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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Politica

Mezze penne alla Mezzalira

La “Pastasciutta antifascista” proibita dalla sindaca di Rosà è diventata un caso nazionale. Interviene il gruppo Riparte Rosà: “Messa in difficoltà la Questura, negata la libertà di associazione, pessima pubblicità per tutto il paese”

Pubblicato il 27-07-2023
Visto 10.396 volte

Mezze penne alla Mezzalira.
È il nuovo prodotto del Premiato Pastificio Rosà, particolarmente indigesto al centrosinistra.
Eh già, egregi lettori: mentre a Bassano il confronto a Palazzo si concentra sulla cruciale questione del “sì” o del “no” alle richieste di Baxi e di Pengo, nella vicina Rosà la politica si scontra su una pastasciutta.

Il sindaco di Rosà Elena Mezzalira (fonte immagine: Facebook / Elena Mezzalira)

La vicenda è arcinota e risale allo scorso 24 luglio. Ma ne faccio, come al solito, un riassunto.
In quella data il sindaco di Rosà Elena Mezzalira ha trasmesso un’email al referente di Rosà dell’ANPI Redento Geremia comunicando la negata autorizzazione all’utilizzo del parco pubblico di via Sacro Cuore a San Pietro di Rosà per la manifestazione “Pastasciutta antifascista”, organizzata da quattro sezioni dell’ANPI del territorio, che avrebbe dovuto svolgersi nella serata del 25.
“Problemi di sicurezza e di ordine pubblico” all’origine della decisione della prima cittadina.
Poi il 25 sera alcuni attivisti hanno dato comunque vita a un informale flash mob negli spazi del parco stesso, ma oramai - sempre per restare in tema gastronomico - la frittata era fatta.
E il caso della Pastasciutta antifascista negata ha scatenato una polemica politica che si è allargata a macchia di ragù.
Prima l’interrogazione presentata a tempo di record dal gruppo consiliare di minoranza Riparte Rosà e il contemporaneo intervento a gamba tesa della consigliera regionale del Partito Democratico Chiara Luisetto.
Poi la breve replica della prima cittadina, tramite comunicato stampa, che ribadisce le motivazioni della sua decisione.
Quindi il comunicato del Circolo di Rosà del PD che chiede alla sindaca Mezzalira di scusarsi con la popolazione e di dimettersi subito.
Foglietta di basilico sopra il sugo (equivalente salata alla ciliegina sulla torta): l’interrogazione parlamentare sulla Pastasciutta antifascista negata, presentata dal senatore del Partito Democratico Andrea Martella, che è anche il segretario del PD del Veneto, e arrivata sul tavolo del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al quale Martella chiede di approfondire quanto avvenuto e di verificare se nei confronti dell’ANPI “siano stati posti in essere atti amministrativi lesivi del principio costituzionale di libertà di manifestazione”.
Quanto è bastato per far rimbalzare la notizia sulla stampa nazionale.
Oggi ritorna energicamente alla carica il gruppo di opposizione Riparte Rosà, come dal comunicato stampa che segue:

COMUNICATO

“CATTIVA PUBBLICITA’ DI CUI ROSA’ NON AVEVA BISOGNO!”

Il nostro paese, la nostra bella Rosà è ricolma di bellezze e di eccellenze.
Siamo custodi di una cultura agricola ed artigiana centenaria, i nostri prodotti enogastronomici sono rinomati e le nostre piccole medie imprese combattono ogni giorno per rimanere sul mercato e assicurare lavoro e benessere alla nostra comunità.

Invece di essere sotto i riflettori per le sue eccellenze, Rosà è in questi giorni su tutti i giornali e telegiornali nazionali per una vicenda che sinceramente preferivamo non si verificasse.

I fatti ormai sono noti a tutti considerato l’eco mediatico e noi come cittadini e come Consiglieri comunali, non possiamo non segnalare, al di là delle conseguenze politiche, almeno tre aspetti gravissimi della vicenda.

Il primo è che la sindaca Mezzalira, inventandosi problemi di ordine pubblico quando la stessa Questura non ha mai posto questo pericolo, ha messo in difficoltà la Questura con un susseguirsi di mezze dichiarazioni e di smentite quantomeno imbarazzanti, non consone alla carica che ricopre.

Il secondo è la pessima pubblicità che questo diniego ha portato a tutto il paese e a tutti i cittadini. Vedere il buon nome di Rosà, una comunità che ha fondato le sue radici sulla solidarietà e sul duro lavoro, associato a pagine oscure di un fosco passato quantomeno ci lascia avviliti e arrabbiati.

E il terzo non meno importante è che riteniamo che gli spazi pubblici, finanziati coi soldi di TUTTI I CITTADINI debbano essere messi a disposizione di tutte le associazioni di qualsiasi orientamento esse siano perché dove c'è pluralismo c'è libertà e c’è democrazia. Il nostro timore è che oggi è toccato all’ANPI, ma domani? Chi sarà il prossimo a vedersi negato un diritto garantito dall’articolo 3 della Costituzione?

Siamo sicuri che questa amministrazione, con questi episodi, voglia davvero il bene della nostra comunità?

Oltre a pretendere dalla Sindaca e da tutta la Giunta scuse pubbliche per quanto accaduto chiediamo a gran voce che il regolamento di polizia urbana che è stato approvato nel 2018 e che regola l’utilizzo degli spazi pubblici venga drasticamente modificato, in modo tale da garantire la libertà di associazione e di riunione a tutte le organizzazioni indipendentemente dal loro orientamento politico e culturale.

Un’amministrazione deve sempre promuovere la partecipazione dei cittadini a tutti gli eventi pacifici e democratici senza nessuna discriminazione.

Come Lista Civica Riparte Rosà ci batteremo sempre per la libertà e per il pluralismo, a garanzia dei diritti di tutti i cittadini.

Per la Lista Civica i Consiglieri Comunali di Riparte Rosà:
Matteo Bizzotto, Giulia Vanin, Angelo Zen, Emanuele Guidolin e Paolo Baggio.

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