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Attualità

Nove per tre

Comune commissariato, crisi energetica, aumento dei costi, artigianato in difficoltà: ma per tre giorni a Nove va comunque in scena la Festa della Ceramica con i Portoni Aperti

Pubblicato il 10-09-2022
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Elena Pavan

C’è l’uomo senza qualità, c’è il Caffè senza porte e c’è il paese senza sindaco.
Il Comune di Nove è commissariato e il commissario prefettizio Renata Carletti ha il compito di gestire l’ordinaria amministrazione fino alla prossima chiamata al voto comunale dei cittadini.
Ma la tradizionale Festa della Ceramica con i Portoni aperti, giunta quest’anno alla 25° edizione nel segno della ripresa delle attività post Covid, s’ha comunque da fare: The Show Must Go On.

Foto Alessandro Tich

Nell’occasione Nove si moltiplica per tre: venerdì 9, sabato 10 e domenica 11 settembre, le tre giornate del programma della manifestazione.
La cerimonia inaugurale della Festa della Ceramica si svolge in un clima quasi surreale, in una serata illuminata dalla luna che squarcia le nuvole. Centro transennato ed escluso alle auto per la cinquantina di stand dei ceramisti espositori, provenienti da tutto il Veneto e dal resto d’Italia, già allestiti ed aperti nonostante per strada non ci sia quasi nessuno.
Ma è la sera del primo giorno: la gente è attesa per sabato e domenica.
Basta comunque e avanza per respirare l’atmosfera di ceramica: a Nove l’aria è composta da azoto, ossigeno e terracotta.
Dal punto di vista del calendario c’è anche una piccola congiunzione astrale: è infatti venerdì 9 settembre, vale a dire il nove del nove. All’incontro inaugurale interviene il solito ma quest’anno non eccessivamente folto manipolo di autorità, col presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti e con alcuni sindaci del comprensorio che non mancano all’appuntamento. C’è soprattutto Paolo Masetti, sindaco di Montelupo Fiorentino, la capitale della ceramica toscana gemellata con Nove dal 2005. Non può non esserci: per lui la manifestazione coi Portoni Aperti, come dichiara dal palco dei discorsi, è una “festa comandata”.
Sono presenti anche alcuni candidati locali alle elezioni politiche che cercano visibilità tra un grès e una maiolica: ciascuno è alla ricerca di un vaso di consensi per la propria lista, ma in questi giorni ci sta.
Il clima è surreale anche per il particolare momento economico in cui la Festa si colloca, stretto alle corde dall’aumento dei costi dell’energia.
“La sfida di questa edizione è rappresentata dal coraggio”, afferma al riguardo nel suo intervento all’inaugurazione il commissario Carletti.
“È un momento molto difficile - conferma Maria Teresa Maroso, presidente regionale e provinciale della categoria Ceramica di Confartigianato -. Le nostre aziende cercano personale, la richiesta c’è. Non vogliamo che il nostro manifatturiero, piano piano…”.
Qui la frase della presidente Maroso si interrompe, per passare alla lettura di un testo scritto con dei messaggi, per così dire, più speranzosi. Ma la conclusione è implicita: per le imprese artigiane del comparto, che avevano ripreso a lavorare, c’è il concreto rischio di intravvedere un periodo duro.
Felice Baggio, presidente della Confartigianato mandamentale di Marostica, si rivolge direttamente alle autorità presenti. “È un brutto momento per l’artigianato - afferma -. Se ci saranno i previsti aumenti dell’energia, l’artigianato va in crisi nel giro di pochi mesi. Politici datevi da fare, soprattutto voi che siete in Europa.”
Il problema è che Mara Bizzotto, seduta in prima fila, se sarà eletta al Senato in Europa non ci sarà più. L’inaugurazione non fa dunque mancare attestazioni di scoramento ma Cinzia Fabris, presidente di CNA Veneto Ovest, rincuora: “Dobbiamo continuare a crederci.”
Spetta infine a Chiara Luisetto, in rappresentanza dell’Associazione Nove Terra di Ceramica, dare l’annuncio della novità di quest’anno.
È la parete-manifesto allestita su una facciata del municipio: un grande striscione verticale che presenta una raccolta di foto ricordo dei 25 anni della Festa della Ceramica. In uno degli scatti selezionati compaiono assieme due mostri sacri della ceramica contemporanea novese che non ci sono più: Pompeo Pianezzola e Cesare Sartori. Un doveroso omaggio a chi ha reso grande la storia artistica di questa Terra di Ceramica.
La cerimonia si conclude con una visita in anteprima delle due mostre allestite per l’occasione al Museo della Ceramica, introdotte dal conservatore del Museo Alessandro Bertoncello.
La prima è una mostra “diffusa” e si intitola “Helene Kirchmair. Same, Same But Different”: esposte trenta opere della artista austriaca già Premio Faenza, in gran parte inserite nelle teche delle ceramiche della collezione storica del Museo e poste in dialogo con le stesse.
La seconda è l’esposizione “Mai visti” a cura di Alessandro Bertoncello, Francesco De tacchi e Nadir Stringa: in vetrina capi d’opera inediti settecenteschi in maiolica e porcellana della Manifattura Antonibon.
Va segnalata anche una terza mostra allestita nella attigua Sala De Fabris, promossa dal Comune con Confartigianato. Si tratta di “Plasticity - Pensiero Plastico” di Sofia Bonato e Matteo Valerio, frutto di un lavoro collettivo realizzato durante un laboratorio di ceramica con persone con malattia di Parkinson.
Per tutto il resto, il programma della Festa della Ceramica propone il consueto di tutto e di più. Visite guidate, mostre personali e collettive, conferenze, il laboratorio per bambini “L’Isola di Creta”, cotture sperimentali nell’Area Fuochi. Oltre ovviamente alla mostra mercato, ai Portoni Aperti in vari siti e palazzi del paese e alle Fabbriche Aperte.
L’atmosfera all’apertura è comunque una conferma del clima di inveterato amore di questa terra per la ceramica e riparto da Nove, a inaugurazione conclusa, con una rinfrancante dose di ossigeno e terracotta nei polmoni.
La ceramica è viva? Con le generali incognite e difficoltà di questi tempi sarebbe azzardato dare una risposta certa. Ma non infondere almeno un po’ di ottimismo sarebbe deleterio. Rovescio pertanto l’ordine delle parole: viva la ceramica.

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