Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 12-10-2012
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Luigi Cadorna? Cancellate il suo nome.
E' la richiesta-provocazione di Ettore Beggiato, vicentino, venetista della prima ora e “Patriota Veneto” come si legge nel suo profilo web, già consigliere e assessore regionale e autore di una consolidata pubblicistica sulla revisione della storia del Veneto a partire da quello che da sempre lui stesso ama definire il “plebiscito-truffa del 1866 di annessione all'Italia”.
Questa volta, però, l'attenzione del Beggiato “storico” si concentra sulla controversa e discussa figura del generale che diresse le sorti dell'Esercito Italiano nella Prima Guerra Mondiale fino alla rovinosa disfatta di Caporetto.
Uno scorcio di Piazzale Cadorna a Bassano (foto Alessandro Tich)
Per lo studioso e politico vicentino, durante gli eventi bellici il comportamento di Cadorna nei confronti dell'esercito al fronte fu talmente inetto e scellerato da non meritare alcun postumo riconoscimento.
Da qui la proposta, contenuta in una lettera trasmessa al sindaco di Bassano del Grappa Stefano Cimatti, di “cambiare il nome a Piazzale Cadorna”
Riportiamo di seguito integralmente il testo della lettera di Beggiato al sindaco di Bassano:
“Egregio Signor Sindaco,
la città di Bassano del Grappa è sicuramente uno dei luoghi-simbolo della prima guerra mondiale; a Bassano e nel circondario numerose sono le testimonianze di quella che Benedetto XV definì “l’inutile strage” e il “suicidio dell'Europa civile”: dall’area monumentale Monte Grappa al Tempio Ossario, dal Col Moschin al Ponte degli Alpini.
Testimonianze della guerra sono naturalmente presenti anche nella toponomastica bassanese; in particolare vorrei soffermarmi sul piazzale dedicato a Luigi Cadorna.
La figura del generale Luigi Cadorna è, da sempre, molto discussa.
Comandante supremo dell’esercito italiano fino alla disfatta di Caporetto, fin da subito si distinse per la scarsa o nulla considerazione della vita dei poveri soldati che mandava all’assalto senza nessuna protezione (e speranza) o per quelli che decimava senza alcuna pietà.
“Cadornismo” fu il termine inventato da Antonio Gramsci proprio per definire quella lucida follia, quel trattare gli essere umani come “carne da macello”.
Francesco Rosi, nel film tratto dal libro di Emilio Lussu “Un anno sull’Altopiano” mostra gli ufficiali austriaci che, dall’alto delle loro postazioni gridano “Basta, valorosi soldati italiani, non fatevi uccidere così”….
E mentre ci avviciniamo al primo centenario dell’inizio delle ostilità, sembra diradarsi la retorica patriottarda che ha sempre caratterizzato il dibattito sulla prima guerra mondiale: già nel 2009 Ferdinando Camon scrisse sul “Mattino” un significativo articolo chiedendo fosse cambiato il nome alla via Cadorna a Padova, così come a Piazzale Cadorna a Udine; e nel capoluogo friulano il sindaco Furio Honsell e la sua giunta hanno accolto la proposta dell’intellettuale veneto.
In diverse altre città la questione è ancora in corso e la discussione è particolarmente vivace.
Ecco perché, signor Sindaco, mi permetto di sottoporre la questione alla Sua attenzione. Sostituisca l’intitolazione a Luigi Cadorna, perché come ha scritto Ferdinando Camon “Aver dato il nome di Cadorna è stato, ieri, un errore. Mantenerlo ancora diventa, ormai, una colpa”.
Cordialmente
Ettore Beggiato
Già assessore regionale del Veneto”