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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Special report

Attualità

Da Мусоленте all’Ucraina

A Mussolente una casa privata diventa centro di raccolta e invio di generi di prima necessità per le famiglie e i bambini in Ucraina. Impegnate donne e mamme ucraine e quattro ragazze appena arrivate in Italia dal Paese in guerra

Pubblicato il 03-03-2022
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Оксана Мусоленте. “Oksana Musolente”, con una sola “s”, in alfabeto cirillico ucraino.
Va bene così, le lingue slave non hanno le consonanti doppie.
Mi è arrivato scritto in questo modo, sul telefonino, il primo contatto di Oksana Volenchuk, volontaria ucraina, originaria di Krasyliv nella regione di Khmelnytskyi, residente a Mussolente, da 24 anni in Italia a seguito di matrimonio, nome di spicco della comunità degli ucraini del Bassanese. Una comunità di fatto, dal momento che non esiste una comunità ufficiale, iscritta all’albo delle associazioni del territorio. “Qui non c’è una comunità degli ucraini - mi spiega -, siamo tutti solamente dei volontari.”

Oksana Volenchuk (foto Alessandro Tich)

Volontari e soprattutto volontarie che in questi giorni stanno dedicando tutto il loro tempo a raccogliere generi di prima necessità destinati a famiglie e bambini rimasti in Ucraina. L’abitazione di Oksana, in via Pio X 65 a Mussolente, da una settimana a questa parte è diventata un centro di raccolta, smistamento e invio di cibo, medicinali e articoli per l’igiene personale. All’ingresso campeggiano l’ormai conosciutissima bandiera gialloblù e un cartone con la scritta “Aiuto raccolta alimentari per l’Ucraina”.
L’attività del punto locale di solidarietà è costante e febbrile. Quando arrivo sul posto, un gruppo di donne e mamme ucraine, residenti nel nostro territorio, è impegnato senza sosta a collocare negli scatoloni la merce da caricare nei furgoni in partenza per l’Est.
Gli automezzi sono diretti in Polonia, al confine con l’Ucraina, quella stessa frontiera che in questi giorni viene varcata da migliaia di profughi in fuga in direzione opposta verso l’occidente. Qui altri mezzi prendono in carico la merce e la portano a destinazione nel Paese in conflitto. Nel cortile di fronte alla casa con la bandiera è in partenza un furgone con targa ucraina. Trasporta scatoloni di medicinali, che saranno poi trasferiti a bordo di autoambulanze che dal confine polacco-ucraino proseguiranno laddove lo stato di guerra permette di arrivare. Un secondo furgone, che partirà qualche ora più tardi, è invece adibito al trasporto di generi alimentari. Scatolame, frutta, risotti, pasta, merendine e quant’altro. Sono tutti doni di persone di buona volontà, privati cittadini e imprenditori della zona, la cui generosità non sembra accusare flessioni.
Mentre seguo le attività in corso, nella via di Mussolente si fermano automobili da cui scendono donne italiane con i loro aiuti da consegnare. Abbracciano Oksana, che ha una parola di ringraziamento per tutti.
“Sono una rompiscatole”, dice scherzando lei, che sembra non voler fermarsi di fronte alle difficoltà.

