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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Primo piano

Musica

Adieux notturni, castellani

Nel giardino del Teatro Accademico di Castelfranco Veneto, Operaestate Festival ha portato Les Adieux, recital di Luca Scarlini accompagnato alla chitarra da Alberto Mesirca

Pubblicato il 21-07-2021
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Brassaï. L’occhio di Parigi

È andato in scena ieri sera, martedì 20 luglio, nella cornice storica e romantica del giardino del Teatro Accademico di Castelfranco Veneto, Les Adieux, recital di Luca Scarlini proposto in dialogo tra musica, cultura e letteratura da Operaestate Festival.
Accompagnato dalla chitarra di Alberto Mesirca, Scarlini ha ripercorso la storia d’amore e passione che ha avuto come protagonisti due personaggi celebri del mondo letterario europeo ottocentesco, gli scrittori George Sand e Alfred De Musset, e un terzo uomo che si intromise nella storia d’amore e letteratura che intercorreva tra i due, il medico castellano Pietro Pagello.
Nessuna via o piazza nella bella cittadina murata dedicata a lui, ha sottolineato Scarlini all’esordio del suo monologo, nonostante suo malgrado Pagello all’epoca fosse assurto al ruolo di personaggio letterario, nominato sotto mentite spoglie ma ben riconoscibile in più opere manoscritte da George Sand, da De Musset e anche dal fratello di quest’ultimo — la vita vissuta per essere raccontata tanto cara a molti grandi scrittori.

da sinistra, Alberto Mesirca e Luca Scarlini, a Castelfranco Veneto

Un’epoca piena di eccessi quella raccontata, di spleen e di corrispondenze di amorosi sensi, soprattutto di “corrispondenze” intese come carteggi, testimonianze del tutto letterarie che hanno fatto da nucleo alla narrazione di questi addii; anni dove tutto correva, anni di preludi e di scandali.
Pietro Pagello, il suo nome eternato in capolavori di grandi scrittori e poeti, fu in realtà prigioniero di un’epoca molto devota all’opera scritta, Scarlini lo ha ricordato ampliando in controcanto la visione e citando diversi testi anche teatrali e musicali a corredo della narrazione, parole e note che come scatole cinesi hanno dato vita ad altre citazioni e ad altri ramificazioni della storia del bel medico veneziano, ponendo di volta in volta l’accento sulla storia d’amore, o sui tradimenti, su scandali ed eccessi o appunto sugli addii: tra queste, l’incursione in “Fantasio”, di Jacques Offenbach (il libretto francese di Paul de Musset era basato sull'omonimo dramma del 1834 scritto dal fratello Alfred); un intermezzo dedicato alle diatribe tra i figli di Tiziano Vecellio, Pomponio e Tizianello; in un passo, l’assassinio alla Giudecca di Lorenzaccio (Lorenzino De Medici), anche questi protagonista di un dramma di De Musset; una svolta tra le commedie di Goldoni.
Con un tuffo nell’attualità, è stata ricordata la bella trasposizione per il cinema della vicenda di Pagello nel film francese del 1999 interpretato da Juliette Binoche e Stefano Dionisi, intitolato: “Les enfants du siècle”. Confessioni di un figlio del secolo è il titolo dell’opera più famosa di Alfred De Musset, tormentato poeta parigino ai cui versi perfetti Scarlini fa rimare a fine spettacolo le uniche frasi, toccanti, riferite dal medico Pagello a una storia d’amore.
La musica, eseguita magistralmente da Alberto Mesirca, tra preludi e capricci scelti da repertori d’autore, ha dato respiro come si deve a un buon vino ai richiami e ai panorami del racconto: Les Adieux — da una sonata di Beethoven — sospesi a mezz’aria, appena velati dal tempo, o dalle belle brume veneziane e parigine.
Applausi, dal pubblico di Operaestate.

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