Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 06-08-2025
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Cineforum della discordia a Marostica: nel mio articolo di ieri, in cui ho riportato il lungo e impetuoso comunicato stampa del sindaco Matteo Mozzo, ho scritto che mi sarei riservato di commentare le sue dichiarazioni in un mio eventuale successivo editoriale, che poi sarebbe l’editoriale definitivo su questa incredibile vicenda.
Ma non è ancora il momento.
Perché oggi in questa inaudita storia della rottura tra l’amministrazione comunale e la maggioranza dei membri del Comitato della Biblioteca Civica, che hanno rassegnato le dimissioni a seguito del “niet” della giunta Mozzo alla programmazione dei film che era stata proposta dal Comitato stesso per la rassegna cinematografica estiva, si aggiunge nuova carne al fuoco. E che fuoco: siamo a livelli di Griglie Roventi.
La prof.ssa Laura Dinale (foto da Facebook / Laura Dinale)
La novità di oggi è una tanto dura quanto raffinata replica della prof.ssa Laura Dinale, ex presidente del Comitato della Biblioteca Civica dimissionario, al sindaco di Marostica.
La prof.ssa Dinale è stata infatti direttamente chiamata in causa nell’intervento di ieri di Matteo Mozzo, in quello che è indubbiamente il passaggio chiave del comunicato del sindaco, che riporto nuovamente di seguito:
“L'Amministrazione comunale ribadisce la propria stima e il proprio apprezzamento nei confronti della Presidente del Comitato, che riteniamo possa essere stata involontariamente indotta in errore da altri componenti politicizzati del Comitato. Non sfugge, infatti, che la maggior parte di questi ultimi fosse candidata nelle liste di opposizione alle ultime elezioni comunali, un fatto che solleva seri interrogativi sulla buona fede e imparzialità delle loro azioni.”
Un modo esplicito per affermare che la presidente, stimata docente al Liceo Classico Brocchi di Bassano, non è stata probabilmente in grado di capire di essere stata in qualche modo “pilotata” dai membri del Comitato che hanno deciso di dimettersi per ragioni politiche.
Niente di tutto ciò, come conferma la diretta interessata nella sua replica che, nel rendere le opportune informazioni del caso e seppure condita da toni di secca e decisa risposta, rappresenta un autentico esempio di eleganza e di stile.
A quasi una settimana dalla clamorosa notizia delle dimissioni per protesta del Comitato della Biblioteca Civica, il film sulla rassegna cinematografica estiva di Marostica si sta avviando ai titoli di coda.
Ma non prima di aver proiettato il suo gran finale.
Anzi, pardon: gran Dinale.
COMUNICATO
“LEZIONI MAROSTEGANE”
Come Perseo che plana dall'alto per vedere l'immagine di Medusa riflessa nello scudo e non ne rimane accecato, così sorvolo sulle diffuse inesattezze contenute nel comunicato stampa del sindaco Mozzo a proposito del cineforum di Marostica.
Lo faccio per amor di “leggerezza”: di quella “leggerezza pensosa” che, come insegna Calvino, nulla ha a che fare con la “frivolezza” e provo a “togliere - un po' di - peso”.
Innanzitutto non sono stata “involontariamente indotta in errore” da elementari giochi di aspiranti politici, sono stata invece arricchita dalla professionalità, dalla competenza, dalla laboriosità e dall’entusiasmo dei membri del Comitato.
Alla progettazione della rassegna cinematografica a cui il sindaco il 18/03/25 aveva dato un'entusiastica approvazione e per la quale aveva assicurato totale copertura economica (900 euro!, ma alla fine eravamo riusciti ad organizzare tutto per 600 euro), appoggio organizzativo e logistico, hanno preso parte tre membri nominati dalla maggioranza, tre nominati dalla minoranza, la presidente della Consulta delle associazioni, il rappresentante dei Volontari per la biblioteca e due professori delle scuole medie di Marostica e di Lusiana. A costoro si sono aggiunti, in qualità di esperti, quattro studenti dell'università degli studi di Padova e di Venezia ed il prof. Gino Cadore. Per un totale di quindici menti pensanti.
