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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Fratella Azienda, Sorella A.RI.A
Progetto San Lazzaro: A.RI.A bassanese replica alle dichiarazioni del portavoce del Circolo FdI di Bassano Giangregorio e dell’assessore regionale Donazzan. “Qui non c’è un ‘Comitato del NO’ e l’ambiente non ha partito politico”
Pubblicato il 02-03-2023
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Detto fra noi, era da qualche giorno che la stavo aspettando.
Si tratta della replica di A.RI.A bassanese, Associazione bassanese per il RIspetto Ambientale, al Circolo di Fratelli d’Italia di Bassano del Grappa e all’assessore regionale Elena Donazzan, sempre in quota FdI.
Oggi la replica è arrivata, trasmessa in redazione da A.RI.A bassanese con il solito comunicato stampa denso di puntualizzazioni e di considerazioni collegate.
Uno scorcio dell’area di San Lazzaro a ridosso del casello di Bassano Ovest della SPV (foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet)
A chi si fosse perso la puntata precedente, riportata nel mio articolo “Fratelli d’Impresa”, ricordo che sabato scorso 25 febbraio il portavoce del Circolo FdI di Bassano Nicola Giangregorio e l’assessore regionale Donazzan hanno convocato una conferenza stampa.
In tale occasione i due esponenti di Fratelli d’Italia hanno affermato, in sostanza, il loro pieno appoggio - e quello del partito - alle tre aziende intenzionate a edificare un insediamento logistico e produttivo, a seguito di richiesta di variante urbanistica a mezzo SUAP, nell’area “ex Campagnolo Commercio”, attualmente ad uso agricolo, in zona via Riva Bianca e via Rambolina a San Lazzaro.
Una presa di posizione che A.RI.A bassanese contesta punto per punto, come dal testo che segue:
COMUNICATO
A.RI.A bassanese risponde alle dichiarazioni del Circolo di Fratelli l’Italia di Bassano del Grappa e all’Assessore regionale Elena Donazzan
La ripetizione pedestre delle parole “ambientalismo ideologico” è semplicemente un logoro e insignificante luogo comune che viene ripetuto macchinalmente e strumentalmente da chi non ha idee né un linguaggio appropriato.
L’ambiente non ha partito politico, l’ambiente non è né di sinistra né di destra. Il benessere e la salute sono un diritto inalienabile e un bene di ogni cittadino.
Qui non c’è un ‘Comitato del NO’. Qui c’è un’associazione di liberi Cittadini veneti - non solo bassanesi e non solo di San Lazzaro. E ci sono moltissime persone che si sono unite alla richiesta corale di impedire l’ennesimo sterminio di terre agricole.
La nostra è una giovane associazione che si batte per la tutela dei valori su cui è fondato il nostro Comune, il nostro Stato, l’Unione Europea e, in generale, ogni sistema democratico; si adopera disinteressatamente per il conseguimento del bene comune nel rispetto della trasparenza e della partecipazione. Lo fa con i mezzi modesti di cui dispone, con il volontariato, senza retribuzioni economiche e senza il cappello di alcun partito.
Ci stiamo impegnando già da molti mesi sulla questione San Lazzaro - e non solo su quella - perché la gente smetta di dire ‘tanto hanno già deciso…’. Chi ha già deciso? Affinché si smetta di dire ‘Tanto fanno quello che vogliono…’.
Ci sono procedure, pareri, regole, principi fondamentali e nel nostro ordinamento esistono Enti preposti ad applicarne e garantirne l’osservanza più rigorosa.
Certamente, come dice Giangregorio, ormai c’è una Pedemontana, purtroppo!
E ci sono degli sbocchi autostradali importanti, come spiega ancora lo stesso.
Secondo noi la Pedemontana ha deturpato e alterato gravemente il nostro territorio, danneggiando collegamenti ecologici, percorsi anche dalle persone, che non esistono più e non sono stati - nemmeno in parte- ripristinati; è stata scavata una profonda trincea che si avvicina pericolosamente alla falda acquifera per ‘non impattare troppo sul Paesaggio’ come dichiarato anche dal Presidente della Giunta regionale del Veneto Dott. Luca Zaia in numerose interviste. A che cosa sarebbe servito mascherarla questa Superstrada se ora i lacerti di paesaggio che dovevano essere così tutelati verrebbero stravolti, se fossero accolte anche in parte le istanze delle aziende, da enormi capannoni lungo tutto il suo corso?
