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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
ORV, Casale e Talèa protagonisti di un tributo a Battiato e Pio
Cartigliano ha ospitato una delle tappe dei concerti dedicati dall'Orchestra Regionale Filarmonia Veneta ai due Maestri
Pubblicato il 03-12-2023
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A Cartigliano, al Teatro San Pio X, ieri sera è stata ospitata una delle sette tappe del ciclo di concerti iniziato lo scorso 24 novembre che ha portato tra le province l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, diretta dal Maestro Walter Bertolo, assieme a Giulio Casale e a Talèa, a offrire un omaggio in musica e parole a figure e opera di Franco Battiato e Giusto Pio.
Promossa dalla Regione Veneto, ideata all’interno del direttivo dell’Orchestra, l’iniziativa ha coinvolto da subito Casale, che ha condiviso il palco con la marchigiana Talèa per dare voce in modo originale a musica e canzoni firmate Battiato-Pio.
In città, a Villa Angaran San Giuseppe, c’è stato ai primi di novembre un incontro speciale dedicato al violinista e artista poliedrico di Castelfranco Veneto con ospite d’onore Stefano Pio, figlio di Giusto, che presentando il suo libro che porta il titolo Franco Battiato e Giusto Pio. Uno sguardo dal ponte (Antiga Edizioni) ha raccontato aneddoti e storie che hanno fatto rivivere la temperie del panorama musicale di quegli anni e il sodalizio dei due artisti. Nel mentre il musicista ha fatto ascoltare, suonandoli dal vivo, alcuni brani celebri.
Giulio Casale e Talèa con l'ORV nel concerto in omaggio a Battiato-Pio
Dopo questa anteprima legata al territorio, il tributo creato ad arte dall’ORV, fortemente voluto da Walter Bertolo e Mirko Sernagiotto, con il primo che ha curato tutti gli arrangiamenti e la direzione dell’Orchestra, ha scelto come titolo L’era del cinghiale bianco, preso a prestito dal nono album di Battiato pubblicato nel 1979.
Battiato e Pio sono stati protagonisti di un sodalizio artistico (e umano) che ha portato a scrivere pagine importanti della recente storia musicale italiana, ridisegnando di fatto il concetto di canzone popolare. Bertolo, che ha collaborato in diversi progetti con il musicista e compositore veneto che fu per diversi anni a fianco del Maestro siciliano, ha approntato per l’occasione un gruppo orchestrale composto da una trentina di elementi (solo acustici), compreso un corner rock. L’era del cinghiale bianco fu il primo disco che Battiato-Pio realizzarono insieme, anticipò il lavoro che portò al massimo riscontro popolare Battiato, ovvero La voce del padrone. Entrambi sono album pieni di stranezza, originalità e innovazione, sia dal punto di vista musicale che testuale, dove si arrivò a coniugare in un cerchio magico archi, musica elettronica e canzone popolare.
A introdurre il concerto, il saluto delle istituzioni e la presentazione di Elisa Carrer, spigliata madrina dell’evento.
Prima la musica dell’orchestra, a introdurre Il re del mondo, poi Casale è entrato in scena vestito di bianco, colore omaggio all’abitante dell’Era mitologica che forse verrà a illuminare i tempi bui che stiamo vivendo, così cantava Battiato (e qualcuno accennando all’attualità lo ricorda da un palco, meno male). Casale, guidando il pubblico, evoca uno spazio-tempo dove finalmente “gravità non farà più rima con crudeltà”. Indossa un paio di occhiali da sole “per avere più carisma e sintomatico mistero”, da citazione — fuor di ogni dubbio, a lui non sono necessari.
