Ultimora
29 Apr 2025 20:21
Funerale 'sceriffo' Gentilini, corteo lungo la città
29 Apr 2025 17:58
Da Raffaello a Warhol, aperte il 1 maggio le Gallerie d'Italia
29 Apr 2025 17:41
A Castelfranco Veneto sodalizio nel segno di Mozart e Da Ponte
29 Apr 2025 16:56
Gelati nella base Usa, per la Cassazione l'Iva va pagata
29 Apr 2025 16:32
Collisione tra auto e moto, un morto e tre feriti nel Veneziano
29 Apr 2025 15:05
A Venezia 'The Lens of Time", la storia dell'occhiale italiano
30 Apr 2025 09:29
Incendio in un hotel di Calcutta, almeno 15 morti
30 Apr 2025 09:25
Oggi comincia il recupero del Bayesian, il veliero del magnate Lynch
30 Apr 2025 09:19
Trump allenta i dazi sulle auto, 'avremo un accordo equo con la Cina'. Lo show in Michigan per i 100
30 Apr 2025 08:33
India, incendio in un hotel di Calcutta, almeno 15 morti
30 Apr 2025 08:03
Ricavi Stellantis in calo, stime sospese per incertezza su dazi
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Primo piano
Le recite mute di Breggion
È visitabile fino al 9 marzo, a Palazzo Agostinelli, la retrospettiva dell’artista che tanto amava il Bassanese e i suoi paesaggi
Pubblicato il 17-02-2014
Visto 2.912 volte
Ospitata a Palazzo Agostinelli, è visitabile fino a domenica 9 marzo la mostra “Il mio realismo. Bruno Breggion. Retrospettiva”.
L’iniziativa prosegue l’azione di recupero e di approfondimento dell’arte veneta e locale collocata fra Ottocento e Novecento promossa dall’Assessorato alla Cultura e alle Attività Museali.
La retrospettiva dedicata all’artista bassanese scomparso nel febbraio 2010 (Breggion era nato a Bovolenta, quindi bassanese d’adozione, o meglio, d’elezione), offre in esposizione oltre un centinaio di opere in massima parte inedite prodotte da Breggion in cinquant’anni di attività: dipinti, disegni, acquerelli e ceramiche.

Uno scorcio alla retrospettiva ospitata a Palazzo Agostinelli
Quelle collocate in esposizione, assieme a molte altre, sono state rintracciate dalla curatrice, Flavia Casagranda, attraverso un lavoro di ricerca certosino e appassionante svolto tra le collezioni private di tante famiglie del territorio. Bruno Breggion è stato uno dei protagonisti dell’arte a Bassano dagli anni ’50, faceva parte del Cab (Circolo Artisti Bassanesi, gruppo che aveva come punto di ritrovo il Pick Bar di Piazzotto Montevecchio – lì possiamo ammirare la sua opera “La ragazza del bar”), frequentava in amicizia tanti artisti, tra questi Vito Pavan, Ennio Verenini, Sergio Schirato, Romano Carotti; il suo nome è una presenza costante in tante attività che testimoniano un passato di grande progettualità nel mondo artistico locale e in particolare, da parte sua, un legame con le tradizioni mai disatteso. Suoi e sempre sotto gli occhi di tutti, pubblici, sono ad esempio il pannello a formelle di maiolica “L’arte del vasaio”, alle Ceramiche Razzotti, opere dedicate alla festa dell’uva che si celebra a Sant’Eusebio, ceramiche e decorazioni realizzate per l’osteria Ca’ Brando, l’affresco che rievoca la storia di Cartigliano situato nella barchessa di Villa Morosini-Cappello, il manifesto “Nasone” realizzato nel ’54 per il Carnevale cittadino.
Come testimonia il regesto inserito nel catalogo della mostra, Breggion è stato attivo – ed è un aspetto che incuriosisce, viste le sue opere – quasi esclusivamente nel Bassanese. Le ragioni sono diverse, e hanno più a che fare con motivi di carattere personale, economico, con il clima dell’epoca, con il dibattito tormentato con gli astrattisti che con meriti o demeriti artistici, come ben testimonia l’esposizione.
