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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Special report
Martini Day
Zaia 2: a Rossano Veneto il giorno della glorificazione del sindaco Morena Martini per la posa della prima pietra della nuova Piazza Duomo
Pubblicato il 27-09-2021
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Dal Martini Dry al Martini Day il passo è breve. E segnatevi questa data: 27 settembre 2021.
Perché è il giorno dell’inizio del processo di beatificazione politica di Santa Morena da Rossano Veneto. All’anagrafe: Morena Martini, sindaco.
È il giorno della cerimonia della posa della prima pietra della nuova Piazza Duomo a Rossano: un’opera attesa da una trentina d’anni che oggi, dopo quattro anni di trattative con la parrocchia e di infiniti passaggi burocratico-progettuali, prende forma e corpo definitivamente.

Il presidente Luca Zaia e il sindaco Morena Martini posano la prima pietra della nuova piazza (foto Alessandro Tich)
Per la grande occasione interviene - con ingresso da rockstar e pubblico che si alza in piedi - il governatore Luca Zaia, reduce dall’inaugurazione all’Ospedale San Bassiano di cui all’articolo precedente. Prime file di sedie occupate da una schiera di rappresentanti politici e istituzionali. Tra questi: il prefetto Pietro Signoriello, il presidente della Provincia e sindaco di Vicenza Francesco Rucco, l’europarlamentare Mara Bizzotto, l’assessore regionale Manuela Lanzarin, la parlamentare Silvia Covolo, l’highlander Luigi D’Agrò. Impossibilitata ad esserci, manda un messaggio di saluto persino il ministro Erika Stefani.
E poi ancora uno stuolo di sindaci (tra cui Elena Pavan) e di assessori delegati del territorio e non solo, compreso il lontano Comune di Montebello Vicentino.
Tutti insieme appassionatamente per celebrare con tutti i crismi il Martini Day: perché più che un incontro di avvio ufficiale di un’opera pubblica, si tratta della giornata di glorificazione di un sindaco.
Vi spiego intanto, se non siete di Rossano Veneto, perché questo intervento è così passibile di consacrazione nei libri di storia rossanesi. Piazza Duomo è la piazza centrale del paese, dove si trova - per l’appunto - il Duomo. Si trattava però di una “piazza-non piazza”, adibita a parcheggio e dominata, sul lato nord, dal poco attraente (uso un eufemismo) edificio del Patronato San Giovanni Bosco.
Insomma: ogni paese ha la sua piazza centrale che ne costituisce anche un elemento di identità. Piazza Libertà a Bassano, Piazza Castello a Marostica, Piazza della Serenissima a Rosà, Piazza della Vittoria a Tezze sul Brenta, eccetera eccetera. Rossano Veneto aveva invece questa piazza “anomala” nella struttura e nella funzione : in Italia, del resto, in fatto di piazze siamo bene abituati. Della necessità di riqualificarla se ne è parlato, come ho scritto prima, negli ultimi 30 anni. Ma la difficoltà di questi lunghi tre decenni è stata quella di trovare un accordo tra il Comune, la parrocchia e gli enti preposti alla salvaguardia delle opere (Soprintendenza, Agenzia del Demanio, Agenzia delle Entrate). Soprattutto, per ricostruire la piazza era necessario trovare un accordo con la parrocchia con il benestare della curia e cioè della Diocesi di Padova.
Infatti il fabbricato del Patronato era proprietà della parrocchia, mentre la sola “piazza” era di proprietà comunale.
Davvero un caso di sovrapposizione di competenze degno di una tesi di laurea.
Ma alla fine la soluzione si è trovata grazie alla bacchetta magica di fata Morena.
