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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Il Ponte di Leg(n)o

Divagazioni a ruota libera sulla splendida riproduzione con 13mila mattoncini Lego del Ponte di Bassano, realizzata dal farmacista di San Nazario Ruggero Comacchio e esposta in mostra fino a Epifania al Palazzo dei Trecento di Treviso

Pubblicato il 05-01-2016
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Vi dirò la mia: per me è bellissima. Studiata, fantasiosa e accurata nei minimi dettagli. E - soprattutto - perfettamente dritta, integra, lineare e regolare nelle forme, come non siamo abituati a vedere il suo “originale” ormai da tempo.
Sto parlando della riproduzione del Ponte di Bassano, ovvero Ponte degli Alpini, realizzata interamente con mattoncini Lego - 13mila pezzi, per la precisione - dalla passione, dalla perizia e dalla pazienza di Ruggero Comacchio, farmacista che risiede in quel di San Nazario. Il quale, tra un Moment e un'Aspirina, ha trovato il tempo e il modo di ricostruire il modello in scala del monumento simbolo della nostra città.
Ci sono voluti nove mesi per compiere l'opera, che fino a domani, Epifania, si può ammirare a “Treviso Bricks” al Palazzo dei Trecento di Treviso: l'evento speciale dell'11° Mostra del Modellismo nel capoluogo della Marca interamente dedicato alle costruzioni con i celeberrimi mattoncini danesi.

Il Ponte di Lego realizzato da Comacchio. Fonte immagine: Facebook/Guidandovi a VIcenza e dintorni

E non si tratta per nulla di un “modellino”, avendo dimensioni ragguardevoli: un metro e ottanta di lunghezza e mezzo metro sia di altezza che di larghezza.
Per “clonare” il Ponte Vecchio, Comacchio lo ha studiato a fondo, con sopralluoghi degni di uno specialista del restauro. Ricostruendo le architetture del manufatto - piloni, rostri, balaustre, travature eccetera - con dei pezzi che non si trovano, ovviamente, nei normali negozi: per reperirli si è dovuto rivolgere ad alcuni rivenditori europei e allo “scambio di mattoni” tra appassionati su internet.
Un'opera da gustare nei numerosi particolari, riprodotti con attenzione davvero maniacale: compresi i buchi delle “palle francesi” sul muro esterno della Grapperia Nardini e gli interni dei locali e delle case attigue al Ponte.
C'è poi tutta la “popolazione” che anima la scena: sopra ma anche sotto il Ponte, dove transitano sul ripiano azzurro del Brenta le canoe e i gommoni dei vari Ilario Baggio e Ivan Pontarollo, scelti da chi vi scrive come rappresentanti delle due categorie di navigatori fluviali, in versione omini di Lego.
Ne parlo perché mi sembra davvero un argomento simpatico e leggero, e in quanto tale adatto all'Epifania: quasi un break di fine Festività alle brutte notizie che hanno contraddistinto, per la pagina della cronaca, la fine dell'Anno Vecchio e l'inizio di quello Nuovo. Abbiamo bisogno, per spezzare l'aria, anche di queste amenità. Che ci dimostrano, se mai ce ne fosse bisogno, quanto la creatività nel tempo libero possa portare a godibilissimi risultati.
Anche per questa ennesima - ma inedita - riproduzione in scala dell'aspirante (© by apposito Comitato di Roberto Astuni & C.) Monumento Nazionale.
Con un materiale che apparentemente nulla ha a che fare con il Ponte ligneo: tuttavia, se ci pensiamo bene, basta togliere una “enne” ed ecco che il Legno si trasforma in Lego.
A questo punto le divagazioni del vostro cronista non possono non porgersi una domanda di pregnante attualità.
E cioè: nel ricostruire il Ponte “da zero” - e quindi in ossequio alla autorevole ma non ascoltata scuola di restauro giapponese - l'autore avrà riprodotto con i mattoncini anche quel livello della struttura altresì noto come massicciata, attualmente in fase di rimozione sul Ponte vero in vista dell'intervento di ripristino e di consolidamento statico del manufatto?
Oppure lo strato di Legoland applicato sotto il piano di calpestio percorso dai tanti colorati personaggini è più assimilabile alla maxi trave reticolare progettata, per il futuro consolidamento statico del monumento, dalla scuola di pensiero del professor Modena? Questo, cari lettori, è il dilemma.
E avvicinandomi alla conclusione, porgo i miei più sinceri e sentiti complimenti al farmacista Ruggero Comacchio per il suo capolavoro.
Ma gli chiedo anche il permesso di sollevare un unico appunto: fra i tanti personaggi che rendono ancora più vivace la scena del Ponte ricostruito con 13mila mattoncini, ne manca uno. Ed è l'omino Lego con le sembianze del vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Roberto Campagnolo.
Immaginare in questo periodo il Ponte di Bassano senza di lui, non è cosa.

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