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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Febbre da cavallo

Approvato dalla giunta comunale il progetto di fattibilità tecnica ed economica per il restauro, la ricomposizione e il riposizionamento al Museo Civico del Cavallo Colossale di Antonio Canova

Pubblicato il 28-08-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Monta la febbre da cavallo al Museo Civico di Bassano del Grappa.
Non preoccupiamoci: è una febbre benigna, portatrice di un’importante novità, peraltro già annunciata dalla precedente amministrazione ma adesso concretizzata dall’amministrazione attuale.
La giunta comunale ha infatti approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica per il restauro, la ricomposizione e il ricollocamento al Museo del Cavallo Colossale di Antonio Canova.

Foto: archivio Bassanonet

Si tratta del grande modello in gesso, dipinto con vernice finto bronzo, realizzato fra il 1819 e il 1821 dal maestro di Possagno per lo studio di un monumento equestre al re Ferdinando I, commissionatogli dai Borboni di Napoli, tra i suoi nuovi committenti delle corti europee dopo la caduta in disgrazia di Napoleone Bonaparte.
Canova morì nel 1822, ragione per cui probabilmente non riuscì ad aggiungere sul modello in gesso anche il cavaliere.
Il Cavallo Colossale è davvero un bel cavallone: misura oltre 4 metri per 5 e pesa due tonnellate.
Appartiene al patrimonio dei Musei Civici bassanesi dalla metà dell’Ottocento grazie al lascito testamentario del fratello acquisito del sommo scultore, monsignor Giovanni Battista Sartori Canova.
L’imponente equino scultoreo rimase miracolosamente indenne dal bombardamento alleato che colpì il Museo Civico il 24 aprile 1945, diversamente dal secondo grande Cavallo canoviano che era conservato in Pinacoteca, completo di cavaliere come modello di una statua equestre per Carlo III di Borbone, che venne distrutto in maniera irrecuperabile dalle bombe.
24 anni dopo, la storia che già sappiamo: nel 1969 il Cavallo Colossale venne fatto smontare, in accordo con la Sovrintendenza, dall’allora direzione del Museo che provvide a collocarne i pezzi nelle casse dei depositi museali.
Quei pezzi sono ancora lì, fatta eccezione per la grande testa del monumentale quadrupede, restaurata nel 2004 e da allora esposta al pubblico nella Sala Canoviana del Museo Civico, nonché posta meritatamente in vetrina anche alla recente grande mostra “Io Canova. Genio Europeo”.
Riguardo alla storia del Cavallo, eravamo fermi al 27 ottobre 2023, il Big Day della presentazione alla stampa e della successiva inaugurazione del nuovo allestimento del Museo Civico di Bassano.
In quella festosa e fastosa occasione l’amministrazione Pavan aveva annunciato ufficialmente la decisione di recuperare e ricostruire il Colosso canoviano a quattro zampe, con l’intenzione di esporlo nell’ottagono all’ingresso dei saloni espositivi al primo piano.
Ed è di oggi la nuova notizia, resa nota dall’amministrazione Finco: il grande modello in gesso sarà presto oggetto dell’importante intervento di restauro finalizzato al recupero e alla restituzione alla pubblica fruizione di un’opera d’arte unica al mondo per tipologia e dimensioni.

Il progetto di fattibilità tecnica ed economica approvato dalla giunta comunale è stato redatto dallo studio Pro. Rest e ha già ricevuto il semaforo verde della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza.
Prevede un intervento del valore complessivo di 340.500 euro, di cui 204.231,90 per progettazione esecutiva e lavori e 136.268,10 per somme a disposizione dell’amministrazione comunale.
“Siamo felici che questo importante progetto di recupero possa realizzarsi - commenta il sindaco Nicola Finco -. Lo abbiamo ereditato dalla passata amministrazione ed ora proseguiamo con convinzione per poter restituire presto alla collettività questo capolavoro del grande scultore di Possagno di cui il nostro Museo conserva un patrimonio di inestimabile valore.”
“Il recupero di quest’opera - afferma l’assessore alla Cultura Giada Pontarollo - rappresenterà un evento di grande rilevanza per il comparto culturale; un’opera d’arte che arricchirà ulteriormente le nostre collezioni rendendole ancora più attrattive per visitatori e turisti e che rafforzerà l’immagine di Bassano quale capitale canoviana.”
“Si tratta della prima tappa di un lungo e impegnativo percorso - dichiara la direttrice dei Musei Civici e dirigente dell’Area III del Comune di Bassano del Grappa, Barbara Guidi -. Lo affronteremo con grande cura ed entusiasmo, assieme alla Soprintendenza, affinché questa straordinaria testimonianza artistica possa presto tornare ad essere ammirata da tutti.”
Nell’attesa del restauro, è possibile vedere una ricostruzione virtuale del Cavallo Colossale di Canova, nelle sue reali dimensioni, attraverso l’applicazione ARtRestore, scaricabile tramite il QR code e sviluppata dall’azienda UnoArte di Altavilla Vicentina.
Il visitatore, salendo al piano nobile del Museo Civico - ovviamente quando sarà nuovamente fruibile dopo le indagini esplorative attualmente in corso in seguito al manifestarsi di alcune criticità agli intonaci e stucchi presso lo scalone di accesso -, potrà accedere all’app nella sezione dedicata ai restauri, selezionando “Antonio Canova - Cavallo Colossale” e successivamente cliccando “vedi in realtà aumentata”.
Inquadrando quindi l’icona del cavallo, posizionata sul pavimento al centro dell’ottagono d’ingresso, apparirà in dimensione reale l’opera nel suo monumentale e imponente aspetto.
È la stessa applicazione già messa in opera in occasione dell’inaugurazione del nuovo allestimento del Museo Civico dello scorso 27 ottobre, a cui fa riferimento la foto che vedete pubblicata sopra.
E così, in futuro e a restauro e ricomposizione terminati, i visitatori del nostro Museo, mettendo piede nella Pinacoteca al piano nobile, si imbatteranno in questo grandioso e glorioso cugino europeo di Furia cavallo del West.
Per quanto riguarda infine i tempi di realizzazione del progetto, nulla al momento è dato sapere.
La direttrice Guidi ha specificato che si tratta “della prima tappa di un lungo e impegnativo percorso”, per cui dovremo attendere con l’opportuna dose di calma e di pazienza.
Per la serie: campa cavallo che l’erba cresce.

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