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Alessandro TichAlessandro Tich
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Te lo do io il Tribunale

Giustizia: i presidenti delle Confartigianato di Vicenza, Treviso, Bassano del Grappa e Asolo-Montebelluna chiedono al ministro Orlando di aprire a Bassano del Grappa una sezione distaccata del Tribunale delle Imprese di Venezia

Pubblicato il 01-02-2017
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C'è post@ per te. Questa mattina, alle 9.41, al computer del capo di gabinetto dell'imperscrutabile ministro della Giustizia Andrea Orlando è arrivata una Pec trasmessa da Bassano del Grappa.
Mittenti del documento di posta elettronica certificata: il presidente provinciale di Confartigianato Vicenza e presidente regionale di Confartigianato Imprese Veneto Agostino Bonomo, il presidente provinciale di Confartigianato Marca Trevigiana Vendemiano Sartor, il presidente del Mandamento di Bassano del Grappa di Confartigianato Sandro Venzo e il presidente del Mandamento di Asolo-Montebelluna di Confartigianato Fausto Bosa. Quattro firme per un'unica proposta direttamente lanciata al guardasigilli: quella dell'apertura, a Bassano del Grappa, di una sede distaccata del “Tribunale delle Imprese” facente capo al Tribunale di Venezia.
Due ore dopo la novità viene comunicata in una conferenza stampa convocata alla sede dell'Associazione Artigiani di Bassano - dove l'idea, poi condivisa a livello ultra-provinciale, ha preso corpo - con l'intervento di tre dei quattro firmatari della lettera al ministro (Venzo, Bonomo e Bosa), del collega presidente di Confartigianato Marostica Valter Marcon e del direttore della società di ricerche socioeconomiche Local Area Network Luca Romano.

La conferenza stampa nella sede bassanese di Confartigianato (foto Alessandro Tich)

L'atmosfera, seppure riferita ad un incontro con i media, è quella delle grandi occasioni. Anche perché, nel Veneto degli incrollabili campanili, vedere unite nella stessa causa Vicenza e Treviso assieme a Bassano ed Asolo non è cosa di tutti i giorni. Ma si tratta di città e di territori dove le imprese, che formano il tessuto diffuso del distretto produttivo altresì noto come l'area della Pedemontana Veneta, sono accomunate dallo stesso problema.
E cioè quello di una giustizia ordinaria che dopo il riassetto della geografia giudiziaria non è più in grado di rispondere alle necessità delle migliaia di aziende che insistono su questo asse territoriale.
I numeri - illustrati da Luca Romano che ha condotto un'indagine al riguardo - parlano da soli. L'area della Pedemontana presa in considerazione (154 Comuni delle province di Vicenza, Treviso e Padova, posti lungo o in prossimità della direttrice della futura Superstrada Pedemontana Veneta) comprende oltre 1 milione e 128mila abitanti, pari al 22,9% della popolazione regionale.
In questa popolosa striscia di Veneto operano circa 16mila imprese industriali (il 30% del totale regionale) e oltre 32mila imprese artigiane, pari al 38,7% delle imprese dell'area e a circa un quarto delle imprese artigiane della regione.
Tra il 2008 e il 2015, inoltre, l'area ha tenuto meglio rispetto alla media regionale nell'impatto con la crisi: perse meno imprese (-7,2% nell'artigianato contro il -8,1% della media regionale) con maggiore performance nel commercio e servizi, cresciuti del +6,6%. Dunque se non siamo più la locomotiva d'Italia, siamo ancora una littorina che nonostante tutto continua a macinare strada.