La scaletta del concerto ha visto interpretata una ventina di brani la cui nascita va dal 1976 al 1988. È seguita Un'altra vita, con il suo esordio in poesia (“Certe notti per dormire mi metto a leggere, e invece avrei bisogno di attimi di silenzio”), e poi No Time, no Space, dove si inseguono vaghe comete. Con Scalo a Grado, è apparsa a piedi nudi Talèa, molto bella, i capelli lunghissimi, vestita all’orientale — il suo nome d’arte evoca anche la musica indiana — impegnata in questo progetto a fare la seconda voce ma non solo e a cantare altri pezzi indimenticabili che Battiato scrisse per tre voci leggendarie della musica italiana: Milva, Giuni Russo e Alice. Tra i brani scelti, Lettera al Governatore della Libia, scritta per Giuni Russo nel 1981 ma cantata anche da Battiato in “Giubbe Rosse” nel 1989; l’iconica Per Elisa, vincitrice del 31º Festival di Sanremo; la suggestiva Alexander Platz, che ha fatto soffiare a Cartigliano il vento freddo di Berlino Est, prima del crollo del muro.
Quello del viaggio verso l’altrove è un tema centrale in molti testi di Battiato. Con Casale che indica un punto al di là dello sguardo si osservano passare I treni di Tozeur e luoghi spazzati dal “vento a trenta gradi sotto zero” cantati in Prospettiva Nevski, prima di cambiare clima e di tuffarsi al mare, con Talèa e le canzoni più popolari firmate Anni Ottanta dal duo artistico, che fanno cantare a voce più alta il pubblico in sala. Walter Bertolo, alle cartoline marine ne ha aggiunto una tutta strumentale con immagini di montagna, grazie all’ascolto offerto del brano Il Pelmo, tratto dalla “Dolomiti Suite” composta da Pio, amante in particolare della zona di Auronzo, un inno alla bellezza.
Un secondo inserto all’interno del programma ha portato Casale a proporre un suo classico tratto dallo spettacolo “Polli d’allevamento” — da anni porta questa creazione artistica nei teatri di tutta Italia — dove si omaggiano l’uomo e l’artista Giorgio Gaber e le esecuzioni hanno agli arrangiamenti di Battiato e Giusto Pio. Così continua La festa, che va in un continuo crescendo: il primo violino dell’orchestra è protagonista dell’introduzione virtuosa di L’era del cinghiale bianco; cori dalla platea, tutta in piedi, alle prime note di Up, Patriots to Arms e poi tutto a dritta con altri pezzi iconici e amati che scalarono le classifiche e che invitano al ballo, come attorno a un falò — con intorno svolazzi di colombe filosofiche e sempre alla ricerca di un centro di gravità permanente, però.
Nel mezzo, un inserto in rosso con Sentimento nuevo e la poesia de Gli uccelli, che come in altri pezzi nella versione acustica, senza il tocco della musica elettronica amata da Battiato, acquistano potenza e diventano in parte altra cosa.
Spazio come di consuetudine per i bis, dopo tanta generosità nell’esecuzione di strumentisti e cantanti, infine anche per gli auguri cantati a Walter Bertolo, che ha festeggiato il compleanno con i suoi orchestrali e due bravissimi artisti certo in maniera indimenticabile.
Naturalmente di caratura incomparabile, in un concerto, la presenza sul palco di un’orchestra, in un’Era dai toni grigi segnata dall’abitudine all'ascolto della musica attraverso dispositivi di vario tipo, per quanto tecnologicamente avanzati, non è superfluo sottolinearlo.
Applauditissimi, oltre al direttore e agli orchestrali i due interpreti: Casale, come sempre padrone di ogni cenno e nota, nella sua performance ha messo a servizio voce, corpo e anima nell’esecuzione, e di sicuro anche nella progettazione; Talèa, anche lei nelle due ore di spettacolo sempre in movimento, giocosa — a tratti ha anche pogato — ha portato sul palco una ventata di talento, un insieme di disciplina e giovinezza, tutto a dare la giusta levità e a testimoniare conoscenza e passione da parte di due artisti di oggi (e di domani) per due Maestri e la loro opera immortale.
La tournée dedicata a Battiato e Giusto Pio proseguirà giovedì 7 al Teatro Salieri di Legnago e chiuderà il 10 dicembre a Borgoricco.
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