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Politica

Giubbotti d’Italia

In occasione del consiglio comunale sull’accordo Baxi/Pengo il Circolo di Bassano di Fratelli d’Italia fa propaganda in municipio per il proprio partito. La protesta di un cittadino: “Una cosa non consona né al luogo né all’occasione”

Pubblicato il 30-07-2023
Visto 10.819 volte

Non è ancora tramontato il sole dietro i finestroni della sala consiliare di Bassano.
Il consiglio comunale che a tarda notte voterà sull’atto di indirizzo per l’accordo Baxi/Pengo è da poco iniziato, le sedie del pubblico sono già tutte occupate e il resto della gente si sta assiepando sull’atrio di ingresso e sulla scalinata del municipio.
A un certo punto all’entrata, già gremita per conto suo, della sala consiliare compare per un attimo il presidente e portavoce del Circolo di Bassano del Grappa di Fratelli d’Italia nonché presidente del consiglio di quartiere XXV Aprile Nicola Giangregorio, che dà un’occhiata ai lavori consiliari in corso e poi se ne va.

Il consiglio comunale del 27 luglio (foto Alessandro Tich)

Dalla postazione riservata alla stampa, in cui ho preso posto e dove rimarrò seduto per oltre sei ore, me ne accorgo. E noto un particolare che non può sfuggire all’occhio: Giangregorio indossa un giubbotto/pettorina di colore azzurro con la scritta “Fratelli d’Italia - Bassano 2024”.
Quella sera ho ben altre cose da seguire, ma è un dettaglio che mi annoto sul bloc notes.
La situazione del momento rende sconsigliabile abbandonare la postazione, ci sono troppe persone assembrate sia dentro che fuori e non posso quindi uscire dalla sala per verificare cosa stia succedendo negli altri luoghi del Palazzo.
Senonché, il giorno dopo, ricevo una mail da Paolo Conci, consigliere del quartiere Centro Storico. Il quale tuttavia specifica di avermi scritto “a titolo personale”.
Mi scrive Conci: “Quando sono riuscito ad entrare nella sala consiliare ieri verso le 19, ho visto che Lei era già al Suo posto di giornalista e quindi mi permetto di riportarLe ciò a cui ho assistito salendo le scalinate.”
“Sulla seconda scalinata, erano schierate ai due lati almeno una decina di persone con pettorina del partito Fratelli d'Italia - riferisce il nostro lettore -. All'esterno del
Comune, una di esse distribuiva volantini dello stesso partito.”
“La cosa non mi è parsa consona né al luogo né all'occasione - prosegue Conci -. Non mi è parsa nemmeno conforme al Testo Unico Leggi Pubblica Sicurezza, poiché solo i
militari e le forze dell'ordine possono entrare in un luogo pubblico in divisa e in gruppi organizzati.”
“Dopo circa un'ora in cui ero bloccato all'interno della sala consiliare - continua -, ho chiesto a uno degli agenti di Polizia Locale in piedi accanto a me se le persone in pettorina fossero ancora presenti e mi è stato risposto che erano state allontanate dalla Digos.”
“Mi conforta che quello che appariva “a pelle” come qualcosa di illegale sia stato sanzionato dalla forza pubblica, immagino come manifestazione non autorizzata - conclude Conci -. Ma mi inquieta che un gruppo di persone affiliate a un partito politico si senta in diritto di presidiare “in divisa” e come squadra organizzata una sede pubblica. E mi amareggia che questo succeda in una città premiata per la Resistenza.”

Ringrazio innanzitutto Paolo Conci per la sua segnalazione, che si è sentito di trasmettermi come libero cittadino. E che io ho preso in considerazione come libero giornalista.
Devo dire, in tutta verità, che sono rimasto anch’io basito nel vedere Giangregorio che indossava un giubbotto con il logo del suo partito, e con una scritta chiaramente riferita alle elezioni comunali dell’anno prossimo, nella sede istituzionale dell’assemblea cittadina.
Che poi ci siano state anche altre persone che, vestite di pettorina di FdI come lui, “presidiavano” le scale del municipio io non lo sapevo perché non le ho potute vedere.
Ma anche se non ci fossero state, la sola presenza del presidente del Circolo cittadino del partito che interviene al Palazzo del consiglio comunale come un manifesto elettorale ambulante è stata una performance fuori luogo e del tutto imbarazzante.
E lo direi per chiunque, sia di destra che di sinistra, si presenti alla seduta dell’assemblea civica bardato in questo modo.
Tuttavia, dal punto di vista dell’analisi politica, è stata anche un segno, per quanto di cattivo gusto, delle “grandi manovre” già in pieno svolgimento in seno al centrodestra in vista dell’appuntamento con gli elettori del 2024.
Fratelli d’Italia, il partito la cui lista nel 2019 non ha fatto eleggere alcun rappresentante in consiglio comunale, prendendo forza dall’attuale trend nazionale è intenzionato a gestire le redini della formazione della coalizione per il voto della prossima primavera a Bassano, indicazione del candidato sindaco compresa.
La cartina di tornasole del Fratellismo imperante è costituita dall’intervento in aula del consigliere di #PavanSindaco - ma con la tessera di FdI - Gianluca Pietrosante, oramai totalmente smarcato dalla lista civica con cui è stato eletto, che si è permesso di intervenire “a nome di Fratelli d’Italia” nel momento in cui ha intimato ai “franchi tiratori” della maggioranza che avrebbero votato contro l’atto di indirizzo Baxi/Pengo “a non candidarsi nelle liste di centrodestra alle prossime elezioni comunali di Bassano”.
Detto dall’ultimo arrivato - in senso cronologico - in consiglio comunale, promosso sui banchi consiliari perché ripescato, fa un certo effetto.
Le parole di Pietrosante fanno pari e patta - proprio come l’esito del voto del consiglio comunale su Baxi/Pengo - con la performance propagandistica a Palazzo del referente del Circolo di Bassano del suo partito.
Morale del giubbotto: oggi per i meloniani bassanesi la priorità non è la Baxi, non è la Pengo e non è San Lazzaro, ma è un’altra cosa.

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