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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Marchi d’area

“Sull’origine delle agenzie di pubblicità a Bassano”. Il nuovo numero de L’Illustre Bassanese racconta una nostra eccellenza da riscoprire

Pubblicato il 27-07-2022
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Rinascimento in bianco e nero

Oggi sono entrato in un locale a Bassano e mi è saltato subito all’occhio.
In copertina la foto vintage e acchiappa-lettori di una bella ragazza, che altri non è che Linda Evangelista, top model in voga tra la fine degli anni ‘80 e gli anni ‘90. Sotto la foto il titolo, quasi darwiniano: “Sull’origine delle agenzie di pubblicità a Bassano”.
Troppo interessante: anche perché questo mondo, nei miei lunghi anni di lavoro in televisione, l’ho conosciuto direttamente. E così me lo sono preso, visto che è anche gratuito, e il nuovo numero de l’Illustre Bassanese si è aggiunto alle auguste carte che nobilitano la mia scrivania.

Foto Alessandro Tich

Raccontare la storia delle agenzie di pubblicità a Bassano significa in realtà riscoprire una nostra eccellenza e un pozzo di creatività all’avanguardia, riconosciuto e richiesto anche a livello nazionale, che è andato di pari passo con il successo delle imprese del nostro territorio e dei loro marchi negli anni d’oro della locomotiva del Nordest. Marchi d’area: questi sì, degni di tale nome.
Tanto per fare un primo esempio e tanto per capirci: l’immagine di copertina con la celebre top model è un particolare della foto, scattata da Eddy Kohli e pubblicata anche su Vogue Italia nel 1987, per il catalogo di Souad Umberto Faggioni, noto marchio bassanese nel settore del Prêt-à-Porter, su “concept” pubblicitario curato dall’agenzia bassanese CSA Uno.
Cose normali per quei tempi che adesso ci appaiono eccezionali.
“La testimonianza per immagini di un’epoca tramontata” ma anche “una storia di uomini, prodotti e aziende del territorio, ambientata nel secolo scorso”, osserva nel suo testo introduttivo Aldo Moretto, l’AD di Alpes-Inox che ha collaborato alla stesura dei contenuti assieme ai quattro protagonisti del numero monografico di cui dirò di seguito.
Va sottolineato che si tratta di una prima assoluta: nessuno aveva infatti ancora affrontato la sfida della narrazione sul piano locale della comunicazione pubblicitaria che oggi, nell’epoca omologante del web, verrebbe chiamata advertising.
La storia di questo settore a Bassano è importante, come il materiale che ne raccoglie la memoria. E il numero dell’Illustre - corredato di oltre 300 illustrazioni pubblicitarie d’epoca, distribuite su 64 pagine - rappresenta la prima puntata della ricerca sul campo.
Come anticipa infatti l’editore Andrea Minchio, è già in cantiere un volume destinato ad approfondire il tema, per la cui realizzazione sarà fondamentale il contributo dei lettori e dei bassanesi in genere.

