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Opera Estate Festival

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Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Attualità

A sipario chiuso

I teatri restano chiusi fino all’8 marzo. Un’intervista a Pino Costalunga, responsabile artistico di Glossateatro e di Fondazione Aida

Pubblicato il 03-03-2020
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Teatri chiusi? C’è chi prova a proporre dirette streaming (non radiodrammi, né repliche di video di repertorio) ma una diretta Facebook dal teatro offerta al pubblico della rete, come ha fatto venerdì 28 febbraio la compagnia veronese Casa Shakespeare in concerto con Sycamore T Company che si è cimentata in una lettura scenica di “Peste! Processo agli untori”. Ma il teatro è fatto di contatto, è un’esperienza che fa circolare emozioni a doppio binario che non prescinde, o almeno non prescindeva, dalla presenza del pubblico.
Intanto da parte degli organizzatori e dei protagonisti degli eventi cancellati si fa la conta dei danni, in un settore come quello della cultura e dello spettacolo dove mancano, qui sì in forma cronica, investimenti e tutele importanti.
Da più parti si susseguono inviti a sostenere i lavoratori del teatro, fortemente penalizzati dalla chiusura precauzionale dei loro luoghi di lavoro individuati dalle ordinanze istituzionali come spazi di aggregazione, quindi potenzialmente pericolosi per la salute dei cittadini. Come quelli di tante altre categorie di professionisti, attori, registi, tecnici, soprattutto se non inseriti in grandi circuiti di produzione, soffrono in modo pesante, in alcuni casi drammatico, per la cancellazione di eventi e manifestazioni “non solo nelle zone critiche e nel breve periodo ma in tutta Italia e per periodi indeterminati, per molte settimane o mesi ancora, con una perdita di introiti irrecuperabili nel tempo, senza nessun tipo di copertura o accesso al credito o dilazione di pagamenti”, come scritto nella petizione lanciata da Fondazione Centro Studi Doc diretta alle istituzioni competenti.

Pino Costalunga

Ne parliamo con Pino Costalunga, attore, regista e traduttore, responsabile artistico di Glossateatro e di Fondazione Aida, che da alcuni anni si occupa della gestione dell’Auditorium Vivaldi di Cassola, dove è appena stato posticipato La strana coppia, prodotto da Teatro Fuori Rotta, previsto per il 7 marzo. Costalunga lavora molto con il teatro per i ragazzi e con i ragazzi con progetti di lettura e spettacolo.

Chiuso, annullato: stiamo assistendo alla cancellazione in tutto il Nord e Centro Italia di numerosi eventi culturali e di spettacolo. Cosa determina un lungo periodo di inattività per un attore, un tecnico, un professionista che fa parte di una piccola compagnia?
Un lungo periodo di inattività per un lavoratore nell’ambito dello spettacolo significa prima di tutto mancato introito e vorrei qui demolire l’idea “romantica” che si ha di chi fa questo mestiere: è spesso una madre o un padre di famiglia, è spesso uno che ha studiato a lungo e si è impegnato per fare al meglio questo lavoro, è uno che, come tutti gli altri, ha il diritto di lavorare, non è uno che vive solo di “essere o non essere” e poesia: quello dello “spettacolo” (attori, tecnici, organizzatori, manodopera) è un lavoro faticoso e spesso non garantito al pari di tanti altri lavori; è spesso, ahimè – purtroppo in questo paese, culla della cultura e dello spettacolo – la “Cenerentola” dei lavori.

Non per fare i conti in tasca, ma per avere un’idea, al momento quanti spettacoli/eventi di Fondazione Aida Teatro Stabile sono stati cancellati?
Per essere precisi: per l’emergenza sanitaria Fondazione Aida ha contato la scorsa settimana perdite complessive per 91.000 euro. A Cassola sono stati riprogrammati gli spettacoli per le scuole, la prosa e il festival della disabilità creativa. A Verona e Vicenza sono state 16 le recite annullate negli spazi in gestione, circa 2600 giovani spettatori erano attesi a teatro, più di 30 rappresentazioni sono state disdette su tutto il territorio nazionale, 240 è l’ammontare delle giornate perse per 48 collaboratori del comparto artistico e tecnico.
All’Auditorium Vivaldi è stato annullato lo spettacolo per le famiglie del 1 marzo e preventivamente posticipato al 21 marzo La strana coppia previsto per il 7. Per quanto riguarda la rassegna “Teatro Scuola” il nuovo calendario prevede le seguenti repliche: Hansel&Gretel e la povera strega al posto di Come Hansel&Gretel (13 maggio) e Cosa Losca al posto di Rosso Malpelo (27 marzo). La macchina organizzativa sta inoltre lavorando per recuperare gli eventi del Festival della Disabilità Creativa, programmato con il Comune di Cassola. Molto probabilmente l’incontro con Marco Rossato verrà programmato durante il prossimo anno scolastico, lo spettacolo di Santibriganti entro aprile, così come l’evento “Amore e disabilità”. A mettere in crisi è anche il decreto del Miur che blocca le uscite didattiche, stante a oggi fino al 15 marzo, e quindi la possibilità di prendere parte agli spettacoli di Teatro Scuola che rappresentano circa il 65% delle recite totali.

I luoghi della cultura (musei, teatri, cinema) sono stati i primi a essere sbarrati in modo prudenziale. Palestre e piscine aperte, bar e ristoranti aperti, centri commerciali aperti, ora in regime di contingentamento: al di là al giusto rispetto che si deve alle ordinanze istituzionali, c’è una logica?
Io non so se ci sia una logica o no. Mi ricordo però una uscita – non vorrei sbagliare, ma credo sia così – di Conte, il Primo Ministro, quando all’inizio dell’epidemia in un’intervista disse che “bisognava navigare a vista”. Devo dire che mi sembra che da un punto di vista sanitario – e ribadisco che non amo dare giudizi in campi in cui non sono esperto – in genere ci si stia muovendo bene; altre volte ho l’impressione che se si cedesse meno al panico e all’isteria, soprattutto da parte di persone che hanno delle responsabilità politiche e mediatiche, e si usasse il linguaggio con più attenzione e con più raziocinio, sarebbe di giovamento a una situazione che capisco non essere né di semplice gestione né di facile soluzione, ma che sicuramente oltre a fare vittime da un punto di vista umano, purtroppo, sta facendo moltissime vittime nel campo del lavoro e dell’economia e quindi anche nella previsione di un futuro che vorremmo sempre migliore.

Un messaggio al suo pubblico?
Un messaggio al pubblico? Noi teatranti siamo una razza “maledetta” e come tutte le razze maledette è impossibile sconfiggerci! A parte gli scherzi: noi ci siamo, e aspettiamo tempi migliori – e speriamo sia prestissimo – per tornare a incontrare il nostro pubblico. Intanto sfruttiamo questi giorni per preparare i lavori che ci aspettano.

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