriale definitivo di Bassanonet sull’incredibile caso del cineforum di Marostica, riguardo al quale, dal punto di vista dell’analisi di approfondimento, non ho più nulla da dire.
Ma dal punto di vista cronistico sono costretto ad occuparmene ancora.
Perché oggi va in proiezione una nuova puntata (e si spera sia l’ultima) di questa cinenovela agostana marosticense.

Il sindaco di Marostica Matteo Mozzo (archivio Bassanonet)

Il sindaco Matteo Mozzo, infatti, interviene ancora una volta sulla vicenda - con la solita veemenza ma con toni più sarcastici - tramite un nuovo comunicato stampa trasmesso in redazione, di controreplica alla replica di ieri della prof.ssa Laura Dinale, ex presidente del Comitato della Biblioteca Civica, dimissionario per protesta a seguito della decisione della giunta comunale di non dare corso alla rassegna cinematografica estiva.
Anche quello del sindaco, come da lui stesso affermato ovvero auspicato, è un intervento definitivo sulla questione.
Con un chiaro riferimento conclusivo al titolo (“Lezioni Marostegane”) del comunicato di ieri della prof.ssa Dinale.
A meno di eventuali contro-controrepliche, aggiungo io, che reputo tuttavia improbabili visto che le rispettive posizioni, di amministrazione comunale da una parte e di ex Comitato dall’altra, sono ormai risapute e ben delineate.
In altri termini, Mozzo interviene d’imperio per dire l’ultima parola.
Vestendo pertanto idealmente i panni, per restare sempre in tema cinematografico, del protagonista di un celebre film: L’Ultimo Imperatore.

Di seguito riporto il nuovo intervento del sindaco di Marostica.
Ma prima permettetemi solamente un appunto su un particolare passaggio del suo comunicato, anche se riferito ad un’altra testata giornalistica e cioè il Giornale di Vicenza, per quanto non venga esplicitamente nominato dal primo cittadino.
Mozzo definisce “un tempismo e un accostamento di cattivo gusto” quello del quotidiano locale che ha pubblicato la lettera della prof.ssa Dinale di fianco all’articolo sulla scomparsa dell’assessore Renato Bertolin.
Non è mica colpa nostra se la triste notizia della morte dell’assessore e la comunicazione di replica a Mozzo della ex presidente del Comitato della Biblioteca dimissionario sono giunte alle redazioni nella stessa giornata.
Anche Bassanonet ha pubblicato l’articolo sulla scomparsa di Bertolin e quello sulla replica della prof.ssa Dinale l’uno di seguito all’altro e in questo momento, sulla nostra home page, sono affiancati.
Il sindaco di Marostica ha il potere e la facoltà di intervenire sulla programmazione del cineforum ma, pur da Imperatore, non può pretendere di governare anche l’impaginazione dei quotidiani.

COMUNICATO STAMPA

Dichiarazioni del Sindaco Matteo Mozzo

Cari concittadini, e un saluto anche ai sempre attenti osservatori delle cronache marostegane, il sipario sulla “Saga del Cineforum” pare non volersi abbassare nonostante i nostri migliori sforzi per un finale meno drammatico e più... da commedia all'italiana.

Dopo giorni di dibattiti appassionati, titoli a tutta pagina e un profluvio di dichiarazioni che, ahinoi, a volte hanno viaggiato più veloci della luce delle proiezioni sento il dovere di aggiungere un'ultima, spero definitiva, battuta.
Sembra che la nostra Marostica, nota per la Partita a Scacchi con personaggi viventi e le ciliegie, sia improvvisamente diventata la capitale del dibattito cinematografico, con una passione per il grande schermo che nemmeno Hollywood si aspetterebbe.

Ebbene, mentre noi ci adoperavamo per una serena e costruttiva riprogrammazione, alcuni componenti del Comitato del Cineforum, in particolare quelli di orientamento politico opposto all'Amministrazione, hanno preferito optare per una sceneggiatura ben più avvincente: le dimissioni in massa, annunciate con tanto di rulli di tamburi mediatici, prima ancora che si potesse imbastire un tavolo di confronto.
Un vero colpo di scena! E dire che, da Sindaco, avevo persino preannunciato un incontro chiarificatore, come si conviene tra persone di buona volontà e, soprattutto, di buona fede.
Invece, abbiamo assistito a una singolare interpretazione del “silenzio assenso”: anziché bussare alla porta del Comune per un confronto schietto, si è preferito bussare a quella delle redazioni.
Risultato? Un'onda di articoli che, nel loro fervore, hanno persino lambito temi ben più seri e dolorosi, con un tempismo e un accostamento che definire “di cattivo gusto” è un eufemismo. Mi riferisco, per la precisione, alla pubblicazione in una testata giornalistica della lettera della Prof. Dinale a fianco della notizia del decesso del nostro caro assessore al sociale, Renato Bertolin, accentuando ulteriormente la polemica. E il tutto, con una chiosa che eleva il livello della discussione a un “differente piano culturale” rispetto all'Amministrazione, quasi a voler marcare una superiorità intellettuale. Da una figura accademica ci si aspetterebbe, onestamente, un approccio più aperto e umile al dialogo.

Se l'intento fosse stato davvero la “buona cultura”, come sbandierato, forse si sarebbe cercata una mediazione, una trama meno conflittuale e più orientata al dialogo. Invece, sembra che l'obiettivo fosse un altro, magari la ricerca di qualche inquadratura politica, anche a costo di trasformare un pacifico cineforum in un thriller politico di serie B.
Il comportamento di questi ex-componenti ha purtroppo compromesso non solo la realizzazione di un'iniziativa culturale potenzialmente ricca per la nostra città, ma anche i rapporti di collaborazione con l'Amministrazione.
Sembra che la supponenza culturale, o forse meglio, la contrapposizione politica, abbiano finito per vincere sul buon senso e sull'interesse pubblico dei nostri concittadini.

Da parte nostra, continueremo a lavorare per una Marostica che faccia della cultura un ponte, non un muro.
E lo faremo con la consueta dedizione, magari sorridendo un po' di più, perché, come insegna il cinema, a volte una risata può seppellire mille polemiche.
Ringrazio tutti coloro che, con pragmatismo e senza clamori, lavorano ogni giorno per la nostra città. Agli altri, auguro di trovare presto un produttore per le loro prossime “lezioni marostegane”.

Matteo Mozzo
Sindaco di Marostica

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