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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

L’A.RI.A che tira

Variante urbanistica a San Lazzaro: lettera aperta dell'associazione A.RI.A. all’amministrazione di Bassano. “Variazione stravolgente senza aver coinvolto la cittadinanza, chiediamo venga espresso un netto parere negativo.”

Pubblicato il 11-06-2022
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Rinascimento in bianco e nero

Siete pronti a leggere un testo lunghissimo?
Questa volta non l’ho scritto io, ma l’A.RI.A bassanese, acronimo di Associazione bassanese per il RIspetto Ambientale.
Si tratta di una neo costituita associazione - presieduta da Manuela Mocellin e presentatasi alla cittadinanza questa mattina con un punto informativo in occasione del mercato settimanale del sabato - che dichiara di intervenire in rappresentanza dei cittadini della frazione di San Lazzaro in merito alla nota questione della variante urbanistica a carattere produttivo nell’area agricola di 160.000 metri quadri ubicata su via Riva Bianca e via Rambolina a ridosso della Superstrada Pedemontana (per un rinfresco della memoria: www.bassanonet.it/news/29846-terno_al_lotto.html).

In data di ieri A.RI.A. ha trasmesso una lettera aperta all’amministrazione comunale di Bassano per chiedere un netto parere negativo nei confronti delle richieste di urbanizzazione avanzate da tre aziende del territorio per realizzare nell’area in questione i loro nuovi capannoni.
Avrei potuto anche sintetizzare la lettera, composta di ben 6 pagine in formato pdf, ma il testo è talmente articolato e costellato di riferimenti che ne avrebbe sofferto la completezza del messaggio.
Buona lettura.

LETTERA APERTA ALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BASSANO DEL GRAPPA

Siamo venuti a conoscenza, attraverso pubblicazione di materiali su internet, degli intenti di espansione di imprese private che avrebbero individuato in alcune aree a Sud di Bassano il sito per l’insediamento delle loro nuove strutture.
Dai documenti consultabili e dalle testimonianze dello stesso Assessore all’Urbanistica appare chiaro che di tali progetti si stia discutendo negli uffici comunali già da tempo, seppur in via informale.
Dalla Relazione di Fattibilità allegata alla documentazione che il Tribunale di Vicenza, sezione fallimenti, ha diffuso all’interno delle operazioni di vendita all’asta di alcuni terreni del Bassanese, datata giugno 2021, l’Amministrazione non avrebbe “espresso diniego” anzi la proposta avrebbe presso la stessa “addirittura trovato terreno fertile sia tecnicamente che politicamente” e ancora si legge “che sarebbe molto gradita la collocazione o riposizionamento di aziende già presenti nel tessuto produttivo ed economico del bassanese”; inoltre troviamo riportato che “Per sopperire all’insormontabile impossibilità di ottenere la destinazione urbanistica artigianale/industriale attraverso uno strumento di programmazione intercomunale/comunale con relative varianti PAT e/o P.I., il Comune di Bassano del Grappa ha condiviso la ns. idea della potenziale attuazione di uno o più sportelli unici - S.U.A.P. di cui al D.P.R. 07/09/2010 n°160’.

Tale atteggiamento di grande apertura nei confronti di una variazione così impattante e stravolgente sul territorio senza avere in alcun modo coinvolto la Cittadinanza ci ha lasciati interdetti, perché tutti gli strumenti normativi e lo Statuto del Comune di Bassano affermano la necessità di coinvolgere i Cittadini in un’ampia partecipazione democratica alla vita politica - amministrativa del Comune nell’ottica anche del principio di sussidiarietà, ribadito anche dal Regolamento Comunale dei Quartieri.