La mostra curata da Casagranda ricostruisce per fasi il percorso dell’intera produzione creativa di Breggion e nell’allestimento mette in evidenza i vari momenti della sua maturazione tecnica e concettuale: nell’atrio che accoglie i visitatori sono appositamente accostati prodotti emblematici di vari passaggi ed epoche a delineare l’evoluzione della sua opera: la prima sala accoglie gli acquerelli espressivi, estemporanei, quasi tutti dedicati a Privà, stesi come il bucato, a rievocare l’atmosfera di un’esposizione realizzata così all’Osteria di Privà; nel corridoio sono presenti alcuni studi e fotografie dei suoi lavori di ceramista e decoratore; salite le scale si incontrano due ampi cartoni preparatori per affreschi raffiguranti San Francesco e Santa Caterina che furono progettati e realizzati nel 1984 con Vito Pavan per la cappella italiana di Dachau (le opere, danneggiate dalle intemperie e forse da una colpevole trascuratezza, appaiono ora in una fotografia restaurate e in parte rifatte da un artista locale); nello spazio seguente sono riuniti i dipinti del periodo parigino (Breggion fu a Parigi ospite di Natalino Andolfatto, e poi con Ennio Verenini, lì tra gli altri ebbe modo di conoscere Utrillo). Nel salone e nell’ultima sala sono accolti ceramiche e dipinti a olio che testimoniano l’apice dell’esplorazione di Breggion delle proprie potenzialità tecniche e artistiche, la sua passione per lo studio della luce e delle ombre e l’approdo alla rarefazione.
Il paesaggio, sempre antropizzato, è un soggetto costante lungo l’intero arco della vita artistica di Breggion. Negli acquerelli e nei dipinti sono riconoscibili il Monte Grappa, la Pedemontana, fiumi e colline locali, ma il “suo realismo”, in tanti olii, non è declinabile in una semplice, capace, raffigurazione: gli echi della pittura dei Maestri del Novecento e la presenza costante di quei toni di verde misurati, molto particolari, che spostano ogni cosa più in là rispetto al piano naturale, non offuscano ma esaltano il linguaggio interpretativo e rappresentativo personale espresso da Breggion. Porte, finestre, il grande cespuglio sono i suoi topoi; ovunque c’è un senso d’attesa, un’immobilità che semplificando definiremmo “alla Hopper” declinata però attraverso gli oggetti: “ciò che rimane”, “le recite mute”, e poi le lune o le nuvole appese, una siepe-sipario, due fornaci… L’assenza della figura umana non è mai inquietante nelle opere di Breggion, è mitigata dalla presenza calda dei manufatti. In alcune opere della maturità emerge con forza “la magia delle cose ferme, incantate, senza tempo”, la stessa magia che incantò lui, l’artista da giovane, davanti a “Il pino sul mare” di Carrà.
L’orario di apertura della mostra, a ingresso libero: venerdì 15-19; sabato, domenica e festivi 10.30-13/15-19.
Il 30 aprile
- 30-04-2024Nebbia sfitta
- 30-04-2022La nuda verità
- 30-04-2022Dritti al Cuore
- 30-04-2022Ulss 7 +
- 30-04-2021Tutta Barbara minuto per minuto
- 30-04-2021Su e gru
- 30-04-2021Grazie per la cortese astensione
- 30-04-2020Mettiamoci una pietra sopra
- 30-04-2019No Vernillo, No Party
- 30-04-2019TdB, Tvb
- 30-04-2018Chi la tura la vince
- 30-04-2014No Euro, No Cry
- 30-04-2014Mussolente, si presenta la lista “Un Impegno Comune”
- 30-04-2014Movimento 5 Stelle: “VinciamoNoi” Tour nel Vicentino
- 30-04-2013Invitati a una festa in villa, vi tornano per rubare
- 30-04-2012Il commerciante sanzionato: “Chiederò i danni al Comune”
- 30-04-2012Differenziata: dal 1° maggio si riciclano anche piatti e bicchieri di plastica
- 30-04-2012Bordignon: “Volantini anonimi contro di noi”
- 30-04-2012Vanni Barichello: “Romano ha bisogno di cambiare clima”
- 30-04-2011Bretella Ovest: Manuela vince il primo round
- 30-04-2009Il Ponte verso il Sole