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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Facciamo luce

Aumento dei costi dell’energia elettrica: da una lettera di un nostro lettore di Bassano che segnala “il lampione acceso di giorno davanti a casa che illumina il niente” allarghiamo il tiro sull’emergenza bollette che coinvolge anche gli enti locali

Pubblicato il 23-09-2022
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Rinascimento in bianco e nero

Caro energia, caro bollette e in particolare - come in questo caso - caro energia elettrica.
Ci sono molti modi per occuparsi della questione, trattandosi purtroppo della questione del momento.
Se ne può parlare partendo dai massimi sistemi ovvero dalle considerazioni sulla crisi internazionale in corso che sta portando i Paesi importatori di energia, finché le cose continueranno così, alla canna del gas.

Lampioni in largo Parolini (foto Alessandro Tich)

Ma possiamo occuparcene partendo anche dalle piccole cose, quelle che accadono letteralmente davanti a casa.
Riceviamo in tal senso e pubblichiamo la seguente lettera, trasmessa in redazione dal nostro lettore Carlo Todeschini:

LETTERA A BASSANONET

Lacrime e sangue

Sono Todeschini Carlo da Bassano del Grappa, vostro fedele lettore che ha già avuto contatti con voi. So che seguite con attenzione i fatti politici e non di Bassano e quindi scrivo a voi che avete più potere critico e contrattuale.
Problema: anche se avanti con l’età ho l’abitudine di svegliarmi presto e cominciare subito a fare attività fisico-motoria e quindi prima delle sette apro le tapparelle di casa e già spunta il sole ad est ed è chiaro e cosa vedo, il lampione davanti a casa acceso che illumina il niente.
E allora ricordando i papaveri alla Draghi e europei che, malgrado le sanzioni che si riflettono su noi e non su Putin, ci educano dicendo che dobbiamo fare incetta di candele e di stoppie per vedere e riscaldare l’inverno, minacciando controlli e punizioni per i disubbidienti, perché non cominciano loro e i nostri amministratori a spegnere le luci dove non servono.
Tutti i mezzi di locomozione sono dotati, pena una multa, di apparati di illuminazione e allora mi domando a che serve un lampione acceso che illumina tutta la statale Valsugana e tutte le altre strade che escono da Bassano (vale per tutti i comuni d’Italia). Solo noi umili cittadini dobbiamo risparmiare, essere economi e loro non si accorgono di quanto si spende per illuminare il paese.
Dobbiamo essere “green e gretini” ma spegnere quello che non serve e consuma non è ecologicamente corretto? Certo che questa mia sarà stimolante per domande che forse non avranno risposte (le risposte intelligenti sono vietate) saluto cordialmente.

RISPONDE IL DIRETTORE

Egregio signor Todeschini,

la ringrazio per il suo intervento, che non è il primo e che ancora una volta ci permette di approfondire e di riflettere su una questione di attualità. Attualità con la A maiuscola, in questa circostanza, trattandosi del problema dei problemi in questo momento storico e cioè l’aumento abnorme dei costi dell’energia per le cause note a tutti.
Che si tratti di energia elettrica, come nel caso segnalato, o di gas per riscaldamento fa lo stesso: sono i due lati della pesantissima incudine economica che grava sulla testa di famiglie e imprese.
Dalla sua lettera non sono riuscito a capire dove sia ubicato il “lampione acceso che illumina il niente”, ma la collocazione di questo esempio di spreco urbano non è un dettaglio importante. Ciò che è rilevante, cioè, non è il “dove” ma il cosa”.
Non me la sento tuttavia - come farebbe probabilmente qualche testata televisiva locale - di iniziare una crociata mediatica contro l’amministrazione bassanese, puntando il dito su una sua presunta propensione allo scialo di risorse, mentre noi a casa veniamo costretti alla prospettiva di “fare incetta di candele e di stoppie” per il prossimo inverno.
Preferisco ritenere che si tratti di un errore nella temporizzazione degli impianti della pubblica illuminazione, cosa che può anche succedere.
Invito pertanto i competenti uffici comunali - visto che Bassanonet è molto letto a Palazzo - a tenere conto della segnalazione, a verificare il disguido coi sistemi di controllo remoto a propria disposizione e a porvi rimedio ristabilendo lo spegnimento di quel lampione al sorgere del sole.
Non penso infatti che il Comune di Bassano del Grappa sia così “gretino” da non essere cosciente dell’emergenza dell’aumento dei costi energetici e proprio oggi il Giornale di Vicenza ha pubblicato un’intervista col neo vicesindaco Andrea Zonta che interviene sui forti rincari della spesa del gas negli edifici comunali, sugli ulteriori aumenti previsti e sul come l’amministrazione pensa di fronteggiarli.
Il problema, in realtà, è assai più ampio. Al di là del caso specifico e significativo del lampione acceso inutilmente davanti a casa sua, le sollecitazioni che emergono dal suo intervento mi permettono infatti di fare luce su una questione di emergenza economica che tocca tutti gli enti locali indistintamente.
Nei giorni scorsi il sindaco di Asolo Mauro Migliorini ha lanciato l’allarme sulla “situazione insostenibile” per le amministrazioni comunali e ha reso noto che nella prima metà dell’anno in corso (da gennaio a luglio 2022) il suo Comune ha speso 234.000 euro in più per le bollette dell’energia elettrica rispetto a tutto l’intero anno 2021.
Tra i tanti edifici comunali colpiti dall’incremento della spesa energetica, un impianto sportivo è arrivato a subire un rincaro della bolletta della luce addirittura di oltre il 500%.
Aumenti shock per le casse comunali che hanno costretto l’amministrazione asolana a prevedere una variazione di bilancio entro fine mese per poter coprire il non preventivato esborso.
Ne parlo per i riflessi generali che scaturiscono dal caso specifico.
Preoccupato soprattutto dagli aumenti previsti nei prossimi mesi, con la prospettiva di conseguenti ulteriori variazioni di bilancio, Migliorini ha affermato che “è assai difficile fare il bilancio di previsione per il 2023 se non ci sono degli interventi di compensazione statali” e che gli interventi già messi in atto di riduzione o spegnimento della luce pubblica “non sono risolutivi, ma ci vogliono interventi strutturali a sostegno delle pubbliche amministrazioni”.
In più, il primo cittadino ha anche dichiarato: “Tutto il contesto degli aumenti dei costi per la pubblica amministrazione mi sembra che sia poco considerato. Ne sento parlare poco anche da parte dell’ANCI, sia regionale che nazionale.”
Morale della favola: il caro bollette costringe anche gli enti pubblici a spese eccezionali, ma non se ne ha ancora una piena e convinta percezione, nello stesso modo in cui lo Stato fino a questo momento ha abbandonato i Comuni a sé stessi.
Un lampione che rimane acceso di giorno è un punto luce che spreca la sua dose di energia e che pertanto va ricalibrato nel suo giusto tempo di spegnimento, ma non risolve il macroscopico problema di un sistema generale messo alle corde da un attacco all’economia reale senza precedenti.
È una situazione in cui è rischioso persino vedere la luce in fondo al tunnel, se non si conosce il suo costo al kilowattora.

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