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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Lunga vita alla Longevity

Il fitness dai capelli d’argento: quando terza età fa rima con agilità. Intervista ad Adrian Sgarabottolo, ideatore con Federica Marzola del percorso “Longevity” alla palestra Move Up di San Giuseppe di Cassola

Pubblicato il 26-01-2023
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Brassaï. L’occhio di Parigi

La prima volta che lo abbiamo incontrato, alla palestra Move Up di San Giuseppe di Cassola, ci ha spiegato che riacquisire la scioltezza di movimenti una volta che si è avanti con l’età non è assolutamente una missione impossibile. E per dimostralo con i fatti ha piegato le gambe, ha appoggiato le mani sul pavimento e si è spostato di diversi metri facendo agilmente il passo della scimmia.
Un’altra volta ha superato il tornello girevole d’ingresso della palestra passandoci sotto, senza toccarlo.
Non si può certamente dire che gli manchi l’elasticità motoria. Eppure Adrian ha 60 anni.

Adrian Sgarabottolo, originario di Abano Terme, laureato in Scienze Motorie, da trent’anni si dedica alla promozione dell’attività fisica con metodi creativi e innovativi, consolidatisi in una lunga attività presso le strutture termali.
Dopo anni di esperienze e di studi, ha realizzato ora il suo nuovo progetto, ideato assieme alla presidente dalla Move Up S.S.D.aR.L. Federica Marzola.
Si chiama “Longevity” e propone una serie di attività motorie “mirate ad una longevità felice e dinamica”. È la nuova frontiera del benessere fisico per le persone coi capelli d’argento.
“Quattro-cinque anni fa ho letto un interessante studio australiano sul rapporto tra lo sport e le diverse generazioni, dai “boomers” ai “millennials”, alla “generazione Z” eccetera - spiega Federica Marzola -. Lo studio evidenziava che i più giovani, dopo alcuni anni di disinteresse, sarebbero tornati a frequentare le palestre. Alla Move Up abbiamo quindi proposto una serie di facilitazioni per i giovani e gli studenti in determinate fasce orarie, con ottimi risultati. Nel pomeriggio la palestra è piena di teenagers.”
“Dopo il lockdown, al mattino la palestra era vuota - continua Federica -. Allora ho pensato alle persone anziane. C’è un grande bisogno di movimento e di sviluppare l’attenzione per questa fascia d’età. Conoscevo Adrian e gli ho chiesto di creare insieme qualcosa per la terza età, sempre con un programma specifico e in determinate fasce orarie. Qualcosa che venga fatto a regola d’arte, mi piace sempre fare cose di cui essere orgogliosa.”
“Con Adrian abbiamo prima organizzato una conferenza introduttiva al progetto “Longevity”, poi siamo partiti col percorso - conclude la titolare di Move Up -. Questa palestra si presta bene a questo tipo di attività, le persone anziane sono entusiaste e fanno molto di più di quello che ci si aspetta. L’obiettivo è quello di sviluppare con “Longevity” un protocollo che sia riconoscibile e unico.”
Nella palestra di via Monte Pertica 15 a San Giuseppe di Cassola è stato così attivato un vero e proprio percorso di esercizi “anti-age” per chi ha una certa età e desidera recuperare la mobilità del proprio corpo. Due lezioni mattutine alla settimana, il martedì e il giovedì a partire dalle ore 9, affiancate dalla possibilità di sviluppare tutti i giorni la tonificazione muscolare in sala pesi, con un approccio adeguato all’età, sempre assistiti da istruttori qualificati.
“Il movimento - afferma Sgarabottolo - non è semplicemente il miglior farmaco, è di gran lunga il miglior farmaco naturale.”
Un “farmaco naturale” da “assumere” come? E soprattutto perché?

Adrian, può spiegarci con le sue parole che cos’è il progetto “Longevity”?
“Longevity”, come dice la parola stessa, si occupa di allungare la vita.
Si è visto, e studi recenti lo dimostrano sempre di più, che la longevità non è un fattore prevalentemente genetico, come si è sempre pensato, ma ha più a che fare con lo stile di vita. Uno stile di vita sano, naturalmente. Quando parliamo di stile di vita sano, entrano in gioco numerosi fattori. Come il sonno, e cioè se dormiamo o non dormiamo bene, l’alimentazione che è fondamentale, evitare lo stress mentale eccetera. Il settore del quale io mi occupo principalmente è l’aspetto fisico. E purtroppo questo aspetto è molto trascurato, perché viviamo in una società dove tutto è diventato sempre più comodo, sempre più a portata di mano. Con un telefonino possiamo fare oggi tante cose che prima non potevamo fare, senza muoverci né spostarci. Però tutto ciò comporta molteplici problematiche, collegate a uno stile di vita sedentario. Per questo, come piace dire a me, la “Longevity” non solo ha a che fare con l’allungare la durata della vita, ma soprattutto con il migliorare la qualità della vita stessa. Studi recenti dicono che passiamo più o meno 30 anni della nostra vita in condizione di qualche disabilità, di qualcosa che limita le nostre piene capacità motorie. Io voglio quindi utilizzare il movimento soprattutto per prevenire queste problematiche.

