Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 31-01-2012
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“Evidentemente la Befana era molto arrabbiata”. E' l'amara battuta di Fabio Comunello, presidente dell'associazione di promozione sociale Conca d'Oro onlus,
benemerita gemmazione della Fondazione Pirani-Cremona di Bassano del Grappa.
Comunello è l'“anima e cuore” della biofattoria sociale Conca d'Oro di via Rivoltella Bassa, ai confini con Pove e all'imbocco della Vallata, esempio eccellente di struttura pensata e gestita per l'inclusione lavorativa di ragazzi portatori di handicap o in situazione di disagio sociale.
Il presidente di Conca d'Oro onlus Fabio Comunello davanti alla serra distrutta (foto Alessandro Tich)
Una comunità-alloggio, un punto ristorazione, un'area di sosta “solidale” per camperisti e amanti della natura e soprattutto una fattoria che permette agli ospiti di praticare l'agricoltura biologica, trasformare i prodotti coltivati e proporli in vendita diretta al pubblico: Conca d'Oro, assieme ad altre e diversificate iniziative, è tutto questo.
Un lungimirante e concreto esempio di autogestione economica: gli introiti derivanti dall'attività agricola, di ristorazione e di ricettività turistica sono totalmente finalizzati a far camminare la biofattoria sociale e la cooperativa agricola con le proprie gambe.
Con tutti i rischi d'impresa, annessi e connessi.
L'accenno alla Befana è riferito al dirompente evento atmosferico verificatosi nella serata della scorsa Epifania: una tromba d'aria che ha attraversato l'area della Conca e ha completamente distrutto la serra principale della fattoria, lasciando incredibilmente intatte le altre serre vicine.
La serra abbattuta dal vento era adibita alla coltivazione di tutte le verdure precoci: spinaci, insalatine, peperoni, patate, fagiolini. Tutte produzioni bloccate, in attesa del ripristino della struttura.
“La sera del 6 gennaio - ci riferisce Comunello - è passata una piccola tromba d'aria. La serra, che era già stata chiusa a causa delle condizioni del tempo, è stata completamente investita mentre le altre, a pochi metri di distanza, non sono state toccate. Ora siamo in trattative con l'assicurazione per vedere quanto del danno è disposta a coprire.”
La serra divelta, che era stata la prima ad essere collocata nell'area della fattoria sociale, era costata 12mila euro più Iva. Ora, per ricostruirla, il preventivo è di 15mila euro più Iva. A tutto ciò si somma un danno per mancata produzione stimato in più di 3mila euro, più le ore di lavoro impegnate per salvare il salvabile tra sementi e piantine.
“Questo episodio - commenta Comunello - ci insegna l'antica legge della precarietà dell'agricoltura. Questi eventi eccezionali non si possono mettere in preventivo, ma nella gestione complessiva della fattoria non possiamo affidarci solo alle produzioni agricole. Dobbiamo diversificare con altre iniziative e attività non soggette all'imprevedibilità di Madre Natura.”