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Quando una serie è più efficace della realtà
MAELSTRÖM ART GALLERY ha scelto di presentare gli artisti che le hanno accordato fiducia tramite una mostra collettiva d’esordio (“ESTRO”), che rivela da subito la sua peculiarità: originale è stata la decisione di promuovere fotografi e pittori, che operano con TECNICHE E MATERIALI MOLTO DIFFERENTI FRA LORO.
Per “ESTRO”, si è voluto riunirli tutti assieme, dando a ciascuno la possibilità di esporre tre opere. L’accostamento di generi e tecniche diversi potrebbe sembrare azzardato, soprattutto in considerazione del fatto che la mostra (come suggerisce il titolo) è a tema libero. In realtà, si è trattato di una scelta ben precisa: quella di offrire uno spaccato significativo ed interessante

dell’arte contemporanea, nel suo creativo oscillare tra figurativo ed astratto, tra “disimpegnato” e “concettuale”.
Ad accomunare gli artisti, un grande ESTRO, un cuore pulsante per l’arte e il fatto che, nonostante la giovane età, abbiano già avuto l’opportunità di tenere mostre personali e/o collettive e di partecipare a manifestazioni di carattere nazionale (Premio Celeste, Premio Arte, Premio Terna, ecc.), ottenendo anche importanti e positivi riscontri dal mondo della critica.
Le loro forme espressive, chiaro e preciso frutto di un labor limae costante nel tempo, negli anni a venire certamente si perfezioneranno, grazie a personalissimi ed originali percorsi di ricerca, ma già oggi li si legge quali artisti autentici e promettenti, con un inconfondibile stile personale.
Percorrendo le differenti sale di un’unica mostra, sarà possibile ammirare il tatticismo cromatico di Alessandro Abate, le “inquietudini” di Giulia Cantù e i notturni di Tommaso Fiscaletti, apprezzando, nel contempo, la fotografia con intervento manuale di Sara Giannatempo, l’espressionismo fotografico degli oli su tela di Matteo Nannini, le buffe creature su plexiglas che popolano il mondo di Arianna Piazza e l’utilizzo di ruggine e “pigmenti poveri” nei lavori di Fabio Presti.
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