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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Il "Tich" nervoso

Alla luce del sole

Analisi meteorologica (e non solo) dell'esito del ballottaggio a Bassano

Pubblicato il 10-06-2014
Visto 4.153 volte

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Rinascimento in bianco e nero

“Domenica 8 giugno faremo in modo che piova tanto, lampi e tuoni.”
Le parole esatte non me le ricordo, ma questo è stato il concetto espressomi da un noto maggiorente locale del centrodestra, incrociato una sera in un bar di Bassano, pochi giorni dopo il voto del primo turno in città.
E' stata solo una battuta, per carità: ma molto significativa riguardo all'antico luogo comune, durissimo a morire, secondo il quale se le elezioni si svolgono nella bella stagione e fa bel tempo vanno a votare solo, o prevalentemente, gli elettori di sinistra. Non ho mai capito le ragioni sociologiche e antropologiche che alimentano una simile credenza, che divide la popolazione in categorie di comportamento preconcette in base a una differenziazione “ideologica” che proprio di questi tempi, con la crisi generale di rappresentanza dei partiti, puzza di vecchio.

Riproduzione parziale della cartina delle previsioni del tempo sul Veneto pubblicata la scorsa settimana sul sito del meteo Arpav per domenica 8 giugno (fonte immagine: arpa.veneto.it)

