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Alessandro TichAlessandro Tich
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Si va avanti col progetto della diga e serbatoio del Vanoi. Lo ha deciso il CdA del Consorzio di Bonifica Brenta dopo la Relazione conclusiva del Responsabile del Dibattito Pubblico. Preferita l’opzione C con un invaso di 20 milioni di mc d’acqua

Pubblicato il 28-01-2025
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La discussa diga del Vanoi non resta al palo. Si va avanti.
Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Bonifica Brenta, riunitosi nei giorni scorsi, ha infatti espresso il suo parere favorevole “all’interesse e alla necessità di dover proseguire le fasi progettuali successive” dell’intervento di realizzazione dell’invaso quasi totalmente ubicato nella valle trentina del Vanoi, o Val Cortella, con la funzione di serbatoio idrico per la pianura agricola veneta lungo l’asta del Brenta in caso di emergenze ambientali per siccità.
Ovvero, come dalla sua presentazione ufficiale, “realizzazione di un invaso sul torrente Vanoi a tutela dell’irrigazione nel comprensorio del Consorzio di Bonifica Brenta”.

Planimetria del layout della diga e delle opere accessorie dell’alternativa progettuale C elaborata nel DOCFAP

È quanto stabilito dalla dirigenza dell’ente consorziale dopo la Relazione conclusiva del Responsabile del Dibattito Pubblico e del Proponente, l’ing. Gennaro Mosca della Direzione Generale per le Dighe e Infrastrutture idriche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha concluso l’iter del Dibattito sul DOCFAP (Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali) del serbatoio del Vanoi.
Il percorso era iniziato con la redazione, da parte dei progettisti su finanziamento del Ministero delle Politiche Agricole, del DOCFAP e con la sua consegna al Consorzio il 14 giugno dello scorso anno.
È stato quindi avviato, come da disposizioni di legge, il Dibattito Pubblico.
La fase preliminare del Dibattito Pubblico si è svolta dal mese di luglio con il coinvolgimento di 185 soggetti portatori di interesse tra istituzioni, enti, associazioni e comitati.
Di seguito la presentazione ai media e tra settembre e ottobre la seconda fase allargata del Dibattito, con tre incontri in presenza e due incontri online.
Numerose le osservazioni pervenute, sia durante gli incontri che per iscritto, tutte contenute nel voluminoso Documento delle risposte, presentato il 12 dicembre e disponibile online. Tutti elementi sulla cui analisi si è basato il documento finale dell’ing. Mosca nel suo ruolo di figura “terza, neutrale, equidistante e autonoma” con il compito di “arbitro per la trasparenza e la completezza delle informazioni”.
In sintesi - per quanto sintetizzare simili questioni sia un’ardua impresa -, la Relazione conclusiva ha sostanzialmente “promosso” la procedura sin qui messa in atto che ha consentito “la massima diffusione dell’idea progettuale, portata dal DOCFAP in modo trasparente, completo e comprensibile” dando così “la possibilità, per tutti i soggetti interessati e legittimati a presentare osservazioni e proposte, di esprimere i propri contributi”.
Viene inoltre ritenuto che il Documento delle risposte sia “esaustivo”, specificando alcune tematiche che invece rimangono “aperte” e motivatamente rinviate, pertanto, alla successiva fase di approfondimento progettuale.

Alla luce del Dibattito e della Relazione conclusiva, il CdA del Consorzio di Bonifica ha quindi deciso di andare avanti con l’iter progettuale e nella fattispecie ha confermato l’opzione C proposta dai progettisti.
L’alternativa C del DOCFAP prevede una diga ubicata all’altezza di un attuale pianoro sulla sponda sinistra del torrente Vanoi e il volume di invaso è pari a 20 milioni di metri cubi d’acqua.
È un volume idrico di invaso più ridotto rispetto alle altre tre opzioni progettuali e cioè l’alternativa A (33 milioni d metri cubi), B (25 milioni) e D (30 milioni).
Questi sono i dati minimi e strettamente essenziali, vi risparmio tutti gli ulteriori e numerosi dettagli tecnici.
L’opzione C, come afferma un comunicato stampa del Consorzio, seppure “a fronte di un volume di invaso inferiore rispetto alle necessità e alle aspettative iniziali”, viene ritenuta “la migliore per contemperare anche gli altri fattori in gioco, in primis legati alle valutazioni sulla sicurezza e anche quelle ambientali”.
“Sotto tale luce - continua la nota - si rafforza ulteriormente la necessità di integrare l’inderogabile necessità di un polmone di scorta e regolazione che la diga e il relativo bacino metteranno a disposizione con alcuni altri elementi che, pur essendo ritenuti di carattere “complementare” e non “alternativo” (ricarica della falda, risparmio irriguo, sghiaiamento bacini esistenti, incremento della disponibilità dei bacini esistenti per gli utilizzi irrigui e potabili della pianura, ecc.) e in parte sono stati già realizzati e/o progettati dal Consorzio.”
“L’avvio della successiva fase di approfondimento progettuale - prosegue il testo - avverrà inizialmente con un piano di indagini sulla sicurezza geologica.”
Il Consorzio di Bonifica “ritiene quindi doveroso procedere nell’approfondimento degli studi tenendo conto di tutte le esigenze e tutti i fattori emersi durante il Dibattito Pubblico” e “conferma ancora la disponibilità e la volontà di poter collaborare e valutare congiuntamente interventi di mitigazione e compensazione”.
Questo per venire incontro all’indicazione del Documento conclusivo che ha evidenziato “l’emersione di nodi di conflitto e l’auspicabile raffreddamento delle connesse tensioni”.
La novità della decisione del Consorzio di Bonifica sul progetto della diga e del serbatoio del Vanoi si è abbattuta oggi sui lavori del consiglio regionale del Veneto.
Ma questo capitolo della vicenda, egregi lettori, è degno di un articolo a parte.

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