Vale la pena di richiamare gli articoli che impongono la partecipazione della Cittadinanza alle decisioni, partecipazione che ha il suo presupposto fondamentale nella garanzia delle informazioni e della loro diffusione in caso di ampie e importanti variazioni di destinazione urbanistica:

- dallo Statuto Comunale - art. 4 Partecipazione – Informazione:
1. Il Comune garantisce la effettiva possibilità di partecipazione dei cittadini all’attività politica e amministrativa secondo i principi stabiliti dall’art. 3 della Costituzione e con le modalità previste dalla Legge, dallo Statuto e dai Regolamenti. Presupposto della partecipazione è l’informazione sull’attività degli organi istituzionali.
2. Il Comune attiva mezzi e strumenti, anche in sede decentrata, idonei a garantire la comunicazione ai cittadini e la diffusione delle informazioni.)


- dal Regolamento dei Quartieri (prima citato) -
art. 12. Funzione consultiva dei Quartieri: informazione preventiva e necessaria da parte dell'Amministrazione comunale su atti di indirizzo politico.
2. L’Amministrazione comunale informa preventivamente e necessariamente il Consiglio di Quartiere sui seguenti argomenti di pubblico interesse che comportino trasformazioni permanenti del territorio del Quartiere e riflessi diretti sulla vita dei suoi abitanti:
- strumenti urbanistici generali in quanto essi incidano sull’intero territorio del Quartiere o su una parte preponderante di esso;
- programmi delle opere pubbliche e piani di viabilità per le parti direttamente inerenti o ricadenti sul territorio del Quartiere.


Questo dovrebbe succedere, idealmente: l’Amministrazione, in ottemperanza ai regolamenti e allo Statuto, coinvolge i Cittadini. E’ invece accaduto che alcuni Cittadini preoccupati delle notizie circolanti in maniera ufficiosa, sin da fine marzo, hanno cercato di divulgare tali notizie per comprenderne la dimensione e dipanare possibili dubbi.

Ci chiediamo come sia possibile che tutto questo avvenga ad opera di una coalizione di maggioranza che al primo punto del suo programma elettorale (coalizione Elena Pavan Sindaco; 1 - La nostra idea di città) si proponeva di ribaltare l’impostazione del rapporto tra cittadini e amministrazione ‘per rispondere alle richieste dei cittadini, e non il contrario’, e rendere Bassano una ‘città in cui tutti i cittadini veneti e italiani vorrebbero vivere’.
Ma chi vorrebbe ritrovarsi nella situazione di aver acquistato con i risparmi di tutta una vita una casa in zona agricola, in piena campagna, o progettarne la nuova costruzione magari con tecniche costruttive alternative ecologiche e per nulla impattanti a livello ambientale, e poi ritrovarsi accerchiato da enormi capannoni e piazzali di cemento, tra arterie congestionate dal traffico (dove non si può nemmeno transitare a piedi senza rischiare di essere investiti, figuriamoci mandare i figli per le strade in bici), viavai continuo di camion ed esalazioni inquinanti? Ci sono forse alcuni Cittadini di Bassano che hanno diritto ad avere una città nuova, sostenibile, moderna, di cui andare fieri, e altri invece che non potranno vedere tutelato nemmeno il proprio diritto alla vita in un ambiente sano?

Ci troviamo in un momento storico in cui enormi problemi di carattere ambientale e climatico si stanno presentando in maniera sempre più imponente e stanno in parte promuovendo quello sviluppo diffuso di una particolare sensibilità verso il verde.
Inoltre, l’attenzione verso la produzione agricola e la necessità di una vita con ritmi diversi che permettano di compiere scelte ponderate in termini di impatto ambientale si sono consolidate dopo i periodi di restrizione dovuti all’emergenza sanitaria.