Come viene curata e sviluppata la mobilità del corpo in palestra con “Longevity”?
La cosa bella di questo progetto che siamo portando avanti al Move Up è che una parte delle lezioni sono dedicate al lavoro sulla mobilità, che è fondamentale, e una parte sono dedicate a lavorare sulla forza, sfruttando i macchinari. Perché si è visto che la “sarcopenia”, e cioè la diminuzione della massa muscolare, nelle persone di una certa età arriva anche al 10-15%, ogni dieci anni, a partire dai 40 anni. Quindi spesso le persone in avanti con gli anni si trovano a non avere più la forza necessaria per riuscire a deambulare in maniera normale. Quello di “Longevity” non è solo un corso ma, soprattutto, è un percorso. Non è che in due ore alla settimana si riesce a risolvere tutto. La caratteristica importante di questo percorso è che vengono insegnati tanti piccoli accorgimenti per poter continuare a mantenere la propria salute, attraverso il movimento, anche a casa.

Ad esempio?
Ad esempio, uno dei problemi più grossi che abbiamo oggi è che stiamo troppo, troppo, e aggiungo un altro troppo, seduti. Stiamo troppo seduti sulle sedie, sulle poltrone, sul divano e questo non fa bene. Se noi stessimo invece seduti per terra, cambiando spesso la posizione, avremmo dei grossi benefici. In questo caso non devo dedicare altro tempo alla mobilità delle anche: posso farlo benissimo sedendomi per terra, guardando ad esempio la televisione. Dieci minuti seduto per terra, poi mi siedo di nuovo sul divano, poi ritorno per terra…
Sono piccoli accorgimenti che durante questo percorso insegniamo alle persone e che danno dei risultati incredibili. Quando io avevo 30-40 anni avevo molti problemi alla schiena, perché queste cose in parte le sapevo ma non le mettevo in pratica. Adesso che le sto facendo, la mia schiena è molto più sana di prima. Non a caso si dice che un 30enne con una colonna vertebrale rigida è più vecchio di un 60enne con una colonna vertebrale flessibile.
I cinesi dicono a tal proposito che “siamo tanto giovani quanto è flessibile la nostra colonna vertebrale”.

Sedere per terra…non è un po’ come tornare bambini, quando sedere per terra è una cosa normale?
Con questa domanda lei ha sintetizzato tutta l’intervista. Il concetto è proprio questo: il movimento ideale per una persona adulta, con i dovuti accorgimenti, è proprio fare quello che fanno i bambini di tre anni. È ovvio che stare seduti per terra comporta un certo sforzo, se non siamo più abituati. Non esiste un movimento sbagliato, esistono solo corpi non più pronti a svolgere quel movimento. Quindi, un po’ alla volta, si inizia 2 o 3 minuti seduti per terra per poi un po’ alla volta prolungare, finché diventa normale. Se noi andiamo a vedere gli anziani asiatici, loro stanno seduti per terra o nella posizione della massima accosciata anche per ore. È una posizione di riposo, come fanno i bambini da noi che giocano accosciati o in posizione zazen, seduti sui talloni. È sorprendente vedere, ed è una cosa meravigliosa, come le persone anche di una certa età, gradualmente e non dall’oggi al domani, possono ritornare a riacquisire queste capacità che sono andate perdute negli anni perché non le hanno più mantenute. Le assicuro che anche dopo i 70 anni si può ritornare, tranquillamente, a sedersi per terra, con tutti i benefici. Perché lavorando poi bene sull’anca, ne trae beneficio soprattutto la colonna vertebrale.

A chi si rivolge dunque, in particolare, il percorso di “Longevity”?
A tutte le persone che hanno veramente l’intenzione di fare qualcosa attivamente per la propria salute. E non di delegare il tutto a una pastiglia, a un farmaco e sperare che sia il medico a risolvere ogni volta il problema. Il nostro corpo non si comporta come una macchina da riparare. Usando un’altra metafora mi piace molto di più vederlo come un giardino da curare, perché un giardino curato diventa bello e rigoglioso. Pretendere che il tuo corpo resti in salute senza movimento è come chiedere ad una pianta di crescere senza acqua.

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