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Politica

Pove a dirotto

Polizia Locale, Unione Montana e i movimenti “secessionisti” di Bassano: intervista al sindaco di Pove del Grappa Francesco Dalmonte. “L’amministrazione bassanese esce molto più volentieri sui telegiornali ma non parla coi diretti interessati”

Pubblicato il 03-03-2025
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Elena Pavan

Pove a dirotto su Bassano e sulla sua intenzione di togliere la Polizia Locale all’Unione Montana del Bassanese, per “riportarsela a casa” reintegrandola ovvero, per usare una parola orribile, reinternalizzandola nell’organico del Comune.
E scoppiano tuoni e fulmini per la modalità con cui questa vicenda è stata e viene tuttora gestita nei confronti degli altri Comuni dell’Unione, relegati al ruolo di spettatori (soprattutto televisivi) delle dichiarazioni al riguardo di questo o di quell’altro amministratore bassanese, senza che sulla questione ci sia mai stato un effettivo confronto istituzionale “coi diretti interessati”.
È l’accusa che viene lanciata dal sindaco di Pove del Grappa Francesco Dalmonte, che intervistiamo di seguito, a fronte anche degli ultimi e recenti sviluppi di questa telenovela che vedono sempre più vicino, salvo imprevisti, il recesso del Comune di Bassano dalla convenzione per il conferimento della funzione di Polizia Locale all’Unione Montana.

Il sindaco di Pove del Grappa Francesco Dalmonte

Dalmonte è particolarmente “basito” - per usare un eufemismo - per la conduzione mono-direzionale di quelli che io chiamo i movimenti “secessionisti” bassanesi, senza che questi abbiano tenuto conto di una condivisione preliminare e approfondita dei pro e dei contro di una decisione così drastica con gli altri protagonisti dell’ente sovracomunale.
Il sindaco di Pove è oltretutto uno di quei primi cittadini che il consigliere comunale bassanese di Fratelli d’Italia Gianluca Pietrosante, favorevole a oltranza al rientro dei vigili urbani sotto il Comune di Bassano del Grappa, ha bollato come “sindaci che si intromettono sulle scelte politiche di Bassano” nel suo comunicato stampa di venerdì scorso.
È stato come mettere benzina sul fuoco di una vicenda politico-amministrativa già scottante per conto suo. E che al di là della questione della Polizia Locale in sé, sta deteriorando i rapporti del Comune di Bassano con alcuni Comuni di quel territorio rispetto al quale la città di Bassano del Grappa avoca a sé il presunto ruolo di “leadership”.

Sindaco Dalmonte, con che spirito sta seguendo l’evoluzione delle notizie “bassanesi” su Polizia Locale e Unione Montana?
Con grande preoccupazione, perché sinceramente non capisco la vera motivazione di una uscita della funzione di Polizia Locale dall’Unione Montana. Non capisco veramente quale sia la motivazione reale.

Ma se l’è mai chiesto? Ne avete parlato in giunta dei sindaci dell’Unione Montana?
No, in realtà il problema è proprio questo. Che non se ne parla perché l’amministrazione bassanese esce molto più volentieri nei telegiornali o comunque negli articoli di giornale e parla molto, molto poco con i diretti interessati.

Come si spiega il fatto che Nicola Finco non abbia mai - e dico mai - parlato di Polizia Locale e Unione Montana in campagna elettorale, mentre adesso sembra essere una questione di vita o di morte?
Questo è proprio il tema. Allora: la Polizia Locale si inserisce fondamentalmente all’interno dell’Unione Montana del Bassanese proprio perché non riusciva ad essere organizzata in maniera ottimale, tanto che l’Unione Montana è stata “riesumata” proprio per inserire la Polizia Locale che non funzionava. Quindi degli amministratori che evidentemente hanno veramente poca memoria, dunque memoria neanche a dieci anni, non si ricordano in che pessime condizioni era la Polizia Locale e il motivo vero per cui l’Unione Montana del Bassanese ha all’interno la funzione di Polizia Locale.

Se Bassano portasse via la Polizia Locale dall’Unione Montana, per gli altri Comuni dell’Unione che conseguenze ci sarebbero? Come il suo, ad esempio?
In realtà è un non problema, perché tutti gli altri Comuni si riorganizzerebbero in altro modo. Il problema è rompere una cosa che funziona.

Lei ha i dati, i riscontri del fatto che è una cosa che funziona?
Da quando, da cinque-sei mesi a questa parte, Bassano ha polemizzato sulla Polizia Locale, sui Comuni e sulle convenzioni, sono stati sempre e in ogni punto smentiti. Sono partiti con i costi: smentiti. Ore di servizio: smentiti. Numeri di pattuglie: smentiti. E riguardo alle convenzioni, Bassano ha addirittura organizzato una convenzione con Rosà: auto-smentita. Quindi sto parlando di tutte cose che sono state smentite. Adesso esce la notizia che si tratta di una soluzione politica. Mi piacerebbe davvero sapere, in fondo, quale sia la soluzione politica visto che, come dicevamo, in campagna elettorale la Polizia Locale non è stata mai nominata e quindi era una cosa che funzionava. È cambiato l’assetto nel momento in cui Bassano ha deciso la giunta.

Cioè quando è stata nominata la giunta comunale?
Sì, la giunta comunale.

Pensa che questa vicenda possa avere ricadute su altre questioni territoriali?
Con l’uscita della Polizia Locale dall’Unione, tutto il territorio rischia di diventare poco affidabile perché se tutte le notizie le sappiamo dai Tg piuttosto che dai giornali, e non c’è un colloquio vero con il territorio, chiaramente tutti i vari temi e argomenti sovracomunali saranno in crisi.

Quindi lei, in definitiva, cosa si auspica?
Io mi auspico che Bassano intanto riveda quello che sta decidendo, proprio perché non ha fondamento. E mi auspico anche che trovino il vero problema di questa situazione.

Per concludere: venerdì scorso il consigliere bassanese di maggioranza Gianluca Pietrosante, notoriamente favorevole al distacco della Polizia Locale dall’Unione, ha puntato il dito contro “certi sindaci che si intromettono sulle scelte politiche di Bassano”. È un chiaro riferimento agli altri sindaci dell’Unione. Vuole replicare?
Pietrosante al tempo ha votato a favore della funzione della Polizia Locale all’interno dell’Unione, quindi io con Pietrosante non posso perdere tempo.

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