Connessioni contemporanee
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 06-08-2025
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Un grave lutto ha colpito la comunità di Marostica.
È mancato Renato Bertolin, assessore al Sociale con delega anche all’Anagrafe. Era al suo secondo mandato, avendo ricoperto lo stesso incarico anche nella prima giunta Mozzo. Avrebbe compiuto 66 anni il mese prossimo. Lascia l’amata moglie Luciana, oltre alla sorella Marilena e agli altri congiunti. I funerali si svolgeranno sabato 9 agosto alle ore 9.30 nella chiesa di Sant’Antonio Abate di Marostica, provenienti dall’ospedale di Bassano del Grappa.
La triste notizia è stata resa nota ieri sera dall’amministrazione comunale con un post pubblicato nella pagina Facebook della Città di Marostica.
L’assessore al Sociale di Marostica Renato Bertolin (1959 - 2025)
Figura conosciutissima al di là del suo ruolo di amministratore pubblico, Bertolin era particolarmente apprezzato per il suo impegno a favore delle fragilità sociali di cui egli stesso, costretto in una condizione di disabilità, era un orgoglioso testimonial.
La sorte ha voluto che venisse a mancare proprio nel giorno in cui è stata presentata la sua ultima fatica da assessore comunale.
Ovvero l’accordo tra il Comune e la cooperativa sociale Un Segno di Pace per la destinazione dello stabile di Crosara, già adibito a comunità alloggio per persone con disagio psichico, a struttura di accoglienza temporanea per le famiglie di Marostica in difficoltà colpite da emergenza abitativa a seguito di sfratto esecutivo.
Un progetto che, al di là dell’emergenza in corso, promette future prospettive di diventare anche un fabbricato residenziale per il “dopo di noi” e centro di co-housing per giovani e anziani autosufficienti.
L’accordo di collaborazione con la cooperativa porta anche la firma di Renato Bertolin, avendo affiancato il sindaco Mozzo nel percorso per portarlo in cascina.
Ma alla conferenza stampa di ieri mattina l’assessore non era presente “per problemi di salute”, come aveva spiegato il sindaco.
“Renato è stato una figura di riferimento per la nostra comunità, una persona da sempre impegnata nel sociale, animata da un autentico spirito di servizio, vicino ai bisogni delle persone, attento e concreto fino all’ultimo momento.”
Così l’amministrazione comunale nell’annuncio della scomparsa dell’assessore.
“Il suo impegno in amministrazione è stato guidato da umanità, competenza e disponibilità - continua il post -. La sua perdita lascia un grande vuoto non solo nell’Amministrazione comunale ma in tutta la città e nell’intero territorio, visto il suo grande impegno condiviso con gli altri assessori al Sociale.”
“A nome dell’intera comunità di Marostica - conclude il messaggio -, esprimiamo vicinanza e affetto alla moglie Luciana, alla sua famiglia e a quanti gli hanno voluto bene.”
Nelle mie costanti e decennali peregrinazioni giornalistiche e non solo a Marostica, ho avuto modo di incontrare o di incrociare per strada Renato Bertolin un sacco di volte, con la sua carrozzina elettrica che lo portava dappertutto.
Non era difficile, del resto, incontrarlo, vista la sua presenza non solo morale ma anche fisica nella vita pubblica della sua città e della sua comunità.
E non c’è stata volta in cui io non l’abbia visto sorridente, cordiale e disponibile a scambiare due battute anche scherzose sulla prima cosa che ci veniva in mente o anche su qualche tema di attualità del momento.
Non è retorica e non è un riconoscimento tardivo post mortem: è la verità.
Bertolin faceva parte di quella categoria di persone, a cui apparteneva anche Sammy Basso, che non ti fanno pesare la loro condizione di patologia o di disabilità ed anzi ti mettono a tuo agio, azzerando il concetto di handicap per trasformarlo in un esempio di positiva normalità.
E con questo spirito ha sempre voluto trasferire la sua energia di affabile combattente per il sociale a favore delle altre persone in situazione di difficoltà, con la sua pluriennale attività nell’associazionismo marosticense, poi sfociata negli ultimi sette anni nella responsabilità assunta come amministratore comunale.
Un impegno senza riserve, che nel suo Comune lo ha portato a prendere a cuore ogni caso sociale o umano su cui potesse comparire l’etichetta “Attenzione: fragile”.