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Bar Zonta
Sei simpatici cagnolini accaldati bevono acqua alla Fontana Bonaguro, trasformata in rinfrescante Doggy Bar. L’assessore Zonta, che ha riattivato la fontana, meriterebbe un premio di FdI: Federazione dissetamento Idrico
Pubblicato il 23-08-2023
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Datemi un po’ d’acqua e vi solleverò il mondo.
Sono le 19 circa di un altro giorno che ha fatto squagliare le teste per il caldo.
Probabilmente la mia testa è già squagliata per conto suo, ma il sole a picco senza l’ombra di una nuvola e le temperature di Nerone, l’anticiclone incendiario, ne liquefano ulteriormente la lucidità.

Foto Alessandro Tich
Adesso è quasi sera e si respira di più, ma gli effetti della afosa sauna diurna si sentono ancora. E non solo per gli esseri umani, a quanto pare.
Sono sulla via di casa e sto transitando in piazza Garibaldi in direzione del luogo dove ho parcheggiato l’auto, nella speranza che la tendina parasole che ho posizionato sopra il cruscotto non si sia nel frattempo squagliata anche lei.
E giunto all’altezza della Fontana Bonaguro assisto alla scena di una piccola e simpaticissima orda di assetati per il caldo che prendono di mira l’acqua rimbalzata dagli zampilli e depositata sugli scalini del basamento. La bevono, la leccano, vi si distendono, ci fanno sopra le capriole.
Sono sei cagnolini, ini-ini perché sono davvero piccoli, legati l’un l’altro da un guinzaglio esavalente. Sono cagnolini molto noti in città: li si vede spesso trotterellare in centro storico con il loro padrone. Ed è un sestetto di cagnetti “autonomi”: sono legati tra di loro, ma non al loro proprietario che procede a mani libere. Lui semplicemente dà loro le “dritte” ad alta voce e loro eseguono gli ordini.
Anche per le ventiquattro zampette vale la legge dell’afa-ticamento ed è il momento di un rinfrescante pit-stop: e così la Fontana Bonaguro si trasforma in un accogliente e dissetante Doggy Bar. Bar Zonta.
Per un minuto o due le sei irresistibili bestiole fanno il deguello (degheio) sulla provvidenziale provvista idrica della storica fontana. Vederli è uno spasso e subito si forma un plotone di telefonini, compreso il mio, per immortalarli.
Poi il padrone dice “casa, casa!” e loro, con perfetta simultaneità da nuoto sincronizzato, obbediscono. Scendono in contemporanea dagli scalini della fontana, si scrollano di dosso le ultime gocce d’acqua e… tiki-tiki-tiki-tik, con le loro zampette brevilinee riprendono il cammino in formazione esagonale.
Vede, egregio assessore ai Lavori Pubblici nonché vicesindaco Andrea Zonta, che cosa è riuscito a fare?
Lei non solo ha creato l’acqua. Ma anche, sempre in senso biblico, ha dato da bere agli assetati.
Meriterebbe un premio di FdI: Federazione dissetamento Idrico.
A lei va riconosciuto il merito di aver riattivato gli zampilli della Fontana Bonaguro, che era chiusa da anni, dopo averla sottoposta a un intervento di sistemazione dell’impianto di alimentazione, con risparmio di consumi per le bollette comunali.
Mi ricordo ancora la cerimonia del taglio del nastro, sempre sotto un sole cocente e assieme al sindaco Pavan, lo scorso 8 luglio.
Il sindaco benemerito Antonio Giaconi Bonaguro, che quella fontana la fece realizzare a proprie spese per sublimare l’avvenuta costruzione dell’acquedotto cittadino, sarebbe fiero di tutto ciò, nonostante l’acquedotto non sia più la fonte di approvvigionamento idrico dello storico manufatto.
Complimenti anche per la tempistica che ha consentito ai sei amabili cagnolini di abbeverarsi al termine di una torrida giornata anticiclonica. È come se lei avesse avuto anche il potere di prevedere le condizioni meteo dell’estate 2023.
Pensi un po’ se la scena fosse accaduta a giugno: No Acqua, No Party.
E poco importa se l’acqua della Fontana Bonaguro non viene più attinta dall’acquedotto pubblico ma riciclata da una vasca sottostante.
E importa ancora meno se non viene sorseggiata direttamente dagli zampilli ma leccata sul basamento.
Per un cane accaldato quell’acqua è altissima, purissima, zontissima.
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