I recenti fatti bellici presenti quotidianamente sulla scena internazionale hanno spinto la popolazione a riflettere anche sui temi dell’autosufficienza agricola e alimentare.
Gli stravolgimenti climatici profilano, per il futuro, scenari non rassicuranti in cui acqua e risorse alimentari saranno probabilmente al centro di fasi critiche di approvvigionamento.
L’attuale Amministrazione Comunale ha riconosciuto a parole la gravità del problema e la necessità di un intervento immediato sulle questioni di cui sopra sottoscrivendo nel Consiglio Comunale del 24 settembre 2020 il documento ‘Dichiarazione di Emergenza Climatica e ambientale’, nel quale si è impegnata direttamente a ‘tutelare la salute dei cittadini, nonché la conservazione degli ecosistemi, del suolo e delle acque, studiando e attuando soluzioni decise per prevenire e arginare la contaminazione delle acque di falda e superficiali e l’inquinamento da polveri sottili nell’aria; mettere in atto scelte restrittive in materia di consumo del suolo, mobilità, fabbisogno energetico e riqualificazione dei territori e delle aree urbane che tengano conto di tutti i principi volti alla tutela, alla preservazione ed all'ampliamento dell'ecosistema nel quale viviamo, limitando al massimo l'impatto antropico sull'ambiente’.

L’attenzione al problema del consumo del suolo era già ribadita nel programma elettorale precedentemente citato, dove la coalizione ‘Pavan Sindaco’ scriveva al punto 8: ‘Nessun spreco di territorio. Una priorità è (...)la riconversione di aree artigianali e industriali per la creazione di spazi al servizio della comunità o di edilizia convenzionata. La città di Bassano non può prescindere dagli obbiettivi che la regione Veneto si è posta per il contenimento del consumo di suolo, per la riqualificazione, rigenerazione e miglioramento della qualità insediativa urbana ed edilizia, con il fine ultimo del consumo di suolo zero entro il 2050.

Le stesse tematiche sono state in seguito riprese anche nelle linee programmatiche della Sindaco Elena Pavan presentate al Consiglio Comunale e registrate con prot. 67/2019.

Ci domandiamo come sia possibile che durante il mandato l’Amministrazione, prestando fede alle promesse elettorali, si sia fregiata di appoggiare tante iniziative a tutela dell’ambiente, arrivando a difendere anche un singolo albero della città, per poi spazzare via con un “colpo di firma” 300.000 m2 di territorio verde, agricolo, importantissimo.

Il territorio bassanese è già ampiamente urbanizzato: osservando una mappa aerea dove siano evidenti i confini comunali si nota che le ultime aree di pianura nel territorio comunale che presentano un'ampia distesa verde e una vocazione agricola sono proprio quelle a Sud della città.

Il passaggio della Superstrada Pedemontana Veneta è già stato terribilmente impattante dal punto di vista ambientale e umano, arrecando già gravi disagi alle comunità limitrofe. In termini di aumento del traffico in primis, che risulta congestionato nonostante le garanzie espresse durante i lavori di realizzazione della nuova arteria, poiché quotidianamente si registrano incolonnamenti e rallentamenti continui in corrispondenza di ogni intersezione. Ne consegue una dilatazione dei tempi per raggiungere qualsivoglia meta e l’incremento dell’inquinamento acustico e dell’aria sensibilmente peggiorati.

Un terribile muro di cemento deturpa ciò che rimane del paesaggio di campagna tanto caro ai grandi coloristi veneti che fin dal tempo della Serenissima decoravano le ville del Brenta ispirandosi agli ameni scorci caratteristici della pianura veneta e riconoscibili oggi ancora in pochissimi luoghi.
Ma anche non considerando l’importanza svolta dall’arte nel tempo, non possiamo rimanere passivi e insensibili di fronte alla tragica cesura di uno dei fondamentali corridoi verdi del nostro territorio che è stato sbarrato dal tracciato della nuova struttura viaria occludendo ogni possibile passaggio e disturbando la fauna selvatica, ormai decimata nel corso di decenni di scellerate decisioni volte ad incrementare i servizi accessori alla produzione industriale ed artigianale senza avere alcuna lungimiranza riguardo ai danni ambientali che avrebbero causato. Parte di questa fauna oggi sosta ancora nelle rimanenti aree verdi della zona Rambolina - Riva bianca - Due ponti. Vogliamo che perda anche uno di quegli ultimi scampoli di paesaggio naturale rimasti?

