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Alessandro Tich
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Bassanonet.it
La sindrome di Heidi
Lassù sulle montagne: a proposito della sentenza della Corte Costituzionale che colloca Bassano in provincia di Belluno
Pubblicato il 01-02-2014
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Siamo alle solite. Più volte, in passato, qualche servizio di qualche Tg di Stato ha collocato Bassano del Grappa in provincia di Treviso o chi per essa.
Ricordo ancora, in altri tempi televisivi, la riluttanza di qualche ospite politico - proveniente da un'altra città del Veneto, ad esempio dalla lontanissima Padova, e che avevo invitato in trasmissione -, restio a sobbarcarsi un viaggio serale fino a Bassano per evitare le “strade di montagna”.
Siamo ai confini della realtà, ma è realtà: molti non sanno proprio dove ci troviamo e l'idea della città del Grappa e degli Alpini può anche suscitare, ai non bene informati (e sono tantissimi), la distorta percezione di una località adagiata tra canaloni e declivi dove è possibile incontrare Heidi mentre con l'amichetta Clara va a trovare suo nonno.

E vaglielo a spiegare che siamo invece l'ultimo baluardo della rassicurante e industrializzata Pianura Padana.
Ora però siamo al grottesco puro: con la curiosa ma a suo modo inquietante notizia, diffusa oggi dal Giornale di Vicenza, della clamorosa figuraccia rimediata nientemeno che dalla Corte Costituzionale. La quale - nella motivazione della pronuncia di rigetto del ricorso contro la chiusura del Tribunale di Bassano - ha collocato la nostra città in provincia di Belluno.
A suo modo, è un colpo di genio: ma genio tragicomico.
Per la Consulta, infatti, “le difficoltà di collegamento, nonché le relative distanze, escludevano un accorpamento degli uffici di Bassano a quelli di Belluno, mentre le verifiche endo-provinciali, non sortivano effetti utili al suo mantenimento attraverso operazioni di riequilibrio dei territori.”
Tradotto in italiano: all'interno della stessa provincia (“verifiche endo-provinciali”), e cioè la provincia di Belluno, non è emerso un equilibrio territoriale - in termini di bacino di utenza del circondario giudiziario - tale da giustificare il mantenimento di Bassano.
Neanche Kafka avrebbe fatto di meglio. Perché nel testo della motivazione c'è anche la ciliegina sulla torta: “L'orografia locale ( ! NdR ), i collegamenti e la stretta contiguità territoriale con il tribunale di appartenenza, non consentivano di riequilibrare adeguatamente i due tribunali di Bassano e di Belluno all´interno della stessa Provincia, mentre l´accorpamento a Vicenza permetteva a quest'ultimo di mantenere gli standard di efficienza.” E anche sugli “standard di efficienza” del Tribunale di Vicenza - se non fosse un argomento molto serio - ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate.
E infatti il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Bassano Francesco Savio, che ha segnalato il madornale errore, non ride: anzi, è arrabbiatissimo.
Non si arrabbi, egregio avvocato, non ne vale la pena: la motivazione degli altissimi giudici della Consulta altro non è che l'ennesima riprova di quella ignoranza di Stato da cui tutta questa interminabile storia della soppressione del Tribunale di Bassano ha preso origine.
Bisogna farsene una ragione: continuiamo - giustamente ed orgogliosamente - a parlare di Bassano come se fosse il centro del mondo, ma ad ogni chilometro più in là dalle rive del Brenta diventiamo sempre più piccoli, come una città vista dal finestrino di un aereo in fase di decollo. E una volta che l'aereo vola sopra le nuvole, la città è oramai un puntino invisibile. Ecco cosa siamo noi: un puntino invisibile, che le istituzioni sopra le nuvole di uno Stato autoprotettivo e autoreferenziale non trovano sul radar.
E non è colpa solamente dello Stato e delle sue più alte e disattente cariche, ma anche e soprattutto di quel “peso politico” nei Palazzi della capitale che ormai da anni Bassano ha oggettivamente e tristemente smarrito.
E così, la sindrome di Heidi colpisce ancora: per la Corte Costituzionale della Repubblica Italiana, massimo garante della conformità delle leggi ai dettami della Costituzione, ci troviamo lassù sulle montagne del territorio di Belluno.
Per carità: tutto il rispetto di questo mondo per gli amici bellunesi, che sono custodi di un territorio meraviglioso e che non c'entrano per nulla con questo sfondone istituzionale. Ma a ognuno il suo: e sono certo che anche i Belumat saranno d'accordo.
A proposito, non dite a Roma che Bassano fa anche parte di una Comunità Montana. Alla prossima sentenza, potremmo trovarci su qualche cocuzzolo ancora più alto. Ma c'è anche il rovescio della medaglia: dopo la tappa del Giro d'Italia, potremmo sempre aspirare all'organizzazione di una gara della Coppa del Mondo di Sci.
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