Qualche metro più in là, sul lato opposto della via, due camioncini trasportano in un magazzino altra merce proveniente dal buon cuore di altrettante aziende.
Il garage dell’abitazione di via Pio X 65 è stato trasformato a sua volta in un magazzino di raccolta dei generi di prima necessità donati. Fuori, nel giardino di casa, i prodotti vengono smistati per il confezionamento dei pacchi da inviare in Ucraina.
Tra le donne intente a collocare la merce nelle scatole e a chiudere i contenitori con lo scotch ci sono anche due giovani mamme, Olena e Maryna. La prima arriva da Ivano-Frankivs'k e la seconda da Ternopil', entrambe città della parte occidentale dell’Ucraina. Sono dovute fuggire dal loro Paese assieme ai loro figli e sono arrivate in Italia sabato scorso. I bambini sono qui, in mezzo agli scatoloni da caricare. Corrono, sorridono, fanno le capriole, dimostrando la beata innocenza della loro età.
Ma anche loro, di tanto in tanto, prendono una confezione di pasta o di merendine per metterla dentro lo scatolone indicato dalla mamma. Assieme ad Olena e Maryna sono arrivate come profughe anche Maryana e Oleksandra. Appena giunte nel nostro Paese e tutte già coinvolte in questa mobilitazione di aiuto per il loro popolo.
Oksana ha messo a disposizione lo spazio logistico ed è la coordinatrice dell’operazione, ma ci tiene a sottolineare che le protagoniste sono loro, “donne e mamme di Ucraina, che vogliono solo la pace”.
Me lo dice mentre è in continuo movimento da un angolo all’altro dell’area di casa, divenuta a suo modo un’area operativa. Il suo cellulare squilla in continuazione, segue in contemporanea il confezionamento e il carico della merce, scompare all’improvviso e poi riappare. Come quando riappare, dopo essere “sparita” per qualche minuto, con un sacchetto pieno di brioche. Vicino a casa sua c’è una macelleria e le brioche sono state regalate dal macellaio per gli uomini in partenza per il lungo viaggio col furgone dei medicinali.
Questo è quanto accade oggi, ma l’azione di solidarietà è proiettata in un prossimo futuro senza scadenza. “Andremo avanti fino alla fine della guerra”, mi dice un volontario.
Non solo aiuti in forma di prodotti trasportati: nei giorni scorsi con un mezzo del gruppo sono già partiti da Mussolente anche dei volontari di Medici Senza Frontiere.

“Oggi abbiamo cominciato alle 5 di mattina a caricare due macchine grandi di soli medicinali - mi racconta Oksana -. In questo momento stiamo caricando un furgone di medicine e anche di tutta roba che serve per i bambini piccoli. Roba da mangiare, per curare, per cambiare. Verso le 15 arriva un altro furgone e lo caricheremo di cibo per gli adulti. Per il momento stiamo facendo così, dopo andremo avanti con altre cose. Noi trasportiamo tutto fino in Polonia, poi in Ucraina c’è un’organizzazione che scarica la merce e sanno già in quale parte devono andare a consegnare.”
Per chi volesse contribuire alla donazione di generi alimentari e di prima necessità la rete delle donne ucraine del territorio è sempre a disposizione.
“Basta rivolgersi ai nostri centri sul territorio - spiega l’organizzatrice - Come qui a Mussolente, c’è un centro anche a Bassano, a Vicenza, a Padova. Ci sono diversi gruppi di donne che raccolgono tutto.”
Intanto, tra una spedizione e l’altra da organizzare, c’è anche da pensare alla manifestazione per la pace in programma per il pomeriggio di sabato prossimo 5 marzo a Bassano del Grappa, organizzata in collaborazione con i Comuni del comprensorio. “Sabato saremo col sindaco di Bassano Elena Pavan e con tutti gli altri sindaci alla manifestazione per la pace che inizierà alle 14 ai Giardini Parolini e proseguirà in Parco Ragazzi del ’99, per mostrare che noi donne ucraine, insieme al popolo italiano, urliamo “pace, pace, pace” perché vogliamo solo la pace.”
E non manca, in questo veloce colloquio conquistato in una breve pausa della continua attività del gruppo, una considerazione sul ruolo dei giornalisti e dei media.
“Voi giornalisti - rimarca la mia interlocutrice - dovete urlare, perché voi siete forti per questo. Io sono una mamma, voi lavorate invece proprio per i giornali, per il popolo. Il vostro lavoro è dare informazione a tutto il mondo che noi siamo tutti esseri umani e dobbiamo vivere in pace.” Grazie per la fiducia.
Oksana sta per congedarsi da me: deve continuare la sua opera da volontaria perché, con la situazione umanitaria che in Ucraina si aggrava di ora in ora, non c’è tempo da perdere. Lei e le altre donne del gruppo devono concludere i preparativi del mattino, nel pomeriggio c’è da caricare il secondo mezzo in partenza per oggi e ogni minuto è prezioso. Quando la saluto mi stringe la mano e, mentre continua a parlarmi con trasporto dei suoi connazionali e della solidarietà della gente e degli imprenditori del territorio, non me la lascia più. Recuperò così in un colpo solo tutte le strette di mano che mi sono mancate in questi due anni di pandemia.
Оксана Мусоленте, sei una forza della natura.

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