La pubblicazione parte con un testo sulla pubblicità a Bassano con “un po’ di storia e qualche considerazione”. Un excursus che mette in evidenza la vivacità che ha da sempre contraddistinto la nostra città, sin dai tempi dei Remondini, in campo editoriale.
Ai piedi del Grappa sono nati più giornali, più riviste e più periodici - palestra formativa dei pionieri locali della comunicazione pubblicitaria - che vengono ricordati in un veloce ed efficace viaggio nel tempo. Si rammenta l’esistenza dell’Ufficio Propaganda delle Smalterie, storico progenitore delle attuali agenzie di marketing. E poi le radio libere della zona e la TV bassanese per antonomasia: Telealto Veneto, rievocata da una foto del ‘77 negli studi dell’emittente che immortala, tra gli altri, la grande attrice Franca Valeri e il cavalier Renato Furlani, geniale e visionario patron di Telealto.
“Qualche tempo dopo - scrive l’Illustre a riguardo della TV di viale Vicenza - nell’innovativo palinsesto veniva previsto un adeguato spazio per l’informazione con un telegiornale, inaugurato e condotto da un giovane Alessandro Tich.”
Caspita, ci sono anch’io!
Tanto fervore nel campo dei media locali ma soprattutto tanto fermento nel lavoro e nella conquista dei mercati da parte delle imprese del territorio hanno così prodotto negli anni a Bassano e dintorni una messe di studi grafici e agenzie di pubblicità.
Il bimestrale monografico di cultura dell’Editrice Artistica Bassano ne elenca diverse, a partire da quelle attive dagli anni ‘80: solo un assaggio, per ragioni di spazio, di una storia più lunga e approfondita che attende di essere narrata nel volume che verrà.
“L’origine delle agenzie di pubblicità a Bassano” viene pertanto ripercorsa, in un taglio sempre darwiniano, con una selezione della specie. Nella rivista, in autorevole rappresentanza della categoria, viene data direttamente voce a quattro protagonisti legati alla nascita delle prime agenzie pubblicitarie nel nostro territorio, che raccontano la loro storia in prima persona.
Si tratta di Renato Meneghetti, Danilo Moranduzzo, Dino Guazzo e Flavio Reffo.

Lascio a voi la libertà di procurarvi il nuovo numero dell’Illustre per leggere le storie dei quattro precursori, narrate da loro stessi. Qui mi limito a ricordare di che pasta di persone stiamo parlando.
Renato Meneghetti è un personaggio talmente poliedrico che è difficile presentarlo in poche righe. Artista estroso e multiforme, è famoso per le sue “radiografie” che oltre al campo dell’arte sono state anche usate per promuovere prodotti.
Con la sua agenzia MRP si è distinto per genialità creativa, trovandosi a competere con le realtà nazionali del settore. Lo vedevo spesso a Telealto Veneto, nei dieci anni in cui ho avuto il privilegio di fare parte di quell’avventura televisiva: curava la grafica pubblicitaria - anche sul teleschermo - di diversi importanti marchi tra cui Liberty, nota azienda di intimo di Castelfranco Veneto, che di quegli anni ricordo come una delle campagne promozionali più raffinatamente sexy in circolazione.
Renato era sempre un fiume in piena: non si capiva mai dove finiva l’artista e dove iniziava il pubblicitario. Innovatore e volutamente anche provocatore, “ha saputo guadagnarsi - come scrive L’Illustre - la stima e la fiducia di una clientela prestigiosa, costituita dai grandi marchi dell’industria”. Dal suo design sono scaturite creazioni e campagne indimenticabili: per gli scarponi da sci della Garmont, per l’autoradio Grundig, per i televisori Philco e per una serie infinita di altri prodotti di nome. Anche a Bassano: il logo di Manfrotto, col treppiede bianco su campo rosso che ancora oggi contraddistingue l’azienda leader nel campo degli accessori per il video e la fotografia, lo ha disegnato lui.
Danilo Moranduzzo ha aperto invece con Giorgio Tassotti una delle primissime agenzie pubblicitarie di Bassano, la Agenzia Più, e di lui si contraddistinguono, come spiega la monografia, “una mente analitica e una formazione artistica seguita da una specializzazione universitaria nel design”.
Poi la sliding door che, aprendosi, gli ha indicato la strada: l’opportunità di collaborare con Valentino Piccolotto, titolare della Madras, marchio di punta delle scarpe Made in Italy che aveva la sua sede proprio a Bassano.
Come coordinatore dell’immagine pubblicitaria della Madras ha avuto la possibilità di rapportarsi con le maggiori agenzie nazionali, prima di mettersi in proprio nel settore.
Uno dei principali campi di azione di Moranduzzo è stato proprio quello televisivo.
Anche lui ha scritto pagine della storia di Telealto Veneto, quando cessò il contratto con il quale l’emittente bassanese trasmetteva al pomeriggio i programmi nazionali di Rete 4, pre-era Fininvest. C’era da riscrivere il palinsesto, da riorganizzare la struttura tecnica, da rivedere i listini pubblicitari e da rifondare l’organizzazione commerciale: tutte novità che portano anche la sua firma. Ha collaborato anche con altre emittenti tra cui TVA Vicenza, di cui ha creato il logo coi tre triangoli che va in onda ancora oggi.
Specializzatosi nella figura del media planner, “ha scelto la strada - scrive la monografia - della consulenza nelle strategie orientate all’ottimizzazione degli investimenti nella comunicazione”.

