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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Il colosso dai piedi di argilla
La giunta comunale prende atto del dissesto e degrado delle fondazioni subacquee del Ponte. Necessari nuovi interventi urgenti di messa in sicurezza “di fronte alla consistente possibilità di collasso del monumento”
Pubblicato il 23-08-2018
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“È opportuno valutare la possibilità di realizzare ulteriori interventi “fuori progetto”, per l'incolumità pubblica e a salvaguardia del monumento, per affrontare l'imminente periodo autunnale, scongiurando il collasso del monumento, anche mediante specifico supporto progettuale specialistico esterno.”
Più che una constatazione dello stato delle cose, è una sirena di allarme quella contenuta nella delibera con la quale la giunta comunale di Bassano del Grappa, nella sua ultima seduta di martedì 21 agosto (due assessori assenti, tra cui il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Roberto Campagnolo), ha preso atto “della situazione di dissesto e degrado del Ponte degli Alpini”, approvando un atto di indirizzo sulle “misure di messa in sicurezza da valutare in vista della prossima stagione autunnale”.
Il Ponte, come evidenzia l'atto deliberativo, è messo malissimo (ma va'?) e prima che sul cantiere senza inizio ricompaiano finalmente forme di vita emerge da parte comunale l'urgente necessità di prevedere nuovi interventi extra-restauro finalizzati a prevenire ed evitare nientemeno che il collasso del manufatto.
Foto Alessandro Tich
Il documento della giunta trae spunto dalla ricognizione degli interventi già effettuati a sostegno e puntellamento delle basi e fondazioni.
“Gli interventi di puntellamento e l'ancoraggio provvisorio della struttura, realizzati nell'autunno 2015 dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco - afferma la delibera -, non garantiscono contro la possibilità di cedimenti e/o crolli delle strutture del ponte in occasione delle portate del fiume in piena.”
Quindi nel giugno e luglio 2016 sono stati messi in atto interventi d'urgenza “compatibili con l'ordinanza del Consiglio di Stato quali misure straordinarie per l'incremento di sicurezza del ponte”. In quella occasione gli operatori dell'Unità di Soccorso Subacqueo e Nautico dell'Associazione Nazionale Alpini avevano provveduto “al posizionamento di puntelli sotto le soglie di appoggio delle colonne del ponte di tutte e quattro le stilate che hanno integrato, di fatto, il puntellamento precedentemente eseguito sulla seconda stilata nel settembre 2015”. “Tali puntelli inseriti nell'estate 2016 - osserva tuttavia l'atto comunale - hanno potuto semplicemente collaborare a contrastare i cedimenti verticali in regime di magra (estate-inverno) ma non garantiscono il mantenimento di tale funzionalità in caso di aumento di portata del fiume (primavera-autunno) in quanto privi di fondazione profonda e poggianti sul fondo alveo discontinuo e incoerente e quindi soggetto, in caso di piena del fiume, a movimentazione.” Né sulle puntellazioni del 2016 si può fare affidamento “per contrastare le spinte orizzontali dovute alla forza del fiume e al trasporto di materiali (tronchi, massi, ecc.) con la piena”.
Insomma: il Ponte di Bassano è di fatto un colosso dai piedi di argilla.
E il successivo ulteriore intervento di messa in sicurezza, realizzato in vista delle piene autunnali 2016, “ha interessato solo la parte subacquea delle strutture per le sole stilate centrali e non la parte in asciutto, essendo previsto che i lavori dell'appalto generale di ripristino e consolidamento del Ponte degli Alpini procedessero regolarmente, dopo le decisioni del giudice amministrativo, con l'appaltatore in fieri”.
Fin qui il triste riassunto delle puntate precedenti, seguito in delibera dagli aggiornamenti dell'anno corrente. Con la presa d'atto che “il cantiere appaltato alla ditta Nico Vardanega Costruzioni Srl non ha prodotto alcuna delle opere previste per il restauro del ponte e potrà riprendere l'operatività solo successivamente al riaffidamento del contratto ad un nuovo appaltatore (...)”.
L'allarme rosso sulle condizioni del monumento scatta nelle righe seguenti.
