Ultimora
26 Apr 2025 16:14
Bizet 150: Carmen e quello screzio tra Chaplin e Caruso
26 Apr 2025 14:39
L'approccio multidisciplinare contro i tumori ossei
26 Apr 2025 14:23
A Vicenza nuovo raid dei No Vax, contro la sede del Pd
26 Apr 2025 14:15
Incidenti sul lavoro:15 morti in primi due mesi 2025,79 nel 2024
26 Apr 2025 12:50
Cade da tetto di casa, morto uomo nel Vicentino
26 Apr 2025 10:46
Treviso-Ostiglia Festival eventi su 80 chilometri (1-4 maggio)
27 Apr 2025 09:20
Sparatoria in piazza a Monreale, due morti e tre feriti
27 Apr 2025 07:40
Centinaia di fedeli a Santa Maria Maggiore per l'omaggio al Papa
27 Apr 2025 07:53
Quel flash che è subito storia
27 Apr 2025 07:33
Macchina sulla folla a un festival a Vancouver, diversi morti
27 Apr 2025 07:08
Il pre-Conclave entra nel vivo, decisive le congregazioni
L’economia è in stallo. Lo ha registrato l’Istat un paio di giorni fa rendendo noto che la crescita cumulata nel 2024 è di appena lo 0,4%, con una variazione del prodotto interno lordo praticamente nulla rispetto al trimestre precedente.
Con questa crescita acquisita al 30 settembre diventa praticamente impossibile raggiungere il traguardo dell’1% che aveva stimato il governo per il 2024, e se non si dovesse concretizzare una velocizzazione notevole da qui a fine anno anche il +0,7% previsto dal Fondo Monetario per l’Italia diventa un obiettivo molto distante.

Linee di assemblaggio Volkswagen
Tanto maggiore sarà la distanza rispetto alle stime di crescita governative tanto maggiore sarà la difficoltà di far quadrare i conti pubblici nel 2025.
Per arrivare ad un piano più locale, anche l’osservatorio di Confindustria Vicenza ha confermato nel suo ultimo report lo stallo industriale: il numero di ore di cassa integrazione ordinaria nei primi 9 mesi del 2024 ha pareggiato il totale dell’intero 2023.
«L’ultimo dato del PIL ha mostrato ciò che per troppo tempo è stato nascosto sotto il tappeto: l’Italia è ferma. E non si tratta di un rallentamento momentaneo. Siamo nel mezzo di una vera e propria crisi strutturale del modello di sviluppo europeo che era trainato dalla Germania e che ora non lo è più. Questo ci impone un ripensamento profondo, non solo per i costi energetici e delle materie prime, ma anche per una domanda sempre più debole, spesso a causa delle imposizioni europee, oltre che per i conflitti. Francamente, però, è desolante che nonostante le risorse del PNRR, molte delle quali a debito che dovremo ripagare, un cambio di marcia del sistema Paese non si veda. Abbiamo un sacco di corsie ciclabili disegnate su strada, non abbiamo le riforme. Il PNRR doveva trascinare la competitività del sistema Paese e il 2026, in cui questo boost straordinario si deve concludere, è così vicino che è difficile pensare positivo», ha dichiarato Alberto Favero, vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega alle relazioni industriali.
La contrazione della produzione industriale vicentina è in corso ormai da 5 trimestri consecutivi (-3,8% nel secondo trimestre 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023) e sta pesando fortemente sui settori chiave dell’economia locale come tessile, meccanica e metallurgia e concia.
In prospettiva anche i principali indicatori di fiducia stanno spostando la lancetta della possibile ripartenza non più nei primissimi mesi del 2025 ma già a metà del prossimo anno.
«Dobbiamo mantenere un dialogo aperto con i sindacati e costruire un sistema di contrattazione equilibrato. Le richieste di incremento salariale avanzate nel rinnovo dei contratti – prosegue l’ingegner Alberto Favero - non possono non guardare alla reale capacità produttiva delle imprese. Per quanto comprensibili in un momento di inflazione crescente (per fortuna in forte frenata in Italia), non si sta tenendo nel dovuto conto come i CCNL dell’industria abbiano già risposto all’aumento del costo della vita, specialmente nell’ultimo biennio. Penso al CCNL metalmeccanico 2021-2024, che ha visto un incremento del 17,08% nel quadriennio 2021/2024, l'83,9% degli incrementi concentrati sui 2 anni 2023 e 2024 a recupero delle fiammate inflazionistiche del 2022 e 2023. Ma in un’Europa in cui Volkswagen chiude stabilimenti, non possiamo pensare ad incrementi slegati dalla produttività compromettano la tenuta del settore industriale già in difficoltà».
Il 27 aprile
- 27-04-2024Parola di Pfinco
- 27-04-2023PoveraItalia.it
- 27-04-2022Veni, Vidi, Body
- 27-04-2022Naturalmente Brocchi
- 27-04-2021Divide et Impera
- 27-04-2021Roberto di Canossa
- 27-04-2020Pentola a pressione
- 27-04-2019Viva l'Italia
- 27-04-2019Sputacaso
- 27-04-2019All Stars
- 27-04-2018The End
- 27-04-2018Il Museo Cinico
- 27-04-2018Il Canale di Suez
- 27-04-2018Addio Giuseppe Nardini
- 27-04-2017Categoricamente Sì
- 27-04-2017Poletto: “Solidaretà alla CGIL”
- 27-04-2015Canilli (B.d.G.): “No all'apertura il 1° maggio del Grifone”
- 27-04-2015Tempio Ossario, conclusi i lavori di monitoraggio
- 27-04-2015Ladri e ricettatori, arrestati due moldavi
- 27-04-2014In aula col replicante
- 27-04-2012Gassificatore: la parola alla Pyromex
- 27-04-2011Bassano: cancellato il tributo consortile
- 27-04-2011Bassano, nasce il “Living Lab”
- 27-04-2011Viaggio all’Aquila, città fantasma
- 27-04-2010Steda Spa, la grande sfida di “Cividale 3”
- 27-04-2010Io no spik Inglish
- 27-04-2010Metropark: la storia infinita