Ultimora
Geopolitica
29-12-2025
Pyongyang potenzia le operazioni di pirateria informatica legate alle criptovalute
30 Dec 2025 16:41
Autostrade Alto Adriatico, nessun aumento di pedaggio nel 2026
30 Dec 2025 16:13
Da gennaio a novembre 2026 torna la rassegna Musei in Musica
30 Dec 2025 16:13
Schianto a Verona, morto automobilista di 76 anni
30 Dec 2025 16:01
Travolse e uccise una famiglia con l'auto, investita è grave in ospedale
30 Dec 2025 14:14
Oltre 45mila 'botti' irregolari sequestrati a Padova
30 Dec 2025 21:04
Si siede e affronta gli agenti in moto a Teheran, il video è virale
30 Dec 2025 21:07
È morta Tatiana Schlossberg, la nipote di Jfk aveva 35 anni
30 Dec 2025 20:56
Il Senato pronto a riprendere l'esame del fine vita
30 Dec 2025 20:15
Si blocca l'Eurostar, treni in tilt in mezza Europa
30 Dec 2025 20:12
Incidente alla funivia, 100 turisti bloccati a 2800 metri
30 Dec 2025 19:45
Il governo incassa la manovra. Scontro sui salari
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
La strategia di Antigone
Lo spettacolo di Bucci e Sgrosso dedicato alla tragedia di Sofocle è andato in scena al Teatro Remondini accompagnato da una gradita preview che ne ha proposto una lettura corale
Pubblicato il 23-01-2013
Visto 3.457 volte
Tutto esaurito ieri sera al Teatro Remondini, dove per la rassegna La Bella Stagione è andato in scena Antigone, ovvero una strategia del rito.
Elena Bucci e Marco Sgrosso hanno proposto e interpretato un lavoro di rilettura del testo classico in chiave contemporanea che pone in rilievo il ruolo del coro greco, che azzarda il recupero della sua musicalità originaria, antica. Il testo presentato è una riduzione fedele della tragedia di Sofocle, senza contaminazioni di riscritture autoriali come quelle – pur bellissime – di Anouilh, o di Brecht. Nella rappresentazione di Bucci e Sgrosso i protagonisti, la figlia di Edipo e il re di Tebe, Creonte, e poi Ismene (la sorella di Antigone), Emone (il suo innamorato), l’indovino Tiresia, accordano i racconti delle loro vicende in un flusso continuo di parole orchestrato da un corifeo e da una giostra di luci – composta da fari pittorici analoghi a lampi divini – dove le voci degli attori, dei portatori di maschera, si sovrappongono, anticipano, annunciano, proclamano, divagano, lambiscono lo spettatore con inviti all’ascolto e alla partecipazione.
L’Antigone è un testo che colpisce per la sua straordinaria attualità (parla soprattutto del rapporto col potere, del ruolo dell’individuo nella società, scava tra le fonti di un pensiero etico e politico) e per la capacità poetica della lingua di attraversare i secoli senza perdere potenza e comunicatività.
l'aperitivo "teatrale" al Color Cafè (nella foto Mattia Pontarollo, Marco Sgrosso e Elena Bucci)
“La mia colpa è santa”, dice Antigone a Ismene, e non tanto per convincerla a condividere la responsabilità di seppellire il fratello Polinice, dichiarato da Creonte nemico della città e condannato a rimanere senza sepoltura, quanto piuttosto perché solo il dirlo le dà l’investitura necessaria all’azione: nel momento in cui lo dice ha scelto, decide di difendere le ragioni della pietà contro quelle della polis perché per lei sono più forti, più potenti. Così facendo Antigone compie un atto arrogante di fronte alle leggi e si riappropria del ruolo che era affidato alle donne nei riti della sepoltura. La tragedia vera in questa storia, al di là della morte dei personaggi, consiste nella rappresentazione dell’atto di rimanere fermi ciascuno nella propria posizione senza volontà di ascolto, un atteggiamento che porta a uno scontro infecondo perché nega quello spazio di mediazione “politica” deve nasce il nuovo e dove tutto può succedere, è un dramma sull’incomunicabilità. La “strategia del rito” che sta nel sottotitolo della messa in scena è appunto affidata alla lingua e alle sue liturgie incarnate dal racconto collettivo, corale, che ridà voce e fiato alle storie dei singoli, degli individui, un compito di traino anche fisico che è stato a lungo nel tempo affidato agli attori e al teatro. I personaggi del coro (sul palco anche Daniela Alfonso, Maurizio Cardillo, Nicoletta Fabbri, Filippo Fagotto e Gabriele Paoloc) spostano le loro sedie, le appaiano e le accatastano, narrano delle microstorie – fa la sua comparsa anche un miagolio, poi il dialetto siciliano – accompagnano la processione del racconto di Antigone con un corteo musicale e coreografico in cui note metal e ambientazioni moderne traghettano il racconto nell’attualità.
Lunghi applausi a teatro, il pubblico bassanese ha dimostrato di aver gradito la strategia di narrazione proposta dai due autori.
Lo spettacolo è stato preceduto da un aperitivo al Color Cafè, dove Mattia Pontarollo, di Color Teatri, ha dialogato con Elena Bucci e Marco Sgrosso per mettere in luce in anteprima le intenzioni e le modalità di costruzione del loro lavoro. La conversazione ha posto l’accento sulla contemporaneità di questa tragedia classica e sul ruolo importante del teatro come “luogo di transito della memoria collettiva”. L’iniziativa della preview agli spettacoli verrà proposta anche per i prossimi appuntamenti in cartellone.
Il 30 dicembre
- 30-12-2024Canta che ti Telepass
- 30-12-2022Campagna Infelix
- 30-12-2021Made in Germano
- 30-12-2021Game Over
- 30-12-2020L'anno che è venuto
- 30-12-2018Riflessi di fine anno
- 30-12-2018Il caso Monegate
- 30-12-2017Profezia di Fine Anno
- 30-12-2016Duemiladicias7
- 30-12-2016Der Kommissar
- 30-12-2015Schianto sulla Valsugana
- 30-12-2015Ricomincio da 3 + 4
- 30-12-2011Il Tar del Lazio blocca la Pedemontana
- 30-12-2011Tutti X Francesca
- 30-12-2010Man of the Year
- 30-12-2010“Ecco come ridurremo le liste di attesa”
- 30-12-2009Scuola, soppressa la sede staccata dell'“Einaudi” a Marostica
Più visti
Geopolitica
29-12-2025
Pyongyang potenzia le operazioni di pirateria informatica legate alle criptovalute
Visto 4.089 volte