Il documento riferisce che l'esito delle indagini subacquee, effettuate dalla ditta Idra Snc il 17 e 18 luglio scorsi per la parte sommersa delle stilate 3 a 4 (le due stilate verso Angarano), riporta per la stilata 3 “un degrado dovuto al lavorio della corrente e alle condizioni sempre più compromesse degli elementi lignei (montanti, soglia lignea, ecc.)” e per la stilata 4 l'evidenza che “i montanti che poggiano sulla soglia lignea risultano in cattive condizioni” tranne due elementi “che hanno la base annegata nel cemento”.
Da qui la constatazione “che 6 pali su 8 risultano in cattive condizioni, di cui uno addirittura rotto”.
Viene quindi citata la relazione del “professionista incaricato del supporto al RUP per le questioni strutturali” (l'ing. Gianmaria De Stavola, NdR), acquisita al protocollo il 16 agosto, che per le stilate numero 3 e numero 4 riporta quanto segue: “Le ispezioni di luglio 2018 mostrano grave compromissione delle parti inferiori delle colonne di entrambe le stilate, con assottigliamento generale della sezione lignea e con situazioni di accentuato rischio di collasso”.
Dunque dalle indagini subacquee della ditta Idra, così come riportato in delibera, non appare alcuna evidenza di cedimenti già in atto della terza stilata (addirittura di 9 centimetri come riportato da alcune recenti notizie di stampa), bensì un quadro di accentuato degrado e dissesto dei materiali, tale da far temere un possibile cedimento o collasso in mancanza di opportune misure di messa in sicurezza in vista delle piene autunnali. In più, si viene a sapere che la stilata n. 4 non è messa meglio della n. 3, come pure sostenuto nei giorni scorsi da informazioni mediatiche, con ben 6 pali che versano in cattive condizioni.
Quella che emerge dalle ultime analisi, in definitiva, è una chiamata alle armi per evitare il peggio nell'Autunno Caldo del fiume Brenta. La stessa relazione dell'ing. De Stavola indica la necessità di intervenire prima delle piene autunnali con interventi di puntellazione “di fronte alla consistente possibilità di collasso del ponte in corrispondenza alle campate non puntellate”.
“Lo stato di conservazione delle strutture portanti di collegamento alle fondazioni - evidenzia il provvedimento comunale - si presenta fortemente deteriorato nella propria funzione e nella capacità di contrasto alle sollecitazioni che si possono sviluppare in caso di piena fluviale, che non può peraltro essere valutata, con una progressione della perdita di verticalità delle strutture, così come riportato nella relazione interpretativa a cura dell'ing. Elvis Cescatti dei dati fino a luglio 2018 ricavati dal sistema di monitoraggio continuo del ponte, pervenuta il 20/08/2018.”
Morale della favola: l'operatività del cantiere del restauro “è assoggettata ai tempi amministrativi di durata incerta necessari per un nuovo affidamento del contratto dei lavori”. Contemporaneamente, come si legge sempre in delibera, “non si è in grado di stabilire la previsione degli effetti che potranno avere le azioni idrodinamiche che la corrente del fiume potrà esercitare sul ponte durante gli eventi di piena del fiume statisticamente attesi nel periodo autunnale”.
Ecco pertanto la necessità, per la giunta comunale, “di valutare la possibilità di realizzare ulteriori interventi “fuori progetto” (...) anche mediante specifico supporto progettuale specialistico esterno”. Con la conseguente decisione, approvata all'unanimità dai presenti, di valutare più specificatamente la possibilità “di realizzare interventi anche aggiuntivi a quelli inclusi nel progetto di ripristino e consolidamento del Ponte degli Alpini, utili e realizzabili prima dell'arrivo della stagione idrologica autunnale, con incarico ad uno specialista strutturale e a ditte specializzate con successivi provvedimenti a cura dell'Area Lavori Pubblici”.
Nuove consulenze professionali e nuovi affidamenti d'urgenza, coi relativi e ulteriori impegni di spesa, stanno quindi per accorrere al capezzale del colosso dai piedi di argilla. Si aprano le danze e i cordoni della borsa: c'è un malato che rischia il collasso e in questa vicenda, simbolo del tempo perduto, non c'è tempo da perdere.
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