Giustizia e sabbie mobili

Ma la competitività delle nostre imprese, infrastrutture a parte, si arena nelle sabbie mobili delle vertenze giudiziarie. Che rappresentano un aspetto non secondario della conduzione d'azienda e che riguardano varie tematiche: diritto societario, diritto del lavoro, difesa del know-how, concorrenza e quant'altro.
E oggi, in caso di ricorso alla giustizia, sono dolori: per una causa di fallimento, ad esempio, al Tribunale di Vicenza sono necessari 3.002 giorni, contro una media regionale di 2.169. 1.235 sono invece i giorni impiegati mediamente a Borgo Berga per concludere un procedimento in materia di giustizia del lavoro, quasi il doppio dei 688 giorni della media regionale.
Tempi infiniti (7-8 anni quelli delle cause ordinarie e centinaia di procedimenti e decreti penali destinati alla prescrizione) in sintonia con il fatto che il Tribunale di Vicenza, dopo l'assorbimento della sede giudiziaria bassanese, copre un bacino di utenza due volte e mezza superiore a quello individuato come ottimale dalla Commissione Ministeriale Vietti. E, nelle medesime critiche condizioni, si trovano anche i Tribunali di Treviso e di Padova.
Ma non è tutto, perché deve ancora arrivare la mazzata definitiva: vale a dire la montagna di cause che sta per incombere, in primis al Tribunale di Vicenza, a seguito del tracollo che ha coinvolto migliaia di piccoli azionisti delle banche popolari venete.
Di fronte a uno scenario così sconfortante, che fa “scappare” dall'area anche gli investimenti di capitali esteri, le due Confartigianato di Vicenza e Treviso, con le rispettive prime linee di Bassano e Asolo-Montebelluna, fanno quadrato e lanciano così la possibile soluzione. L'obiettivo è quello di sfruttare le apposite sezioni specializzate dei Tribunali d'Impresa (22 sedi in Italia) istituite nel 2012, alle quali è stata riservata la specifica trattazione di controversie giuridiche in materia di interesse per le aziende. Una novità in campo giudiziario che - incredibilmente - funziona: in media, tra il 2012 e il 2015, il 72% delle controversie aziendali trattate dai Tribunali d'Impresa è arrivato a risoluzione entro l'anno.

L'idea meravigliosa

Ecco quindi l'idea meravigliosa scaturita da Venzo & Friends e proposta via Pec al ministro: aprire proprio a Bassano del Grappa - data la sua posizione baricentrica nella geografia pedemontana - una sezione distaccata dell'unico Tribunale delle Imprese istituito in Veneto, ovvero quello di Venezia.
Un vero e proprio “polo specializzato” di giustizia economica che, come sottolineano i promotori, “porterebbe notevoli vantaggi quali la riduzione della durata dei processi; la redistribuzione dei fascicoli tra Vicenza, Treviso e Padova; risposte rapide e certe per le aziende; specializzazione degli uffici giudiziari locali; coerenza con le prospettive di sviluppo della Pedemontana Veneta”.
E non si porrebbe nemmeno il problema della sede: dal momento che, come noto, in via Marinali si erge uno scatolone vuoto costato alle casse dello Stato 20 milioni di euro, di cui 12 per la sola ristrutturazione delle ex carceri.
In merito alla proposta avanzata, i firmatari esprimono al ministro della Giustizia l'auspicio “di poterci confrontare non appena Le sarà possibile”, invitando il medesimo “a tornare a visitare questo nostro territorio, dove saremo lieti di incontrarLa assieme agli altri attori locali con i quali da tempo condividiamo questa necessità”.
Toni formali che Sandro Venzo, The President di Confartigianato Bassano, abbandona in conferenza stampa: “O si fa capire che è un'esigenza del territorio documentata, oppure è la dimostrazione reale di un Paese scollegato con la realtà.” “La speranza - aggiunge Venzo - è che il ministro, che fino ad ora non ha mai ascoltato, abbia l'onestà di ascoltare 32mila imprese del territorio. È un'istanza legittima e sacrosanta.”
“Un nostro studio del 2012 sull'impatto socioeconomico della futura Superstrada Pedemontana Veneta - specifica il presidente di Asolo-Montebelluna Fausto Bosa - dimostra che già oggi il territorio pedemontano è coeso e unito.” E la proposta “unificatrice” in campo giudiziario non si fermerà alle stanze dei bottoni del ministero di via Arenula.
“Faremo tam-tam ai parlamentari veneti - incalza Bosa -. Sono quelli che vengono sempre da noi a cercare consenso. Sono “tutti artigiani”. Chi ci dice che è figlio di artigiani, o chi invece ha parenti artigiani. È ora che i nostri politici sostengano la nostra causa.”
E questo, avvertono i promotori dell'iniziativa, è solo l'inizio. L'obiettivo più ampio del ripristino a Bassano del Grappa dell'ottavo Tribunale ordinario del Veneto, ovvero il Tribunale della Pedemontana, non viene infatti abbandonato.
“Il Tribunale delle Imprese - chiarisce Venzo - è un primo passo verso il Tribunale della Pedemontana. Su questo io non mi fermo.”
Risponderà l'imperscrutabile ministro Andrea Orlando alla nuova proposta e richiesta unificata trasmessa dai confini dell'Impero?
Ai posteri, come sempre, l'ardua sentenza.

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