Una illuminazione perenne e fortemente invasiva già oggi sovrasta le zone attorno alla SPV e costituisce un chiaro esempio di inquinamento luminoso che contrasta tra l’altro con la Legge Regionale n°17 del 2009 dove si intende tutelare una serie di situazioni tra cui territorio, ritmi naturali delle specie animali e vegetali, nonché gli equilibri ecologici sia all’interno che all’esterno delle aree naturali protette (a Sud della Superstrada si estende l’area naturale protetta denominata Parco civiltà delle rogge).

Non osiamo immaginare quali altri impianti potrebbero essere installati in un’area produttiva come quella che si sta progettando e che complessivamente interesserebbe circa 300.000 metri quadrati di superficie agricola che, con un colpo di spugna (e cemento) si sveglierebbe improvvisamente e irrimediabilmente impermeabilizzata sotto a una coltre di calcestruzzo, asfalto e altri materiali edili poco sostenibili. Perché è questo scenario che si profila nei progetti che abbiamo invitato l’Amministrazione Comunale di Bassano ad illustrare alla Cittadinanza, prima attraverso una richiesta del Comitato di Quartiere di San Lazzaro, e in seguito attraverso A.RI.A bassanese.

Nell’Assemblea pubblica del 2 maggio l’Assessore Andrea Viero assieme alla Prima Cittadina ha dichiarato di “avere le mani legate” di fronte a decisioni prese in Regione, dichiarazione confermata anche dalla Presidente del Comitato del Quartiere di San Lazzaro in un articolo su Il Giornale di Vicenza del 4 maggio.

Poco più di un mese dopo, sempre l’Assessore Viero ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla stessa testata in cui asseriva che “a decidere sarà il Consiglio Comunale”.
Come già richiesto nella lettera all’Amministrazione inviata il 2 giugno scorso dall’associazione A.RI.A bassanese i progetti e le procedure di approvazione avrebbero dovuto essere resi pubblici fin da subito per la portata della questione che riguarda il futuro di tutta Bassano: “preservare il suolo, il paesaggio agricolo e antropico, le aree verdi e i campi coltivati, già oggi presenti come bene collettivo e patrimonio da tutelare” non può essere un’azione che riguarda pochi ‘addetti ai lavori’. Le informazioni di rilevante importanza ambientale e urbanistica non possono essere tenute nascoste come ora sta avvenendo!

I progetti in questione sembra siano stati presentati al SUAP di Bassano del Grappa con registrazioni del 22 marzo 2022 per l’area che insiste su via Rambolina e con protocolli del 12 e 24 maggio scorso per aree nella zona cosiddetta Riva Bianca.
I documenti presentati dovrebbero contenere delle richieste di variazione urbanistica che sfruttano gli strumenti, derogatori alle pianificazioni comunali vigenti, previsti da Leggi regionali che permettono una conversione di destinazione d’uso da agricola a produttiva.

Chiediamo che i terreni agricoli di Bassano Sud vengano tutelati con particolare sollecitudine, tutti, ma in particolare quelli della zona di Riva Bianca.
Nel programma di coalizione appare la necessità di ‘valorizzazione degli argini del Brenta, dove già oggi molta gente passeggia, ...’. Riva bianca è, di fatto, un argine del Brenta, uno degli argini ‘superiori’ più antichi, un luogo verde e piacevole dove tuttora molta gente passeggia. Non si trova però nel Centro della città di Bassano, ma in una sua zona marginale. Eppure di rilievo storico: appare già presente nelle antiche carte della Città, citata nelle decime dei conventi cittadini, già centro in passato di produzioni agricole di particolare qualità.

Proseguiamo rispolverando ancora il programma elettorale di Coalizione Elena Pavan Sindaco 2019/2024: ‘Non devono più esistere zone dimenticate e aree privilegiate: occorre procedere con una equa distribuzione delle risorse sui vari quartieri della città. Al fine di programmare al meglio gli investimenti sul territorio e permettere a chiunque di verificare l’utilizzo delle risorse pubbliche, anche per area geografica, intendiamo proporre prospetti chiari e condivisi…
Ci stiamo veramente chiedendo quale programma stia seguendo l’Amministrazione perché non sembra essere quello che stiamo scorrendo.