Come risulta dai verbali delle numerose riunioni del Comitato, a cui il Sindaco, benché regolarmente informato, non ha mai partecipato, ogni decisione è stata approvata all'unanimità.
Non solo. Nel corso di tali incontri si respirava un palpabile fervore intellettuale ed ogni nuova proposta era miccia che accendeva il dialogo: avevamo progettato l'introduzione ad ogni film, il dibattito guidato da due specialisti al termine della proiezione, un aperitivo e un breve concerto di giovani musicisti del territorio ad introdurre la serata e a creare un clima di condivisione e dialogo de visu (occasione rara in questi tempi di solitudine) tra il pubblico. Insomma, avevamo pensato ad un cineforum “inclusivo”.
Avevamo dimenticato chi era stato nominato da chi. Non c'entrava nulla.
Si progettava tutti insieme, perché avevamo fatto vera sinergia.
Tolgo un altro peso: i film proposti non sono “politici”. Certo, non sono film d'intrattenimento, li avevamo scelti per il loro valore artistico, per il loro spessore culturale e per il posto che occupano nella storia del cinema, certi che il compito di una Biblioteca sia quello di fare cultura, di favorire l'incontro e di offrire occasioni di crescita intellettuale. Le motivazioni della scelta dei titoli erano state presentate per iscritto alla giunta, ma pare che il 17/7/25 il diniego sia stato espresso ancor prima che queste potessero essere lette.
L'unica pellicola che poteva dare adito a discussioni politiche, che in ogni caso reputavamo costruttive, visto il momento storico, era “No Other Land”. Benché consapevoli che si tratti di un documentario importantissimo e interessantissimo sotto tutti i punti di vista, abbiamo accettato il primo rifiuto “ufficioso” (ho ricevuto una telefonata dal Comune a seguito della giunta del 26 giugno che diceva “No film politici in biblioteca”) e lo abbiamo sostituito con un capolavoro del cinema di tutti i tempi: “La notte” di M. Antonioni, che di tutto parla - soprattutto dell'animo umano - tranne che di politica. Ma è seguito un altro rifiuto, la direttiva 123, priva di motivazioni ufficiali, ma di nuovo con un ufficioso: “No temi politici. Ci vuole leggerezza”.
Allora ci siamo alleggeriti, alzandoci dalle sedie, perché - come dice Apuleio nella sua Apologia - “per vivere (...) va meglio chi è più libero dal peso, perché anche nella tempesta della vita umana le cose leggere servono a sostenere, quelle pesanti a far affondare”.
Abbiamo capito che la nostra “leggerezza pensosa” non collima con la “leggerezza frivola” dei film ridanciani che “ufficiosamente” ci erano stati suggeriti e che quel “bisogno di un po’ di felicità” che ci è stata suggerita in questi tempi duri, per noi non è lo stordimento delle coscienze dei film di bassa lega.
Forse, rispetto alla Giunta, parliamo linguaggi diversi, forse siamo su piani culturali distanti, forse abbiamo differenti idee sulle finalità di un centro culturale fondamentale quale è una Biblioteca civica.
Forse la Giunta non ha compreso la nostra proposta.
Siamo però sicuri - e ciò ci fa planare leggeri e mantenere intatto il senso della vista - che c'è voglia di discutere, di dialogare, di confrontarsi con il linguaggio della settima arte. C'è, oggi più che mai, fame di cultura. E questo dà speranza.
Ringrazio l'Amministrazione comunale per l'attestazione di stima e per l'apprezzamento nei miei confronti e ringrazio, a nome di tutti i membri del Comitato, la consigliera Daniela Bergamo, che sempre ci è stata vicina e con noi ha condiviso la progettualità, l'entusiasmo e l'apertura ai giovani talenti della nostra bella cittadina.
Prof.ssa Laura Dinale