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Attualità

Casetta “Pro Bassano”: scoppia la polemica

Protesta dei baristi del centro contro lo chalet natalizio. Il presidente dei baristi Ferronato: “E' un bar a tutti gli effetti, ci danneggia”. Il presidente della Pro Bassano Stevan: “Si vergognino, si vergognino, si vergognino”

Pubblicato il 08-01-2011
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Elena Pavan

E' un immancabile “pit stop” delle festività bassanesi.
Un punto d'incontro caratteristico, popolare e per questo molto frequentato. Per tutto il periodo del mercatino di Natale e fino a Epifania, la casetta di legno della Pro Bassano, collocata in Piazza Garibaldi, reca conforto agli infreddoliti passanti a forza di bicchieri di vin brulè.
Ma non solo: perché tra i prodotti in vendita e somministrazione nello chalet della Pro Loco ci sono anche vino bianco e nero, birra, acqua e altre bibite e talvolta pure i panini. E in più la cioccolata calda gratis, offerta da uno sponsor, il giorno dell'Epifania.

La casetta della Pro Bassano, al centro delle polemiche

E' stata la prima casetta ad aprire al pubblico a dicembre, assieme alla casetta “sorella” della Pro Bassano di Piazza Libertà, e sarà l'ultima a chiudere: domani, domenica 9 gennaio, sarà il suo ultimo giorno di apertura, motivato dalla coda festiva dopo la Befana.
Ma c'è anche un'altra coda, ed è un coda polemica.
A lanciarla sono i baristi delle piazze e di altre vie del centro storico: la casetta, secondo i titolari dei pubblici esercizi, è diventata di fatto una licenza commerciale in più. Ovvero un bar a tutti gli effetti, aperto tutti i giorni e fino a sera anche inoltrata. Che porta via lavoro a chi questo mestiere lo fa per professione. E se non è concorrenza sleale, ci dicono alcuni titolari di bar, poco ci manca.
“Durante il periodo delle Feste ho ricevuto parecchie lamentele da parte dei locali - ci conferma Tiziano Ferronato, presidente dei baristi di Bassano aderenti all'Unione del Commercio - e ho già informato della cosa i vertici dell'Umce. Aspettiamo che finisca, dopo domenica, il periodo prolungato delle Feste e poi ci incontreremo per valutare la situazione.”
“E' vero che la casetta della Pro quest'anno ha lavorato meno - prosegue Ferronato - ma anche i bar hanno lavorato molto meno rispetto agli altri anni. Per dieci settimane, la pioggia ha mortificato la nostra attività. I gestori sono preoccupati e la casetta è diventata un bar vero e proprio. Fanno aperture giornaliere, chiudono più tardi rispetto agli anni passati e il venerdì e sabato tengono aperto fino all'una o le due di notte.
Non è solo questa, ovviamente, la causa del minor lavoro dei nostri bar. Il maltempo e la crisi sono uguali per tutti. Ma proprio in un momento critico come questo, il problema è più evidente.”
“Non siamo contro la Pro Bassano - puntualizza il presidente dei baristi - ma sarebbe importante tutelare il rispetto delle attività commerciali. E' giusto che la Pro Loco raccolga fondi per le proprie attività, ma senza andare ad intaccare le attività economiche che lavorano 365 giorni all'anno, con dipendenti e affitti da pagare. E ricordiamo che quando la Pro Bassano chiede ai bar un aiuto per i fuochi pirotecnici di ottobre, noi diamo sempre il nostro contributo.”
“Dal vin brulè - conclude Ferronato - la casetta è diventata un'azienda commerciale di fatto, ma senza servizi pubblici. Ed è successo più di una volta che qualche persona con il bicchiere di brulè ancora in mano sia entrato in un bar chiedendo di poter andare alla toilette.”
“Si vergognino”, replica il presidente della Pro Bassano Renzo Stevan da noi interpellato sulle lamentele dei baristi. E rincara ulteriormente la dose: “Si vergognino, si vergognino, si vergognino”.
“Se la Pro Bassano fa questa cosa - dichiara il presidente - lo fa anche per loro. Se abbiamo incassato pochi soldi e affrontato per settimane il maltempo lo abbiamo fatto per loro, perché la gente va poi a bere il caffè nei loro bar.”
“Vuol dire che la Pro Bassano - replica ancora Stevan ai baristi - andrà a fare le gite con gli anziani piuttosto che prendere freddo e rompersi le scatole per loro, che sono i primi beneficiari della nostra attività. Se qualcuno ha qualcosa da dirci, ce lo dica chiaramente, io sono qui. Non vale la pena perdere tempo per loro. Quando andiamo nei bar a chiedere due soldi per i fuochi, che portano a Bassano migliaia di persone, molti baristi ci mandano via.”
“Se adesso dicono queste cose - conclude Stevan - ci fanno letteralmente schifo. Lo scriva pure.”

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