Ultimora
27 Dec 2025 15:19
Allegri: 'Leao non sarà convocato contro il Verona'
27 Dec 2025 11:44
L'unità di chirurgia complessa dell'Aoui di Verona compie dieci anni
27 Dec 2025 11:21
A Bassano divelte tre croci per i partigiani uccisi dai nazifascisti
27 Dec 2025 11:01
Minaccia di morte la moglie davanti ai figli, allontanato
27 Dec 2025 10:39
Investono un 35enne con l'auto rubata, denunciati tre minori
27 Dec 2025 17:03
Serie A: il Como vince 3-0 a Lecce. A segno Nico Paz, Ramon e Douvikas
27 Dec 2025 17:04
Serie A: Torino-Cagliari 1-2, vittoria in rimonta con Prati e Kilicsoy
27 Dec 2025 16:50
L'Fbi trasloca, chiude la storica sede di Washington
27 Dec 2025 15:45
Mohammad Hannoun, ad ottobre un decreto di allontanamento. Per un anno via da Milano
27 Dec 2025 14:56
Il Senato approva il ddl sulla Corte dei Conti, è legge
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
La strategia di Antigone
Lo spettacolo di Bucci e Sgrosso dedicato alla tragedia di Sofocle è andato in scena al Teatro Remondini accompagnato da una gradita preview che ne ha proposto una lettura corale
Pubblicato il 23-01-2013
Visto 3.454 volte
Tutto esaurito ieri sera al Teatro Remondini, dove per la rassegna La Bella Stagione è andato in scena Antigone, ovvero una strategia del rito.
Elena Bucci e Marco Sgrosso hanno proposto e interpretato un lavoro di rilettura del testo classico in chiave contemporanea che pone in rilievo il ruolo del coro greco, che azzarda il recupero della sua musicalità originaria, antica. Il testo presentato è una riduzione fedele della tragedia di Sofocle, senza contaminazioni di riscritture autoriali come quelle – pur bellissime – di Anouilh, o di Brecht. Nella rappresentazione di Bucci e Sgrosso i protagonisti, la figlia di Edipo e il re di Tebe, Creonte, e poi Ismene (la sorella di Antigone), Emone (il suo innamorato), l’indovino Tiresia, accordano i racconti delle loro vicende in un flusso continuo di parole orchestrato da un corifeo e da una giostra di luci – composta da fari pittorici analoghi a lampi divini – dove le voci degli attori, dei portatori di maschera, si sovrappongono, anticipano, annunciano, proclamano, divagano, lambiscono lo spettatore con inviti all’ascolto e alla partecipazione.
L’Antigone è un testo che colpisce per la sua straordinaria attualità (parla soprattutto del rapporto col potere, del ruolo dell’individuo nella società, scava tra le fonti di un pensiero etico e politico) e per la capacità poetica della lingua di attraversare i secoli senza perdere potenza e comunicatività.
l'aperitivo "teatrale" al Color Cafè (nella foto Mattia Pontarollo, Marco Sgrosso e Elena Bucci)
“La mia colpa è santa”, dice Antigone a Ismene, e non tanto per convincerla a condividere la responsabilità di seppellire il fratello Polinice, dichiarato da Creonte nemico della città e condannato a rimanere senza sepoltura, quanto piuttosto perché solo il dirlo le dà l’investitura necessaria all’azione: nel momento in cui lo dice ha scelto, decide di difendere le ragioni della pietà contro quelle della polis perché per lei sono più forti, più potenti. Così facendo Antigone compie un atto arrogante di fronte alle leggi e si riappropria del ruolo che era affidato alle donne nei riti della sepoltura. La tragedia vera in questa storia, al di là della morte dei personaggi, consiste nella rappresentazione dell’atto di rimanere fermi ciascuno nella propria posizione senza volontà di ascolto, un atteggiamento che porta a uno scontro infecondo perché nega quello spazio di mediazione “politica” deve nasce il nuovo e dove tutto può succedere, è un dramma sull’incomunicabilità. La “strategia del rito” che sta nel sottotitolo della messa in scena è appunto affidata alla lingua e alle sue liturgie incarnate dal racconto collettivo, corale, che ridà voce e fiato alle storie dei singoli, degli individui, un compito di traino anche fisico che è stato a lungo nel tempo affidato agli attori e al teatro. I personaggi del coro (sul palco anche Daniela Alfonso, Maurizio Cardillo, Nicoletta Fabbri, Filippo Fagotto e Gabriele Paoloc) spostano le loro sedie, le appaiano e le accatastano, narrano delle microstorie – fa la sua comparsa anche un miagolio, poi il dialetto siciliano – accompagnano la processione del racconto di Antigone con un corteo musicale e coreografico in cui note metal e ambientazioni moderne traghettano il racconto nell’attualità.
Lunghi applausi a teatro, il pubblico bassanese ha dimostrato di aver gradito la strategia di narrazione proposta dai due autori.
Lo spettacolo è stato preceduto da un aperitivo al Color Cafè, dove Mattia Pontarollo, di Color Teatri, ha dialogato con Elena Bucci e Marco Sgrosso per mettere in luce in anteprima le intenzioni e le modalità di costruzione del loro lavoro. La conversazione ha posto l’accento sulla contemporaneità di questa tragedia classica e sul ruolo importante del teatro come “luogo di transito della memoria collettiva”. L’iniziativa della preview agli spettacoli verrà proposta anche per i prossimi appuntamenti in cartellone.
Il 27 dicembre
- 27-12-2024Canale 5
- 27-12-2024Fincommercio
- 27-12-2024Operazione Spectre
- 27-12-2023Jessica Rabbit per tutti
- 27-12-2022Nomen Omen
- 27-12-2022Tutti Frutti
- 27-12-2022C’è due senza tre
- 27-12-2021Annus mediocris
- 27-12-2020V-Day
- 27-12-2019Teste da Ponte
- 27-12-2017Instant Farma
- 27-12-2013Botti di capodanno, la LAV chiede ai sindaci di vietarli
- 27-12-2012Primarie SEL, in lista due donne bassanesi
- 27-12-2010Il piccolo bosco raso al suolo
- 27-12-2008Bianco Natale
- 27-12-2008Padre Angelo rivive nel “suo” Presepio degli Scalabrini
Più visti
Geopolitica
22-12-2025
L’India beneficia della guerra in Ucraina acquistando petrolio russo a prezzi scontati
Visto 9.160 volte
Manifestazioni
22-12-2025
Marostica Summer Festival: arriva la magia di Luca Carboni
Visto 5.177 volte



