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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Turismo, flessione e riflessione

Bassano nel 2014 perde il 10% delle presenze turistiche, il comprensorio bassanese il 2%. Il presidente degli albergatori Roberto Astuni: “Ciò che manca è un vero programma di marketing territoriale”

Pubblicato il 23-12-2014
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Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa, trasmesso in redazione dal presidente della categoria Albergatori di Bassano Roberto Astuni:

COMUNICATO

Foto: archivio Bassanonet


IL TURISMO CHE VERRA'

Bassano perde il 10% delle presenze turistiche, il comprensorio bassanese il 2%. Questi sono i dati allarmanti raccolti dalla Provincia (fino ad agosto 2014), anche se i risultati vanno comunque analizzati attentamente. Neanche le presenze natalizie hanno ridotto questa importante perdita,
dovuta quasi tutta al calo dei turisti italiani. Per fine anno ancora peggio: tutte le strutture indicano una flessione nel numero di presenze rispetto allo scorso anno. Nonostante il mio sempre presente ottimismo, subito mi sorge spontanea una domanda. Possibile che la crisi sia l’unica responsabile? Bassano del Grappa, che gode di un forte appeal (8° Comune in Veneto per web reputation) perde presenze dopo anni comunque di stallo? Tra ricchezze culturali e paesaggistiche, senza contare l’enogastronomia, Bassano è una perla che non ha eguali. Ma allora perché è iniziato questo lento, ma inesorabile, processo degenerativo?
Per anni si è pensato solo a un turismo di prossimità, si è lavorato molto per far venire a Bassano qualche padovano in più la domenica, ma di certo non si è fatto nulla per elevare l’attrattività del nostro territorio agli occhi del turismo internazionale.
Ciò che manca è un vero programma di marketing territoriale, termine spesso usato - e abusato - per definire programmi turistici, che sono invece una questione completamente diversa. Il marketing territoriale ha obiettivi diversi, e cioè una modifica strutturale della capacità di attrazione del territorio nel medio-lungo periodo. Manca quindi un vero governo dell'attrattività del territorio che faccia emergere un’identità forte, condivisa, capace di rendere coerenti tutte le progettualità in divenire sul territorio. In assenza di un’identità e della sua narrazione non si otterrà nessun posizionamento e la percezione continuerà a rimanere bassa. L'assenza di competitività è il frutto di un processo degenerativo che è in atto ormai da tempo proprio perché non governato.
Le regole sul turismo sono cambiate; oggi è la Comunità Europea che definisce le buone pratiche seguendo le quali il nostro territorio potrebbe diventare una destinazione internazionale.
L’idea di dotarci di un marchio d’area “Territori del Brenta”, ad esempio, è una necessità impellente per avere un sistema di comunicazione coordinato, univoco e coerente, tracciando linee guida comuni da rispettare attraverso disciplinari sul piano dell'immagine e su quello della narrazione. In sintesi, ciò vuol dire “fare marca” (branding) per elevare l'attrattività e tradurla in competitività, economia diffusa e sostenibile, posti di lavoro sicuri e qualificati.
In tutto questo noi imprenditori del settore turistico abbiamo una grandissima responsabilità proprio perché le richieste e le proposte devono partire dal basso: le Amministrazioni hanno il ruolo strategico di favorire tutto ciò, di accogliere le istanze, di svolgere infine il vitale ruolo amministrativo" nei partenariati pubblico/privato sul territorio. Oggi siamo dunque chiamati a una sfida importante, e altrettanto importante è partire in modo corretto e non improvvisato.
Devo anche dire che le Amministrazioni locali hanno ben accolto l’idea del marchio d’area e di una regia unica di comunicazione per il territorio, mentre meno “attenti” sono stati proprio gli imprenditori che non hanno manifestato interesse nell’approfondire questi temi.
Credo però che, anche grazie al lavoro dei promotori del marchio d'area, sia cresciuta sensibilmente una precisa consapevolezza: dobbiamo essere coesi per intraprendere questo cammino, altrimenti continueremo ad assisere  all’inesorabile processo di progressiva decrescita che purtroppo le presenze turistiche evidenziano.
La prima conferma che "l'unione fa la forza" viene proprio da una delle tre linee guida dichiarate dai tre promotori del Marchio d’Area: Ciclopista, Polo Museale, Mobilità Sostenibile. Dopo la visita a Venezia del trio con i dirigenti della Regione e dopo l’ampia eco ottenuta dalla stampa locale, oggi sappiamo che finalmente la Regione si è accorta anche della “nostra ciclabile” e Bassano sarà capofila del progetto di prolungamento della Ciclopista del Brenta che raggruppa anche diversi Comuni della Valbrenta.
Inoltre la nuova legge sul turismo ha cambiato la geografia turistica in Veneto: non si parla più di aree amministrative (Province) ma di aree tematiche (attrattività), e Bassano è proprio al centro dell’area tematica decisa dalla Regione e cioè la “Pedemontana Veneta e Colli”. Un’area molto vasta, che va dalla Valpolicella nel veronese fino a Vittorio Veneto e la riva sinistra del Piave nel trevigiano. Un territorio meno conosciuto rispetto alle più classiche destinazioni turistiche del Veneto, ma con grandissimo potenziale di crescita. Le attività che poi accomunano questo tematismo turistico sono sempre le stesse: arte, cultura, enogastronomia e sport outdoor. Ecco che il neonato Consorzio Turistico Regionale Pedemontana e Colli, con sede proprio a Bassano, avrà una responsabilità e ruolo importante nel futuro turismo.
Sono convinto che seguendo le linee guida di economia turistica indicate dalla Commissione Europea (approccio Leader), che mettono in guardia dagli approcci "artigianali", potremo avere una precisa valutazione del potenziale turistico del territorio, e che tutto ciò permetterà di ridurre al minimo il rischio di impegnarsi in investimenti sbagliati.
Tutto ciò a patto che ci si affidi a una direzione preparata perché nonostante le coincidenze negative dovute alla crisi economica un buon management del turismo può far sopravvivere un territorio, ma un management incompetente può rovinare l'immagine di un territorio, anche in presenza di coincidenze positive.

Roberto Astuni

Presidente Albergatori Bassanesi

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