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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Salute

La salute a portata di mano

Incontro con il dr. Andrea Atzei, nome di fama internazionale nel campo della chirurgia dell'arto superiore (mano, polso e gomito). “Bisogna riparare la mano capendo come il suo proprietario la utilizza”

Pubblicato il 26-07-2012
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“Mano, polso e gomito sono le specialità della casa”. Ha buone ragioni per affermarlo il dr. Andrea Atzei, cagliaritano di nascita e residente a Verona, specialista in Ortopedia-Traumatologia e Chirurgia Plastica.
Forte di un curriculum nazionale ed internazionale ai massimi livelli, dal 1993 al 2012 è stato dirigente medico presso l'Unità Operativa di Chirurgia della Mano del Policlinico “G.B. Rossi” di Verona. Professore a contratto all'Università di Verona in Chirurgia della Mano e Microchirurgia Ricostruttiva, il dr. Atzei è un nome di chiara fama in questo delicato e particolare settore ortopedico.
Al suo attivo, oltre 7000 interventi chirurgici in tutti i campi della chirurgia dell'arto superiore (mano, polso e gomito) e della microchirurgia ricostruttiva neuro-vascolare.

Il dr. Andrea Atzei, specialista di riferimento per le patologie di mano, polso e gomito presso Magalini Medica a Bassano

Da quest'anno, il dr. Atzei ha iniziato la sua collaborazione con Magalini Medica quale specialista di riferimento per le patologie della mano, del polso e del gomito: una new entry grazie alla quale lo staff medico del Centro Specialistico e Riabilitativo di Bassano del Grappa si arricchisce di un altro nome di prestigio nel campo dell'Ortopedia.
“La chirurgia della mano - spiega il dr. Atzei - è una delle poche discipline in cui il chirurgo deve saper trattare tutti gli elementi del distretto anatomico: ossa, tendini, articolazioni, pelle, nervi, arterie. La mano è uno strumento così sofisticato che è necessario saper preservare l'integrazione di queste strutture che lavorano in uno spazio così piccolo. Se riparo un’articolazione, ma la pelle non è soffice, o se suturo un tendine, ma il nervo non dà la sensibilità, il risultato viene meno. Il chirurgo ricostruttore deve quindi avere l'abilità di rispettare questi fini equilibri interni con un approccio mirato e molto delicato”
Il metodo di intervento del dr. Atzei si basa su un principio “più conservatore che demolitore”. "Il mio obiettivo primario - afferma - è quello di limitare l’invasività chirurgica e ridurre il dolore dell’intervento, perciò non esito ad utilizzare avanzate tecniche mininvasive artroscopiche e microchirurgiche che, grazie all'ausilio di una sottile telecamera o di un microscopio, consentono la massima precisione del gesto chirurgico."
"Credo fermamente - continua il dr. Atzei - nella necessità di un “approccio anatomico”, come dimostro ormai da 10 anni organizzando un Corso di Chirurgia Avanzata presso l'Università di Barcellona aperto a chirurghi italiani e stranieri, in cui possiamo studiare e raffinare le tecniche più innovative sul pezzo anatomico. Il nostro campo di intervento è il “piccolo del piccolo” e la conoscenza dei fini dettagli del pezzo anatomico è basilare.”
Nello studio dell'illustre specialista arrivano quindi tutti i problemi che riguardano la mano e dintorni, ovvero tutto quello che succede “dal gomito in giù”: patologie traumatiche o degenerative, relative allo “strumento degli strumenti” del nostro corpo che rispetto ad altri distretti anatomici subisce “processi di affaticamento che sono unici”.
Una gamma di malattie che comprende, tra le altre, l'artrosi alle articolazioni, le lesioni dei legamenti, le tendiniti da sovraccarico (dita “a scatto”, malattia di deQuervain), e altre patologie “da super-uso o da iperlavoro”, come nel caso del tunnel carpale, sindrome causata dalla compressione del nervo mediano “che passa in corrispondenza di tendini che lavorano in continuazione”.
La filosofia di lavoro del dr. Atzei? “Riparare la mano capendo come il suo proprietario la utilizza. La stessa cura che viene applicata per la riparazione in sala operatoria è richiesta anche dopo l’intervento per il recupero della funzione con una rieducazione specifica. E il lavoro del chirurgo si completa quindi con una stretta interazione con il riabilitatore.”

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