Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 26-06-2012
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“Chiedo ai deputati del Popolo della Libertà di non votare la fiducia al disegno di Legge sul lavoro, e lo faccio da Assessore al Lavoro di una terra che vive di lavoro e di imprese che assumono e che si muovono in una competizione sempre più difficile il cui primo avversario è la burocrazia ed il socio più influente ed invadente è lo Stato.”
Lo dichiara, in una nota pubblicata sul sito www.posizione.org, Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione, Formazione e al Lavoro.
“È un appello - aggiunge Donazzan - che indirizzo a coloro che hanno a cuore il futuro dell'Italia, il bene delle nostre imprese, che conoscono il lavoro veramente, soprattutto che sanno quanto impatterà questa assurda riforma delle norme sul lavoro, l’approvazione porterà infatti a maggiore rigidità in entrata, ad un aumento del costo del lavoro per tutta una serie di contratti, all’irrigidimento anche in uscita, con addirittura un peggioramento del famigerato articolo 18, con l'aggravante di aver spostato la decisione del contenzioso, non sulla responsabilizzazione delle parti, ma sul giudizio della magistratura.”
Foto Alessandro Tich
“Si andrà - spiega l'assessore - ad appesantire ulteriormente tutto ciò che concerne i contenziosi in tema di lavoro e, di fatto, estendendo l'applicazione del noto articolo 18 anche alle Pmi e alle imprese artigiane fino ad oggi esentate, e si rischia così di dare loro un colpo mortale e ritengo inoltre del tutto prevedibile che vi sarà una ulteriore diminuzione di contratti a tempo indeterminato”.
“Infine - aggiunge l’assessore regionale - c’è una ragione di coerenza politica e culturale. La maggiore spinta riformista durante i governi del centrodestra, l'abbiamo avuta proprio in tema di lavoro: riforma Biagi, Testo Unico su Apprendistato, estensione degli ammortizzatori sociali, responsabilizzazione delle parti attraverso la bilateralità, nuovo rapporto scuola-lavoro.”
“Questa Riforma - conclude Donazzan - su cui il Governo Monti chiede la fiducia va nella direzione opposta a tutto quello che abbiamo fatto finora, come potrà, non solo il nostro elettorato, ma gli italiani in generale credere quando ci ripresenteremo parlando di lavoro e impresa?”.