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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

La Città dei Ragazzi

I giovani, la città e la campagna elettorale. Lettera al direttore di un nostro lettore 24enne. “Adulti, dimostrateci di avere a cuore le nuove generazioni, non solo a promesse e parole. Le potenzialità ci sono, basta non diventare carne da cannone”

Pubblicato il 03-03-2024
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Rinascimento in bianco e nero

“Carne da cannone”.
Si intitola così, papale papale, una lunga ma interessante lettera al direttore di Bassanonet trasmessa dal nostro giovane lettore bassanese Matteo Fabris.
Sottotitolo: “Cerchiamo di rispondere alla domanda: che cosa devono fare i giovani alle prossime elezioni di giugno?”.

Foto Alessandro Tich

Fabris, 24 anni appena compiuti, è stato anche l’autore dell’altra lunga lettera al direttore inviata nell’agosto dell’anno scorso e sempre dedicata alla “questione giovanile” a Bassano del Grappa.
L’avevo riportata nel mio articolo intitolato “Non è una città per giovani” (oltre 10.800 letture) e le considerazioni espresse dal giovane osservatore avevano suscitato un grande interesse sul tema.
In quella occasione, Matteo aveva preso spunto da una mia intervista a Roberto Volpe, presidente dell’U.R.I.P.A., Unione Regionale Istituti per Anziani, per contrapporre le problematiche della generazione opposta, quella che si sta affacciando alla vita adulta e lavorativa, riferite al proprio ruolo nella comunità cittadina.
Lo aveva fatto senza firmarsi, chiedendo di mantenere l’anonimato “per motivi personali”.
Richiesta che io avevo rispettato, scrivendo però in quello stesso articolo il seguente messaggio all’autore del testo:
“Capirà fra qualche anno, con l’esperienza di vita, la paterna osservazione di un “vecchio” giornalista: esprimere le proprie idee e poterle diffondere è un’opportunità preziosa, ma metterci anche la faccia non ha prezzo.”
Detto, fatto. Nella sua nuova lettera al direttore Matteo Fabris ha messo nome e cognome e nella mail di invio mi ha scritto: “Questa volta, seguendo il suo consiglio, mi sono firmato.”
C’era anche lui ieri mattina alla conferenza stampa dei ragazzi e delle ragazze della lista civica “È il momento” per la presentazione del candidato sindaco Gianni Zen.
E la sua lettera è arrivata in redazione un paio d’ore dopo.
“Ho aspettato fino alla conferenza stampa dei ragazzi di “È il momento” - spiega Fabris sempre nella mail di accompagnamento - per vedere se avessero avuto il coraggio di andare fino in fondo alla loro proposta per i giovani candidando uno di loro, ora le mando questa mia lettera che ha per tema il ruolo dei giovani in queste elezioni.”
Cosa mi resta da dirvi? Buona lettura.

LETTERA AL DIRETTORE

CARNE DA CANNONE

Cerchiamo di rispondere alla domanda: che cosa devono fare i giovani alle prossime elezioni di giugno?


Gentile direttore,
ho aspettato un po’ a scriverle, dopo la mia ultima lettera della scorsa estate, attendendo un momento giusto. Immagino cosa possa pensare chi leggerà questa mia, una voce che si aggiunge al marasma incontrollato delle urla e dei comunicati di queste interminabili settimane. Ma proprio per questo, sempre senza che nessuno me l’abbia mai chiesto, penso che mettere qualche punto fisso sulla mia tanto amata “questione giovanile” rispetto alle elezioni imminenti possa essere uno spunto interessante per chi questo periodo lo vive da spettatore o, ancora meglio, da partecipante attivo.

Partiamo da un dato oggettivo: c’è una confusione tremenda, non si riconoscono più i confini tra candidati, liste e partiti, quasi vediamo più candidati che elettori! Giustamente gli appuntamenti elettorali sono momenti fatidici dove tutti coloro che, in questi anni, hanno raccolto idee e forza per ritenersi all’altezza del compito si buttano nella mischia. Risorgono partiti, nascono liste, certe formazioni si ripropongono in nuove vesti e altre si reinventano per l’occasione.

Nel cerchio della vita della politica la relazione tra generazioni è un fatto che viaggia a metà tra il naturale e l’obbligatorio e, anche a rischio di ripetermi, i giovani e adulti condividono il percorso ora insofferenti della presenza dell’altro ora sinceramente convinti che questa relazione possa portare frutto. Un’analisi frettolosa della situazione nella nostra città ci mostra una popolazione giovanile quasi assente, ad ogni livello: le uniche che fanno eccezione sono le associazioni sportive o quelle dedicate proprio ai giovani, ma dai consigli di quartiere a qualsiasi altro organismo rappresentativo gli under 30 mancano come l’acqua nel deserto.