Ma tant'è: e se guardiamo all'esito del ballottaggio a Bassano dovremmo dire che quel noto esponente politico della destra locale aveva ragione.
Domenica 8 giugno ci siamo ritrovati nel bel mezzo dell'anticiclone africano: sole cocente, afa opprimente e neanche una nuova in cielo.
Una giornata da piscina e da mare nella prima domenica dopo la chiusura delle scuole che benché si votasse dalle 7 alle 23 ha tenuto lontano dai seggi - se il rapporto tra condizioni del tempo e affluenza alle urne deve essere considerato un criterio di valutazione valido - un bassanese su due. Con netta prevalenza degli elettori di centrosinistra, evidentemente più motivati, secondo la supposta “consuetudine”, a dedicare qualche minuto di una calda domenica di giugno al proprio seggio elettorale. Al punto che, maliziosamente, verrebbe da pensare che lo slogan elettorale di Riccardo Poletto “Alla luce del sole” contenesse in realtà un messaggio subliminale, e soprattutto propiziatorio, sulle condizioni meteo del giorno del voto.
In realtà le cose non sono così semplici e superficiali come appaiono, e la correlazione tra previsioni politiche e previsioni del tempo lascia il tempo che trova: fosse così, invece di fare sondaggi basterebbe interpellare, qualche giorno prima del voto, il colonnello Giuliacci.
Perché è pur vero che i bassanesi andati a votare nella afosa domenica 8 giugno sono stati appena il 52,08% degli aventi diritto al voto, ma è altrettanto vero che, ad esempio, il sindaco di centrodestra Gianpaolo Bizzotto vinse il primo ballottaggio del 1999 (sempre in giugno, e sempre a giornata unica) con appena il 54,41 % degli elettori recatisi alle urne, solo due punti percentuali in più dell'affluenza 2014. Stefano Cimatti venne eletto cinque anni fa al secondo turno a fronte di un'affluenza al voto superiore, ma che non andò oltre il 59,66% nonostante il ballottaggio si fosse svolto in due giornate distinte.
Diciamo quindi che il calo anche netto di affluenza al secondo turno è fisiologico e che le ragioni dalla partecipazione al voto e della distribuzione del consenso da una parte, e dell'astensionismo dall'altra vanno ricercate in logiche strettamente legate all'attualità della campagna elettorale dell'anno di voto di riferimento.
E la questione principale riguarda proprio i numeri. In dichiarazioni rese alla stampa durante la campagna per il ballottaggio, Federica Finco ha detto di rivolgersi “al 60,98% degli elettori che al primo turno non hanno votato per Riccardo Poletto”. In base a questa chiave di lettura, tuttavia, sarebbe stato vero anche il contrario: e cioè che Riccardo Poletto si sarebbe potuto rivolgere al 66,8% degli elettori che al primo turno non hanno votato per lei.
Ma si tratta anche in questo caso di considerazioni che lasciano il tempo che trovano, perché sono espressione di un approccio verso le urne calcolato col pallottoliere e non di una approfondita previsione del consenso nei riguardi di quella fascia di cittadinanza ricca di incognite e di imprevedibilità che da sempre viene chiamata elettorato mobile.
Morale della favola: al primo turno del 25 maggio la coalizione di centrodestra del candidato sindaco Finco aveva ottenuto 7587 voti mentre al ballottaggio Federica Finco ne ha avuti 7511, per una differenza di -76 che conferma sostanzialmente, con un minimo calo, il consenso ottenuto due settimane prima e che ha portato la Finco a dichiarare - sdoganando nell'occasione il luogo comune sulle condizioni del tempo di cui sopra - che l'elettorato di centrodestra “ha tenuto”.
La coalizione di Poletto, invece, il 25 maggio aveva conquistato 8917 voti mentre al ballottaggio Riccardo Poletto ne ha portati in cascina 10532, per una differenza rispetto al primo turno di +1615 preferenze.
Non è questa la sede per analizzare i diversi fattori discriminanti che hanno portato all'esito finale e che riguardano aspetti meritevoli di ben più approfondite valutazioni come le figure dei due candidati sindaci, la genesi delle rispettive candidature, i programmi, i contenuti delle rispettive campagne elettorali, i rispettivi appoggi politici istituzionali (aspetto, questo, non secondario) e quant'altro.
Ma va senz'altro tenuta in considerazione la dichiarazione a botta calda di Federica Finco nella notte della grande delusione per la débâcle dell'8 giugno: “Dove è andato l'elettorato sconfitto dell'Amministrazione? Sul resto dell'Amministrazione.” Ovvero: la fascia di elettorato che al primo turno aveva votato per liste e coalizioni con candidati sindaci o capolista espressione della giunta e della maggioranza uscente (Dario Bernardi, Andrea Zonta, Annalisa Toniolo, Lorenza Breda, Giorgio Bettiati ecc.) al ballottaggio si sarebbe ricompattata votando per Poletto che, in quanto sostenuto dal Partito Democratico, porta con sé un altro pezzo - e non indifferente - della medesima ex Amministrazione.
Sono piuttosto scettico sul fatto che nelle dinamiche di voto della maggioranza dei cittadini queste questioni contino più di tanto. Ma ammesso e non concesso che il fatto di scegliere tra il presunto “vecchio” e il presunto “nuovo” abbia influito in qualche modo sul consenso della cittadinanza, va ricordato che la campagna elettorale di Federica Finco - nel proporsi in netta alternativa alla gestione della città degli ultimi cinque anni - sin dall'inizio e fino alla fine ha puntato in maniera preponderante sulla forte critica e sul duro attacco al governo uscente di Bassano. Di conseguenza le elezioni amministrative si sono anche trasformate, indirettamente e in seconda battuta, in un referendum sull'Amministrazione Cimatti.
Motivo per cui, secondo la logica più elementare, se Federica Finco - nel rivolgersi agli elettori delle formazioni rimaste escluse al ballottaggio - puntava anche ai voti degli elettori delle liste che presentavano esponenti della passata Amministrazione, non vedo come avrebbe potuto recuperarli.
Un'ultima considerazione riguarda le indicazioni di voto, che negli ultimi giorni hanno visto alcune figure più o meno prominenti del panorama politico e amministrativo non solo locale esprimere il loro endorsement nei confronti dell'uno o dell'altro dei due contendenti al ballottaggio.
Dichiarazioni che in questo portale abbiamo riportato per dovere di cronaca, ma che a mio avviso non spostano voti se non in maniera minima e ininfluente.
Anzi, dirò di più: penso che per molti elettori, che se decidono di andare a votare decidono di esprimere un atto di libertà, sentirsi dire che cosa fare e per chi votare da persone “terze” oltre ai legittimi candidati in corsa rappresenti persino un fastidio.
Non ho ovviamente la prova statistica di ciò che sostengo, essendoci fortunatamente la sacra segretezza del voto, ma la cartina di tornasole del rapporto tra le indicazioni di voto e la risposta degli elettori in realtà esiste.
Lo scorso 3 giugno le due liste civiche Bassano ConGiunta e Breda per Bassano - come riportato anche in un nostro articolo - hanno invitato i loro elettori “a recarsi alle urne domenica 8 giugno, esercitando il dovere civico del voto con una posizione di astensione rispetto alla scelta di uno dei due candidati”. Ergo: andate a votare ma votate scheda bianca.
Totale complessivo dei voti per le due liste Bassano ConGiunta e Breda per Bassano al primo turno: 1249. Totale schede bianche al ballottaggio: 68.
Come volevasi dimostrare. A meno che 1181 elettori delle due liste di Giunta e Breda, disattendendo comunque l'indicazione di entrambe, travolti dall'afa dell'anticiclone africano non siano andati tutti al mare.

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