Ma continuiamo...si sta profilando ‘una nuova centralità geografica’ di Bassano: il fulcro di un meraviglioso intreccio di itinerari, storia, paesaggi e proposte culturali.
Grazie al passaggio della Pedemontana, dicono. Peccato che alcune di queste stradine, i filari di alberi, le distese di cereali, i bellissimi paesaggi dell’area Riva bianca/Rambolina sui quali si stagliano i profili del nostro Monte Grappa e dell’Altopiano di Asiago sarebbero presto cancellati, se i progetti prospettati prendessero vita, per lasciare spazio a 4 mega-capannoni e opere accessorie, e ad interventi di adeguamento viario per collegarli con una Strada Cartigliana già fortemente problematica e compromessa.
La tematica della viabilità di Strada Cartigliana e numerose riflessioni sul valore ambientale, sociale, culturale e storico della zona sono già state inviate il giorno 16 maggio 2022 al protocollo del Comune di Bassano del Grappa, contenute in una lettera datata 10 aprile 2022 e sottoscritta da alcuni cittadini che intendevano proporre osservazioni al fine di sensibilizzare in via preventiva gli amministratori sulle questioni qui delineate. Tale lettera finora non ha ottenuto alcuna risposta. In essa emergevano alcuni importanti e gravi risvolti legati in particolare al Quartiere San Lazzaro.

L’identità del Quartiere San Lazzaro e delle persone che lo vivono è sempre stata legata all’ambito rurale, fin dalle origini nella Città. Negli ultimi anni scelte politiche e amministrative stanno trasformando l’aspetto dell’intera area Sud, facendola pian piano diventare come la circonvallazione industriale di una grande città, dominata da capannoni, strade, discariche, depuratori, concerie, grandi cartelli pubblicitari, imponenti centri commerciali, catene di fast-food. Possibile che la storia del passato non abbia insegnato nulla? Possibile che dobbiamo ancora utilizzare i nostri migliori sforzi creativi nel tentativo di bloccare la devastazione dei nostri campi invece di creare possibilità e nuove proposte?

Chiediamo che la rete di relazioni, che questa Amministrazione ha dichiarato - sempre nel programma di coalizione - di voler costruire per ridare alla Città di Bassano la leadership al centro del territorio nel quale si situa, abbia come fulcro il rispetto per l’ambiente e l’accurata conservazione dello status quo per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse e dell’ambiente.

Chiediamo che le scelte volte a incrementare lo sviluppo economico siano tese ad altri tipi di produzioni, non a quelle industriali ed inquinanti, a creare nuovi modi di fare impresa.

Ribadiamo la necessità di un rinnovato rispetto per la cultura agricola dalla quale proveniamo, per un paesaggio di grande valore storico, culturale e rurale nel quale viviamo e che dobbiamo tutelare più di ogni altro aspetto come grande risorsa economica, investendo nel turismo ecologico e sostenibile, nella formazione, nella cultura.

Vogliamo che sia Bassano ad interrompere quella catena di cementificazione della nostra pianura e dei nostri magnifici territori che ha portato il Veneto al secondo posto, ma è stato lungamente al primo, nella classifica statale come Regione più sfruttata e impermeabilizzata.

Pertanto in contemporanea alla presente lettera aperta e per i motivi che sono stati elencati nella stessa e nella precedente Lettera dei Cittadini del 10 aprile/prot.16 maggio 2022, presenteremo una petizione chiedendo all’Amministrazione Comunale di esprimere per conto dei cittadini che rappresenta un netto parere negativo nei confronti delle richieste di urbanizzazione a carattere produttivo di tipo industriale/artigianale/logistico delle aree agricole a Sud di Bassano.

Associazione bassanese per il RIspetto Ambientale
10 giugno 2022

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