C’è poi Dino Guazzo, la cui storia parte negli anni ‘60 all’Istituto d’Arte De Fabris di Nove, dove il suo docente e sommo ceramista contemporaneo Alessio Tasca aveva introdotto delle lezioni di grafica. “La miccia - racconta Guazzo - che diede fuoco alle polveri.”
L’ulteriore scintilla fu l’incontro in età universitaria col già citato Renato Meneghetti, che lo assunse come grafico per la sua agenzia. Partiva così la sua prima attività di creatore di cataloghi e loghi industriali per marchi di grido nazionali e locali, tra cui il motivo stilizzato del Ponte per il packaging della Nardini “che è resistito all’usura del tempo fino ai primi anni Duemila”. Poi la nuova avventura negli anni ‘70 come coordinatore della nuova struttura grafica interna della Tipografia Minchio. Infine, con Andrea Cunico, la creazione della prima impresa pubblicitaria per contro proprio, sviluppatasi attraverso un sodalizio durato quindici anni: l’agenzia AD Master Pubblicità & Design, da cui di seguito, con l’ingresso delle seconde generazioni, è derivata l’agenzia web MediaMaster Srl.
“Allievo di artisti di talento, carattere riflessivo e mano invidiabile”: così l’Illustre Bassanese descrive quest’altro precursore di punta della grafica e dell’editoria pubblicitaria Made in Bassano.
Infine Flavio Reffo: volto noto alle cronache cittadine come cofondatore del Museo della Stampa Remondini, come attuale presidente dell’Associazione culturale Scuola di Grafica “A. Remondini” e come storico figurante delle Arti per Via.
La sua personale Arte per Via Reffo l’ha trovata conoscendo Gianni Polerti, studente come lui all’Accademia di Belle Arti di Venezia, con il quale e assieme ad altri compagni di avventura avrebbe poi fondato Segno6, “una delle prime agenzie di pubblicità della terra bassanese”. Qualche anno dopo sarebbe sorta la sua vera creazione societaria in campo pubblicitario: Publitecno, “autentica palestra e una seria scuola di grafica per molti giovani creativi”, da cui è nato Tuttoflash, “primo free-press dell’area bassanese” e che ha dato origine anche a Publificio, struttura specializzata per produrre targhe, affissioni, eccetera.
Significativo il racconto della chiusura di Publitecno nel 2011, dovuta non solo all’impegno sempre più oneroso di Reffo con la Scuola di Grafica, ma anche all’avvento del cosiddetto desktop publishing: la procedura di grafica, di impaginazione e di produzione editoriale realizzata tutta al computer che ha decretato di fatto la fine di questo mondo creativo meravigliosamente analogico, fatto principalmente di sensibilità artistica, di competenza tecnica, di sapienza artigianale e di manualità.

Meneghetti, Moranduzzo, Guazzo, Reffo. Sono i Fantastici 4 di quello che vuole essere il primo capitolo di una storia ancora tutta da scrivere.
Va dato merito a L'Illustre Bassanese di averne presentato le figure non con l’ausilio di fredde e scientificamente distaccate, per quanto utili e interessanti, schede informative ma dando voce e quindi memoria viva e partecipata a chi ha contribuito in prima persona alla nascita e allo sviluppo di questa nostra eccellenza.
Se la pubblicità è l’anima del commercio, è con l’anima che deve essere raccontata.

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