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“Domani partiamo per l'Australia, suoneremo al Big Day Out, una sera anche di spalla a Iggy & the Stooges. Iggy Pop ha l'età di mio padre, con la differenza che fa stage diving ogni sera ed è sempre a petto nudo: wow!” Dennis Lyxzen, 20 anni di punk e veganismo sul groppone, assalta la sua pizza gonfia di verdure come un bambino di fronte ad un giocattolo. Al fianco, mr. Bloody Beetroots, Bob Rifo, racconta insieme a lui il progetto nuovo di zecca che li sta portando in giro per il mondo, Church of Noise.
“Quando Bob mi ha contattato per la prima volta e mi ha chiesto di cantare in un pezzo, ero davvero molto scettico. Soltanto incontrandolo, parlandoci, discutendoci ho capito di avere di fronte una persona cresciuta come me nel segno indelebile del punk, e soprattutto radicata in una forte idea politica. In quel momento ho pensato che si potesse davvero fare qualcosa”.
Bob Rifo e Dennis Lyxzen.
1998. Con The Shape of Punk to Come si chiude l'esperienza di una delle band più importanti e innovative del decennio, gli svedesi Refused. Dennis Lyxzen ne era la voce, le urla, le parole e l'anima. Punk e hardcore fusi insieme in un inedito ed esplosivo mix. Nasce un genere, una scena affollata e venerata da fan in tutto il mondo. Dennis e la band la cavalcano gloriosamente per quasi dieci anni. “Eravamo incazzatissimi, il mood perfetto per quegli anni. È fico perché stai creando qualcosa di nuovo, e lo senti. Ma poi ti rendi conto che la scena che ti sta intorno è chiusa e comincia a starti stretta. Per questo, quando i Refused si sono sciolti, ho cercato fin da subito di proporre qualcosa di completamente diverso, di fare dell'altro”.
Le idee politiche radicali di Dennis vengono così incanalate in un progetto più easy-listening, meno rabbioso e maggiormente vicino ai suoni dei 70. Vede la luce nel 1999 The First Consipiracy, il primo disco degli (International) Noise Conspiracy: “è certamente l'esperienza più simile a quanto sto facendo ora con Bob. Lo stesso tentativo, la stessa sfida di portare la politica sul palco e far ballare la gente. Gli (I)NC furono sì una svolta più easy nel sound, ma avevano la stessa forza nei testi. Una sorta di violenza positiva, un atto di protesta prima di tutto gioioso”. Piccolo capolavoro della band, A new morning, a changing weather, del 2001: “è il disco che meglio ci ha rappresentato. Suono, musica, parole: in quell'album tutto va nella stessa direzione. Ma le esperienze dei due album successivi (Armed Love e The Cross of My Calling, ndr), nati in studio con il più grande producer di tutti i tempi, Rick Rubin, sono state altrettanto esaltanti. Rick è un cool guy, un tipo tranquillo con ancora una gran voglia di sperimentare”.
E poi, tra altri progetti (i punk AC4 e la new wave degli Invasionen), arriva la chiamata di Bob Rifo. I due sorridono emozionati ed eccitati: Church of Noise è creatura ambiziosa e le aspettative sono tante, ha il sapore di una vera scommessa, di una sfida. “Church of Noise vuole essere un progetto crossover tra la dance e il punk” racconta Bob, “spingendosi ancora più in là di Bloody Beetroots. Distruzione e anarchia nel nome di un vero e proprio rito. È una Chiesa nel senso letterale di luogo aggregativo e sacrale: la dancefloor trascesa in un concetto molto più forte, essenzialmente politico”. Dennis, che la indie fighetta e saputella la conosce bene, si è trovato per la prima volta a cantare di fronte ad un pubblico da rave: “ed è un pubblico con la mente molto più aperta di quanto credessi, pronto ad assorbire e a vivere quanto gli viene proposto sul palco. Per me è una cosa nuova salire sul palco e non sapere cosa prenderà la gente da quel che farai: ci sarà chi vorrà soltanto ballare, chi alzerà esaltato il pugno in aria, chi cercherà la spettacolarità di luci e maschere. È giusto così, ed è un ambiente per questo più libero e creativo, senza limiti”.
Musica senza limiti e senza barriere: una vera e propria Chiesa sparsa in tutto il mondo, con i suoi eventi e i suoi ministri. Ancora Bob: “Church of Noise sarà prima di tutto una canzone, che presenteremo al Coachella (uno dei più grandi festival rock mondiali a Indio, in California) questa primavera. Poi certamente un disco, che uscirà prossimamente. Per forza di cose più corto di Romborama, perché cerchiamo maggiore incisività e compattezza. Ho voluto infatti che Dennis scrivesse tutti i testi, a prescindere dal fatto che sia lui effettivamente a darne la voce, perché l'idea che vogliamo comunicare è una sola, e lui ha i mezzi per esprimerla alla perfezione. E poi stiamo pensando davvero a qualcosa diffuso in tutto il mondo, ma non ne possiamo ancora parlare. È un'idea dalle pretese altissime, vedremo”.
Il potere dell'idea. Oggi, nel 2011, dopo averle malmenate, calpestate, buttate nel cesso e dopo aver tirato lo sciacquone, le idee sono la sostanza, la verità, il senso di fare musica. Bob e Dennis – la dance e il punk, l'elettronica e la rabbia analogica – si ritrovano per la forza di un'idea: “entro nel mondo dell'elettronica per il messaggio che voglio comunicare insieme a Bob, perché la musica arriva alle masse e le rende ancora libere di dire la propria. Se credo che la musica possa ancora cambiare le cose? Ha cambiato me, ha cambiato Bob, ha cambiato la vita di un'infinità di persone nel mondo. Certo che cambia le cose!”
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