L’amministrazione Martini è partita da una domanda fatta al parroco e cioè “cosa serve alla parrocchia”. Risposta: serve una Sala Polivalente con annessa cucina e bar in grado di ospitare 400 persone. E scusate se è poco. Detto, fatto: il nuovo edificio è stato inserito nel progetto della nuova piazza, a cura del tecnico incaricato arch. Antonio Tonietto, progettista e direttore dei lavori, dello studio Tonietto&Associati di Rossano Veneto. La facciata della nuova Sala Polivalente della parrocchia, della superficie di 700 mq, sarà “avvolta” dall’elemento architettonico delle “griglie frangisole” in cemento e vetro, una concessione alla modernità che contraddistinguerà il nuovo look di Piazza Duomo. In questa sede non vi tedio con l’infinita serie di passaggi burocratici che hanno accompagnato il lungo iter delle trattative tra parrocchia e Comune.
Basterà ricordare che nel giugno 2020 è stata sottoscritta la cessione al Comune del Patronato San Giovanni Bosco e che nella stessa estate - come primo stralcio dell’opera di ricostruzione della piazza - il vecchio edificio è stato demolito, ad opera della ditta Eco.Men di Carmignano di Brenta (PD) per una spesa di 149.000 euro. Si passa adesso al secondo e più importante stralcio, di cui oggi si posa la prima pietra: quello della costruzione, là dove c’era il Patronato, della Sala Polivalente. Importo lavori 3.629.000 euro e cantiere affidato alla ditta Tonon di Colle Umberto (TV). Dopodiché si penserà alla piazza vera e propria, con il terzo e ultimo stralcio (per una somma di 582.000 euro) relativo alla lastricatura “secondo i dettami e i materiali imposti dalla Soprintendenza”.
Ma torniamo ora, egregi lettori, al Martini Day. Il raggiante sindaco di Rossano Veneto fa un discorso ecumenico e, tra le altre cose, afferma: “Un saluto e un ringraziamento particolare alla mia gente, che ha condiviso anni di fatiche, di mediazioni, di colloqui, di trattative.” E accanto agli inevitabili ringraziamenti alla Regione, aggiunge: “Dedico ai colleghi sindaci la gioia di questa mia giornata.”
“Non è per piaggeria - dichiara sul palco don Gabriele Pipinato, vicario episcopale per i beni temporali della Diocesi di Padova -, ma l’esperienza di sinergia che abbiamo fatto in questo paese purtroppo non è un’esperienza consueta.”
“La cosa più difficile - rimarca il progettista arch. Antonio Tonietto - è stata integrare in modo armonioso e coerente le esigenze della parrocchia e la costruzione della quinta di chiusura delle mura. Questo edificio deve rispecchiare il tempo in cui viene costruito.”
Già: perché - a dirla tutta - il futuro look della nuova Piazza Duomo ha alimentato anche, come è inevitabile che accada, discussioni e polemiche. Ma proprio queste danno la stura all’intervento di Zaia. “Questo è un grande patrimonio che resterà nel futuro - dice il governatore -. Non c’è una piazza senza dibattito, come non c’è una rotatoria senza comitato.” E siccome Zaia interviene sempre alle inaugurazioni per parlare d’altro, ecco che dalle sue parole a ruota libera spunta l’argomento Pedemontana. “Entro fine anno - dichiara - la Pedemontana sarà tutta aperta, da Montecchio fino a Spresiano. Mancheranno ancora le intersezioni sulle due autostrade, che saranno realizzate nel 2022.” Prendete nota. E annotatevi anche questo: “Per la prima volta il pubblico, e cioè la Regione, incassa i pedaggi e paga un canone al concessionario - afferma il governatore -. I pedaggi della Pedemontana sono alti? Si abbasseranno in funzione dei flussi di traffico.” Ipse dixit.
Gran finale della gran giornata con la posa simbolica della prima pietra della nuova piazza - o, per meglio dire, del primo mattone - da parte di Zaia e del sindaco Martini, col caschetto della ditta Tonon in testa, tra flash dei telefonini e telecamere, mentre dal campanile del Duomo parte in contemporanea il suono festoso delle campane. Regia perfetta.
Quindi il presidente e il primo cittadino firmano sul libro d’onore del Comune, sul quale poi tutti quanti vengono invitati a scrivere un pensiero o semplicemente a lasciare la propria firma, prima del rinfresco preparato e servito da Bassano Solidale nel sagrato del Duomo.
Un’appetitosa occasione, quest’ultima, per fare piazza pulita.
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