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Rischio alluvioni: “Servono nuove infrastrutture”
Esondazioni e siccità: le due facce della medaglia dei cambiamenti climatici. L'appello del Consorzio di Bonifica Brenta alla Regione Veneto e alla Provincia di Trento: “Servono bacini di trattenimento temporaneo”
Pubblicato il 26-07-2012
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Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato, trasmesso in redazione dal Consorzio di Bonifica Brenta:
COMUNICATO

Una piena del Brenta (archivio Bassanonet)
Incontro di presentazione del Piano di gestione del rischio di alluvione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali
Sulla materia del rischio di alluvioni l’Unione Europea ha predisposto un’apposita Direttiva (la numero 60) ancora nel 2007, ma come spesso avviene in Italia, essa è stata recepita con un certo ritardo, in particolare con il Decreto Legislativo n° 49 del 2010.
La Direttiva Europea 2007/60 relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi da alluvioni ha l’obiettivo di istituire in Europa un quadro coordinato per la valutazione e la gestione dei rischi di alluvione che è principalmente volto a ridurre le conseguenze negative per la salute umana nonché a ridurre i possibili danni all’ambiente, al patrimonio culturale e alle attività economiche connesse con i fenomeni in questione.
In tal senso l'art. 7 della direttiva prevede la predisposizione del cosiddetto Piano di Gestione del rischio di alluvioni.
Incaricata di seguire tale materia è nel nostro territorio l’Autorità di bacino, che ha organizzato al proposito un incontro aperto ad oltre 600 tra Enti ed Istituzioni, tenutosi a Mestre lo scorso lunedì 16 luglio.
Erano presenti rappresentanti delle Regioni Veneto (assessore Maurizio Conte) e Friuli e delle due Province Autonome di Trento e Bolzano, che hanno tenuto tutti un intervento per esprimere il loro impegno in materia, in uno spirito di collaborazione che deve guardare oltre i confini amministrativi, visto che ovviamente le acque non ne tengono conto.
Era presente anche il presidente del Consorzio di Bonifica Brenta, Danilo Cuman.
“Nell’occasione si è parlato delle alluvioni, ma stiamo vivendo in questi giorni quella che può essere considerata l’altra faccia della medaglia nella partita del cambiamento climatico: la siccità - ha dichiarato il presidente Cuman -. Se in certi momenti l’acqua è troppa e in altri è troppo poca, l’unica soluzione seria è creare dei bacini di trattenimento temporaneo, in altre parole ‘mettere l’acqua in cassaforte’. Utilizzo questa frase, che è stata usata proprio dall’Autorità di bacino in una recente pubblicazione e che ringrazio per il prezioso lavoro che sta svolgendo. Nel caso del bacino idrografico del Brenta, il serbatoio a cui ci si può riferire è quello del Vanoi, che si collocherebbe a confine tra il Veneto e il Trentino. Era previsto ancora 40 anni fa dalla Commissione De Marchi.”
“Ho fatto quindi un appello - prosegue Cuman - alla presenza di illustri rappresentanti della Regione Veneto e della Provincia di Trento affinché si possa non dico realizzare, ma almeno ragionare insieme su questa opportunità, valutando quelli che possono essere i benefici per tutte le parti coinvolte, spero senza ideologismi e guardando al bene comune, che non conosce confini amministrativi o politici.”
“Nel 2010 è andato in crisi il Bacchiglione - conclude Cuman -, ma se fosse successo al Brenta il disastro sarebbe stato molto peggiore. Attenzione, perché se questi passi non vengono fatti, sarebbe molto spiacevole doversene pentire amaramente. Lo dico con molta umiltà, ma con altrettanta schiettezza. Si può a questo punto sperare che l’appello venga raccolto e che ci si possa confrontare su infrastrutture che ormai non possono essere più rimandate; questa volta l’Europa ha dato un termine (il 2015) e controllerà con rigore se le scadenze verranno rispettate e soprattutto se il Piano sarà risolutivo.”
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