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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Industria

Fima Cosma Silos, è S.O.S.

La crisi dell'importante azienda di Pove del Grappa, dichiarata fallita il 2 maggio scorso. Oggi l'assemblea sindacale. La Fim Cisl: “Incertezza sul destino dei lavoratori”. E salgono a 25 i fallimenti aziendali nel bassanese nel 2013

Pubblicato il 03-07-2013
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E' il 25simo fallimento aziendale di quest'anno nel territorio bassanese: e siamo appena a luglio.
La Fima Cosma Silos, storica e importante impresa di Pove del Grappa - attiva con la divisione “Fima” nel campo delle costruzioni in acciaio per l'edilizia e con la divisione “Cosma Silos” nel settore dei serbatoi e sistemi integrati all'avanguardia, con un'ottantina di dipendenti fino all'anno scorso - ha portato di recente i libri in tribunale ed è stata dichiarata fallita, a seguito di una pesante situazione finanziaria che oltre a un calo del fatturato del 38% nel 2012 - dovuto al tracollo del settore immobiliare - ha fatto rilevare 27 milioni di debiti, metà dei quali in esposizioni bancarie.
Nel tentativo di onorare gli impegni con i creditori lo scorso novembre, su beneplacito del tribunale di Bassano, è stata costituita la Fima Cosma Group Srl, una “newco” (new company), controllata dalla stessa proprietà aziendale.

La Fima Cosma Silos di Pove del Grappa (foto Alessandro Tich)

La situazione, tuttavia, resta altamente preoccupante come informa un comunicato trasmesso in redazione da Massimo Pantano, responsabile Fim Cisl di Bassano del Grappa, che pubblichiamo di seguito:

Comunicato sulla situazione della FIMA COSMA SILOS in Fallimento.

Preoccupata assemblea sindacale stamani presso la FIMA COSMA SILOS di Pove del Grappa.
L’azienda è stata dichiarata fallita lo scorso 2 maggio con decisione del giudice delegato dr.ssa Brunello. Curatore è stato nominato il dr. Guerrino Marcadella. Si trattava del fallimento n° 19 dall’inizio dell’anno nel territorio bassanese, ma siamo già arrivati al n° 25 in questi giorni.
E’ il segno tangibile che la crisi non demorde anzi. Nel solo mese di maggio 2013 abbiamo perso, nel solo settore metalmeccanico nel bassanese 250 posti di lavoro metà dei quali nelle due grandi aziende fallite in quel mese, la Commital-Sami di Marostica e la FIMA COSMA SILOS di Pove.
Proprio in questa impresa stamattina vi è stata una assemblea molto preoccupata da parte sindacale, per le notizie arrivate il giorno prima dal curatore che sembra deciso a rivedere completamente il piano di salvataggio che la vecchia proprietà e i sindacati FIM e FIOM di Bassano avevano ipotizzato nel tentativo di salvare quanti più posti possibili.
Nel novembre scorso la vecchia proprietà aveva dato vita ad una newco che occupava una quarantina di dipendenti prelevati dalla vecchia società.
La newco sta operando tutt’ora ed ha sottoscritto un impegno con i sindacati per riassumere entro 18 mesi dal suo avvio, altri lavoratori prelevandoli tra i 29 rimasti nella società fallita che attualmente sono in attesa venga approvata la Cassa integrazione straordinaria presentata al ministero già dallo scorso marzo.
I rappresentanti di FIM e FIOM hanno illustrato ai lavoratori la determinazione del curatore di vendere la newco rapidamente o di retrocedere i lavoratori nel fallimento. In questa seconda ipotesi vi sono molti problemi legati al fatto che le nuove procedure di cassa integrazione straordinaria per fallimento attivate dal ex ministro Fornero, rendono impossibile ottenere la Cassa se non si è in presenza di una reale possibilità di rioccupazione del personale.
La preoccupazione deriva quindi dall’incertezza del destino dei lavoratori già in cassa da 6 mesi ma che da 7 non ricevono alcun sussidio (vi era anche un mese di Cassa in deroga), ma anche coloro che sono transitati nella nuova realtà accettando anche una decurtazione dello stipendio vedono oggi in forse il loro destino.
Il curatore sostiene di avere una nuova offerta di altri imprenditori interessati all’impresa ma, ad oggi, non sembra esserci una proposta scritta e nessun imprenditore ha cercato noi del sindacato per farsi avanti e sottoscrivere intese relative all’occupazione nel territorio.
Nei prossimi giorni vi saranno nuovi incontri tra curatore e vecchi e nuovi imprenditori, poi il curatore ci riferirà. Noi del sindacato auspichiamo che nel fare le giuste valutazioni, legate alla tutela dei creditori, il giudice tenga anche conto che il territorio è già in grande sofferenza sul piano occupazionale e non ci possiamo permettere di perdere un solo posto di lavoro.

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