Cosa succede invece quando quei pochi giovani si mettono a disposizione in questi contesti? Vedo giovani trasportati dall’entusiasmo, dalle mille idee, da un pizzico di arroganza e ambizione, molto spesso preda facile di adulti che hanno fatto il loro tempo e che vedono in questi giovani l’ultima possibilità di rivivere i momenti di gloria e cercano di imbrigliare la giovane forza propulsiva a loro favore.
Tutto ciò non è sbagliato, è un sacrosanto diritto cercare di trovare l’armonia e l’equilibrio tra generazioni, trovare gli adulti che sappiano far crescere i più inesperti, insegnandogli la strada da percorrere, in buona fede, e non per tornaconto personale. Purtroppo di casi del genere se ne vedono e se ne sentono.

Proprio quelle liste o partiti che fanno dei giovani il loro cavallo di battaglia trovino il coraggio di andare fino in fondo alle loro promesse e aspirazioni, anche al costo di fallire, non cedendo alla facile tentazione, piegando il capo davanti a quelle donne e uomini più grandi che cercano l’ennesima occasione per afferrare il potere. Adulti che mettono sul campo di battaglia i più giovani, cavalli di Troia e carne da cannone per chi vuole entrare nelle stanze dei bottoni.

E gli altri giovani? Quelli che non hanno avuto la fortuna e l’occasione per potersi mettere in gioco per la città? Che cosa possono fare? A loro, a noi, sono sicuro, il compito più importante. Alle recenti elezioni in Sardegna poco più del 50% degli aventi diritto si è recato alle urne, nel 2022 nel comune vicino di Romano D’Ezzelino l’affluenza è stata la medesima, nel 2019 proprio a Bassano il 61% dei cittadini ha scelto di votare. Sarà ridondante ma con delle partecipazioni così il potere viene legittimato in piccola parte…

Quindi noi giovani che possiamo fare? Ricordarci che “il nostro voto conta”? Il solito slogan.

Il passo da fare è leggermente più in avanti: dobbiamo capire che la nostra opinione e la nostra partecipazione può fare la differenza ma anche impegnandoci attivamente nel dibattito pubblico, valutare in modo serio (ma non serioso) le proposte, scegliere un candidato che ci ispiri fiducia e che ci dimostri di pensare veramente alle nuove generazioni.
A parole tutti sono capaci a ergersi paladini dei giovani, a prometterci esperienze e crescita, ad affiancarci come mentori e guide, ma ben pochi si dimostrano veramente lungimiranti e affezionati al mondo dei giovani, persone in grado di mettere nero su bianco e poi calare nel pratico questo impegno per le nuove generazioni.

Noi giovani dobbiamo avere la forza di volontà di metterci in gioco, dimostrarci attenti osservatori delle necessità di Bassano, metterci al servizio di chi ci sta accanto perché nessuno può sostituire la nostra visione delle cose e nessuno dovrebbe pensare al posto nostro. Solo con il semplice gesto di recarsi a votare il prossimo giugno possiamo compiere quel passo per dare a noi stessi il diritto di contare.

Ai giovani che invece troveranno spazio nelle liste e, perché no, in Consiglio comunale dico questo: essere idealisti è bello e giusto alla nostra età, possiamo permetterci e abbiamo l’obbligo di poter ancora sperimentare la bellezza di spendersi per gli altri, per il bene della città. In tutto ciò accostiamoci agli adulti con gli occhi di chi ha fame, voglia di imparare e conoscere, senza brame di potere e fretta di occupare posti e poltrone (purtroppo recentemente ho sentito anche cose del genere). Amiamo la nostra vicinanza a chi ha fatto questo cammino prima di noi, chi ci tiene per mano e ci accompagna e ci affianca, chi ci ha conosciuto in modo sincero e non in altri contesti (frequenti a Bassano) che vedono nei giovani meri clienti e fonti di guadagno.

Infine agli adulti, ma anche ai partiti e alle liste che hanno deciso o decideranno di impegnarsi nelle prossime elezioni vorrei chiedere una promessa: avvicinate i giovani e pensate, nei vostri programmi, a qualcosa per la nostra generazione e per quelle che verranno. Dimostrateci che avete a cuore le nuove generazioni, che non rimangano solo belle parole e promesse disattese. Se invece, fino ad ora, nei vostri pensieri, la “questione giovanile” a Bassano non è mai entrata, vi prego di non fare niente per i giovani. Non c’è nulla di peggio del promettere qualcosa senza avere un obiettivo in testa, facendo le cose male.

La situazione non è grave, le potenzialità ci sono tutte! Basterebbe non diventare carne da cannone.

P.S. Questa volta, a differenza dell’ultima lettera, ho deciso di firmarmi.

Matteo Fabris

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