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Allarme di Macron: 'L'Europa è accerchiata, può morire'
Nicola Zolin è una massa di capelli rossi che quando lo incontro, dopo quasi due anni dal nostro ultimo abbraccio, non vuole lasciare in pace. Ci passa le mani come a riodinare i pensieri per rispondere ad ogni mia domanda, mentre gli occhi azzurri, scattosi e curiosi, registrano tutto quello che succede intorno a noi, fino a fermarsi dentro le mie pupille per cercare l’ennesimo confronto umano. Questo giovane uomo è un essere umano in movimento, in viaggio, che ha deciso di fare del viaggio il suo lavoro. Lo raggiungo alla Loggetta del Municipio di Bassano del Grappa dove, fino al 29 Maggio, sarà visitabile la sua personale fotografica sul dramma dei migranti che approdano in Grecia nella speranza poi di trovare la salvezza in Europa. Chiacchieriamo davanti ai suoi scatti. Fotografie fortissime e dolcissime – ho voluto dare loro un tono drammatico – mi dice – pechè drammatico era quello che avevo davanti agli occhi. Una giornata ad Idomeni è sempre stata una giornata deprimente, giravo con la mia macchina fotografica, cercavo di entrare in contatto con le persone, di farmi raccontare la loro storia per dare un senso a quelle anime e poi vedevo il confine, quel confine con il filo spinato che come dice Varoufakis è totale assurdità, specie se pensiamo alla terra vista dallo spazio. Una linea chiusa che é una tragedia sorda perché simbolo di non comprensione e non comunicazione. Stare su quella striscia di terra mi ha fatto capire l’incolmabile distanza che ci sarà sempre tra la buona fede e la speranza di quelle persone che stanno disperatamente fuggendo ad un destino infame e la gestione prettamente politica tecnocratica e per niente umana del loro disperato viaggio.”
Tra tutti gli scatti mi fermo davanti ad uno che ritrae una famiglia intenta a mangiare dentro una tenda. Gli occhi di uno dei figli sono la chiave per comprendere tutto. “Vedi – mi dice – non avevano quasi niente ma hanno trovato il modo per farmi un’insalata. Sono queste le cose che mi fanno ancora credere che la razza umana ha una possibilità. Sono queste cose che mi smuovono l’anima, che mi commuovono, come la reazione della gente in Marocco durante il viaggio che ha poi portato alla luce il mio libro. Quelle persone non avevano niente eppure ci davano tutto. Quello spirito di comunione e solidarietà mi ha fatto provare una gioia totale nei confronti dell’umanità.” Già il libro. I passeggeri della Terra. Il viaggio di tre amici, in autostop verso il Sud del mondo. Dall’ Aja al Brasile senza denaro, con il minimo impatto ambientale, equipaggiati di tecnologie fotovoltaiche e nutrendosi degli sprechi di cibo di supermercati e ristoranti, che li ha costretti a confrontarsi su eventi e sensazioni in un modo così estremo da mettere a repentaglio l’unità del gruppo e la purezza ideologica del viaggio. Un’ avventura incredibile che porta a dure riflessioni, sia lo scrittore che il lettore. Continuiamo la nostra chiacchierata tra le foto, mentre stringo forte il libro tra le mani.
Nicola mi racconta che ha base in Grecia dall’ estate scorsa e segue la crisi dei migranti per molte testate europee: Al Jazeera, Der Spiegel, La Stampa, Left. Di lavoro - mi dice prima di lasciarci - per fortuna e purtroppo ce n'è molto. Una frase che sembra quasi profetica. Lo chiamo lunedì, appena mi giunge la notizia dello sgombero del campo di Idomeni. “La gestione della crisi dei rifugiati è ed è stata solamente politica e non tiene in nessun conto l’umanità e quello che sta succedendo in queste ore ce lo conferma.”
Se puoi annoverare tra gli amici un essere umano come Nicola Zolin sei fortunato. Se quel tuo amico intraprende un viaggio col portafoglio completamente vuoto e lo trasforma in un libro, il tuo cuore si riempie a dismisura, perché straboccante è quello che lui trasmette. Se mentre il fiume Brenta si colora della prima serata estiva e hai l'occasione di parlare con lui che ti costringe a dure, appassionate, oneste e feroci riflessioni con la bellezza dei suoi scatti e l’amore che sente, nonostante tutto, per questa nostra strana, martoriata, maltrattata, sfregiata terra allora ti convinci che qualcuno lassù ti ha voluto fare un regalo.
La Mostra “Exodus – Ospiti indesiderati” racconta l’evoluzione politica che ha portato all’accordo tra UE e Turchia e alla chiusura dei confini. Sarà aperta dalle 16:00 alle 19:00 durante la settimana, e nel week end – fino al 29 Maggio – dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30. Il 28 Maggio, Nicola Zolin concluderà il suo mini tour di presentazione e promozione del libro “I passeggeri della Terra” edito da Alpine Studio Orizzonti 2.0,e acquistabile anche su Amazon, al "Breakfast in Beirut" Art Festival, Villorba (TV).
Lara Cavalli
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