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Tribunale: “Bassano e Vicenza, un unico problema comune”

L'avvocato bassanese Gabriella Terziari invita gli avvocati di Bassano e Vicenza “a fare fronte comune nei confronti di un provvedimento che sconvolge i delicati equilibri di tempo e di spazio che agitano già oggi il Tribunale di Vicenza”

Pubblicato il 03-10-2012
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Riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento, trasmesso in redazione dall'avvocato Gabriella Terziari di Bassano del Grappa:

BASSANO E VICENZA, UN UNICO PROBLEMA COMUNE: LA GIUSTIZIA

Foto: archivio Bassanonet


I recenti scompigli normativi in tema di “riorganizzazione” delle circoscrizioni giudiziarie, se così si può definire la soppressione di quasi mille uffici Giudiziari sul territorio nazionale, hanno portato alla ribalta il problema, attualissimo ma anche antico, dello stato dell’edilizia giudiziaria a Vicenza ed a Bassano del Grappa, ove sono in via di completamento due nuovi palazzi di giustizia, destinati a sostituire quelli, storici ma ormai inadeguati, fino ad oggi utilizzati quali sedi del Tribunale.
Parallelamente, in quanto conseguente alla soppressione del Tribunale di Bassano ed al suo accorpamento a Vicenza, sono emersi, ancor più evidenti, i problemi relativi al numero dei magistrati e del personale che vi operano, poiché la mole di lavoro che si prospetta sommergerà Vicenza, tenuto conto anche dell’intervenuta soppressione della Sezione Distaccata di Schio, corrisponde ad un vero e proprio tsunami.
Il progetto del nuovo Tribunale di Vicenza, concepito quasi vent’anni fa, non poteva certo prevedere l’intervenuta necessità di spazi da adibire ad uffici per i giudici e a nuove aule per la celebrazione dei processi attualmente in carico alle sedi di Bassano e Schio, con relative cancellerie, né tantomeno poteva immaginare la realizzazione degli uffici e delle cancellerie per tutti i Giudici di Pace della provincia, che anch’essi, alla luce della nuova normativa, ivi dovranno trovare collocazione.
In ogni caso, è agevole ritenere, senza tema di essere smentiti, che il contraccolpo sui tempi di smaltimento delle cause pendenti avanti ai due Tribunali, e di quelle nuove che nel frattempo verranno iscritte a ruolo, sarà tale da allontanare in un futuro imprevedibile la definizione delle cause civili e dei procedimenti penali, mettendo così a repentaglio la tutela di interessi economici e personali, da una parte, e di ordine pubblico e rispetto della legalità, dall’altra.
Laddove, infatti, non vi sia la possibilità di dirimere in tempi relativamente rapidi le controversie tra i cittadini, coinvolgenti le regole del vivere civile, come, per esempio, il rispetto degli impegni contrattuali, la tutela dei minori nelle separazioni, il recupero dei crediti e la tutela del lavoro, da una parte; e non si riesca a provvedere in tempo utile a perseguire e punire i reati che minano la sicurezza e la stabilità sociale, come, per esempio, la diffusione degli stupefacenti, lo sfruttamento dei più deboli, la corruzione, la bancarotta, e quant’altro leda il diritto delle persone ad una convivenza libera dalla delinquenza, dall’altra; laddove questo debba accadere a causa della incapacità della giustizia di fare la sua parte per far rispettare la legalità, non si può che decretare la sconfitta dello Stato, anche se “apparentemente” e “formalmente” organizzato in strutture astrattamente più efficienti.
I tempi necessari per ottenere una sentenza civile si dilateranno ben oltre i sei/sette anni che oggi si attendono a Vicenza, e la prescrizione dei reati la farà da padrona, permettendo ai disonesti di farsi beffe del rispetto delle leggi e delle persone offese, che attenderanno invano soddisfazione;
la situazione che si prospetta appare ancor più grave, in quanto sembra che la pianta organica dei magistrati non sarà corrispondente alla somma aritmetica delle attuali piante, come inizialmente si riteneva dovesse accadere a seguito della soppressione del Tribunale di Bassano, con conseguente “migrazione”, se non delle persone fisiche dei magistrati bassanesi, quantomeno del loro “posto”, bensì sarà molto inferiore, con la perniciosa conseguenza che sui magistrati attualmente in forza a Vicenza verrà a ricadere, aggiungendosi al loro carico attuale, anche quello dei procedimenti attualmente pendenti a Bassano, e di quelli nuovi che perverranno da tutto il territorio accorpato.
In quest’ottica, non è chi non veda come gli avvocati di Bassano del Grappa e quelli di Vicenza, saldamente incardinati nei rispettivi bacini, e ben lungi dal temere concorrenza gli uni dagli altri, abbiano, invece, un problema comune, ossia quello di poter promettere, se non garantire, ai propri assistiti una risposta di giustizia che tale possa essere considerata anche dai non addetti ai lavori;
non vi è giustizia, infatti, senza speranza e fiducia in una sentenza veloce e, nello stesso tempo, ponderata, perché emessa da un giudice libero dalla pressione di un carico abnorme che gli gravi sulle spalle.
Gli avvocati di Bassano e Vicenza, in nome di una superiore esigenza di giustizia, che è alla base di una convivenza democratica, non possono quindi che far fronte comune nei confronti di un provvedimento, la soppressione del Tribunale di Bassano del Grappa, che sconvolge irrimediabilmente i già delicati equilibri di tempo e di spazio che agitano già oggi, autonomamente, il Tribunale di Vicenza.
La presa d’atto di tutti gli avvocati non può che essere quella di arginare la piena ed impedire il disastro della giustizia nel territorio, in un comune sentire che vada oltre le spicciole faccende di bottega e allunghi lo sguardo verso un obbiettivo comune, ovvero la funzionalità e l’efficienza della giustizia, civile e penale, da intendersi come giustizia reale, e non quella, sulla carta, prodotta dai numeri e dalle medie aritmetiche così inopportunamente poste alla base della “riforma epocale”, così chiamata quasi fosse una formula magica capace di portare l’Italia al pari dei moderni paesi europei.
Solo l’unità di intenti, e la collaborazione tra i professionisti che operano nel settore della giustizia, bassanesi e vicentini insieme, può scardinare il perverso meccanismo previsto dal decreto legislativo che sopprime il Tribunale di Bassano del Grappa, e scongiurare il rischio della paralisi della giustizia del territorio, nell’interesse di un sereno operare negli studi e nelle aule, e nella prospettiva che gli interessi dei propri assistiti possano essere tutelati in tempi ragionevoli da giudici non oberati e, pertanto, più sereni e motivati.

Avv. Gabriella Terziari

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