Non è necessario né dovuto ‘spostare e cercare di portare le aziende verso questi sbocchi’ così da utilizzare ‘eventualmente (...) gli spazi che vengono lasciati vuoti per creare spazi verdi utilizzabili dai cittadini e dalle famiglie’.
Se il Sig. Giangregorio sta parlando del progetto congiunto Baxi/Pengo, su cui l’Amministrazione di Bassano sta lavorando a porte chiuse e con rischio di creare divisioni e disparità fra quartieri (sembra esserci stata un’altra riunione nei giorni scorsi tra Quartiere San Marco e Amministrazione comunale rappresentata da Sindaco Pavan e Vicesindaco Zonta - di cui quasi nessuno era a conoscenza), noi riteniamo che questo spostamento non si debba proprio fare, perché non risolutivo dei problemi esistenti e perché profondamente dannoso e costoso, come estremamente costosa è la manutenzione del verde in aree artificiali contro la grandissima generosità e fecondità di quelli naturali.
Da settimane siamo impegnati anche in un’altra richiesta in particolare, quella che si profila per un’area agricola a Sarcedo, a ridosso di Villa Capra Bassani vicino a percorsi naturalistico-paesaggistici e a zone irrigue, ed un’altra in Comune di Breganze. Ve ne sono già altre decine in Veneto. Decine di centinaia di metri quadri di terra agricola continuano ad essere prese d'assalto.
E nel frattempo il più diffuso quotidiano vicentino racconta l’avanzare di una tragedia ambientale forse irreparabile: si parla in prima pagina di ARIA IRRESPIRABILE, di FALDE BASSISSIME, di RAZIONAMENTO IDRICO…
Poi ci parla anche della questione ‘POSTI DI LAVORO’. Proprio nei giorni
scorsi il Vicepresidente di Confindustria Vicenza ha paventato ancora la ‘delocalizzazione’ delle imprese, ma stavolta non perché non avranno la possibilità di ingrandirsi, ma invece perché non troveranno lavoratori: le previsioni future, che registrano un fortissimo calo demografico, fanno pensare alle necessità impellenti di concludere accordi per attirare manodopera da altre aree.
Può il nostro territorio far fronte ad un arrivo cospicuo di forza lavoro, forse non stanziale? Ci sono le abitazioni e il sistema sociale per accogliere nuovi cittadini?
La Giunta regionale e l’Amministrazione locale bassanese hanno pensato a queste eventualità?
Le modestissime porzioni territoriali residue, quelli all’interno delle aree di urbanizzazione consolidata - perché gli appezzamenti agricoli nel frattempo verrebbero tutti occupati da ampliamenti industriali tramite sportelli SUAP - potrebbero essere tutti necessari per la costruzione di palazzine di appartamenti da
affittare ai nuovi lavoratori. Perché - a quanto ci risulta - non ci sono abbastanza abitazioni disponibili per l’affitto nel Bassanese.
Per i progetti di San Lazzaro il Consigliere Pietrosante parla di ‘almeno 250 posti di lavoro’. L’assessore regionale Donazzan di 150. Ci chiediamo se i progetti siano stati esaminati adeguatamente. Ci chiediamo se agli esponenti di Fratelli d’Italia i nuovi progetti presentati siano stati trasmessi integralmente. Perché alle associazioni e ai cittadini confinanti sono stati ancora una volta negati.
La pubblicazione nel sito riguarda solamente le planimetrie: dove sono le relazioni tecniche e progettuali?
Non comprendiamo, inoltre, in che modo le persone di San Lazzaro ‘dovrebbero essere prese’ per lavorare nelle nuove imprese. Non ci risulta ci sia tutta questa disoccupazione a San Lazzaro.
E ci chiediamo anche che tipo di posti di lavoro verrebbero offerti, per quanto tempo, con quale retribuzione e con quali garanzie.
Ci consta che una delle imprese coinvolte nella questione abbia appena costruito un capannone di enormi proporzioni a Cismon del Grappa che non è ancora in funzione e dove non sono ancora stati assunti lavoratori.
Ci risulta anche che un’altra delle imprese sia a totale capitale straniero, di proprietà di una multinazionale, quindi non propriamente un’azienda locale, del territorio, come sostiene l’assessore regionale Donazzan.
Una terza impresa, infine, chiede di costruire un edificio che troverebbe posto in altre aree già esistenti, perché di dimensioni più contenute.
Bassano del Grappa, 2 marzo 2023
Associazione bassanese per il RIspetto Ambientale
A.RI.A bassanese
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