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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
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Viva la Sogliola
Storia di una motrice ferroviaria a Primolano e di un gruppo di appassionati che con una raccolta fondi vogliono rimetterla in moto per la rivalutazione turistica dell'area. Dopo il nostro articolo “Marchio d'Aria”, la segnalazione di un lettore
Pubblicato il 29-08-2017
Visto 2.734 volte
Domanda: che cosa contribuisce a rendere “attrattivo” un territorio?
Risposta: prima ancora di famosi monumenti, pittoreschi paesaggi, eccellenze gastronomiche o alberghi a quattro stelle l'appeal di una zona a vocazione turistica - o aspirante tale, come il comprensorio dei “Territori del Brenta” - dipende in buona parte dalla gente che vi opera e vi risiede. Il fattore umano incide molto sulle impressioni e sui ricordi dei visitatori. Questione di passione, educazione, competenza e professionalità.
Ma anche di “sapersi raccontare”, comunicando a chi viene a trovarci ma soprattutto a chi ancora non ci conosce i reali valori della nostra identità, e quindi della nostra unicità rispetto ad altri territori, al di là delle superficiali informazioni delle brochure di promozione turistica. Fino adesso, però, non siamo stati in grado di farlo.
La motrice ferroviaria d'epoca Sogliola L-14 (fonte immagine: Facebook)
Ed è per questo che ormai alcuni anni fa è nato il progetto di marketing territoriale “Territori del Brenta”, finalizzato alla costituzione del Marchio d'Area, della cui prolungata e sofferta gestazione mi sono già occupato nell'articolo precedente.
E proprio a seguito di quell'articolo un nostro lettore, Luigi Miotti, ha inviato in redazione una email nella quale mi segnala un piccolo, ma significativo esempio di “passione territoriale”, e quindi di attrattività autentica, sconosciuto ancora ai più.
“Buongiorno direttore - inizia il messaggio del nostro utente -. Le scrivo dopo aver letto il suo articolo “Marchio d'Aria” e come sempre quando tratta questo tema mi trova pienamente d'accordo. Sperando di essere breve e chiaro, cosa assai difficile per me, ci provo. Premetto che non faccio parte di nessun tipo di associazione, così spero di sgombrare il campo da qualsiasi malinteso. Molte volte con il mio entusiasmo da semplice cittadino ho provato a condividere qualche idea/proposta con amici inseriti in associazioni cittadine con esiti deprimenti forse per mancanza di “tavoli” così assai di moda.”
È la premessa con la quale il nostro lettore introduce il racconto di una sua recente esperienza. “In tour con mia figlia - riferisce - passo per le Scale di Primolano. Non posso non guardare la stazione dei treni dall'alto, vista la mia passione, e accorgendomi della presenza di persone nella vecchia rimessa decido di tornare indietro per una incursione.” Le persone in questione, come si scoprirà più tardi, sono alcuni componenti della SVF - Società Veneta Ferrovie, associazione composta da un gruppo di appassionati di treni storici, promotori di una serie di iniziative che stanno portando alla creazione a Primolano del primo museo ferroviario “vivo”, e cioè con vagoni funzionanti, del Veneto.
L'incontro ravvicinato fra l'escursionista e i custodi dei convogli d'epoca è degno del manuale del marketing territoriale: gli interlocutori del visitatore occasionale gli comunicano e “trasmettono”, infatti, la loro passione.
“Chiedo di entrare - racconta ancora Luigi Miotti - e gentilmente acconsentono. Quella che mi trovo davanti è una struttura completamente cambiata rispetto all'anno precedente, tutto nuovo, dalla struttura ai vagoni restaurati fino ad arrivare alla storica locomotiva tutta luccicante, una meraviglia. Tutto questo ovviamente condito da spiegazioni, storia e progetti da parte di un associato che si prodiga come molti altri per fare rivivere un pezzo di storia della nostra amata Valsugana.”
Al “turista del momento” è stato anche spiegato che all'interno dell'area museo i vagoni “vengono spostati a mano”. È quanto ha confermato al visitatore anche un'altra persona, che “stava lavorando all'interno di una carrozza sporgendosi dal finestrino con il viso tutto nero di polvere di ferro”, aggiungendo che “questo incubo finirà quando riusciranno a restaurare una vecchia motrice, chiamata “Sogliola”, per la movimentazione dei vagoni all'interno dell'area.”
Ed eccoci quindi al punto: la SVF ha promosso una campagna di raccolta fondi del tipo crowdfunding (finanziamento dal basso) per sostenere le spese di revisione del'lautomotore da manovra “Sogliola” L-14 costruito dalla Badoni di Lecco nel 1942. “Costituisce un vero pezzo da museo - si legge nella pagina Facebook dell'associazione-. Una volta reso efficiente, verrà utilizzato per le manovre all'interno dello scalo del Museo Ferroviario di Primolano, dov'è conservato il Treno Storico a vapore della Valbrenta del 1916, due carrozze viaggiatori d'epoca (1936 e 1951) e due carri merci d'epoca (costruiti nel 1931 e 1934) per il trasporto bici al seguito dei viaggiatori.”
“Il tutto - spiega ancora il testo - va ad inserirsi in un più ampio progetto di rivalutazione turistica che vede protagonisti il treno a vapore e la pista ciclabile, in un connubio di storia, turismo e territorio.”
Il costo per la rimessa in marcia del mezzo rotabile è stimato in 8500 euro.
Da qui il lancio della raccolta fondi “in cui è la massa e non il singolo a sostenere il progetto” e alla quale si può partecipare “anche con un piccolo contributo di 3, 5... 10 euro”.
“Tutto questo, direttore, mi ha colpito e non poco tant'è che ho promesso di fare una donazione - mi scrive ancora il nostro lettore -. Poi, pensandoci meglio, la donazione mi sembrava pochino, ecco perché ho deciso di scrivere questa email, azzardata forse, inopportuna può essere, ma alla base di tutto mi andava di farlo.”
“Quello che sto facendo - aggiunge - è a loro insaputa, neanche li conosco, però per la passione, l'amore e il tempo che stanno dedicando a questo progetto in modo gratuito meritano tutta la mia stima e ammirazione.”
Egregio Luigi: la sua email non è azzardata né tanto meno inopportuna.
Mi ha permesso difatti di conoscere, e di divulgare ulteriormente al pubblico dei lettori, questa interessante iniziativa locale e insieme comprensoriale che a mia volta segnalo con piacere, riportando anche il link della pagina Fb della SVF: m.facebook.com/SVFSocietaVenetaFerrovie/?locale2=it_IT
E se è vero che - come affermano i sacri testi del marketing territoriale - la cosiddetta attrattività d'area deve partire dal basso, la storia della “Sogliola” e del gruppo di appassionati che vogliono rimetterla in moto per dare vita alla rivalutazione turistica dell'area ne rappresenta un esempio lampante.
Anzi, direi quasi profetico: per un progetto, come il Marchio d'Area, che sta ancora attendendo di partire sul binario giusto.
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