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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

L'Angelo del Ponte

Lanciata la proposta di intitolare una via o piazza di Bassano ad Angelo Casarotti, l'“ingegnere dimenticato” della ricostruzione ottocentesca del Ponte Vecchio

Pubblicato il 18-05-2021
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Brassaï. L’occhio di Parigi

- C'era una volta...
- Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori.
- No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno.

La trave di Casarotti, a destra coperta da un telo, dopo la sua rimozione nel 2019 (foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet)


Chiedo scusa alla memoria di Carlo Collodi se ho riportato il suo leggendario incipit de Le avventure di Pinocchio, applicandolo all'odierna attualità. Ma ci stava come il cacio sui saettoni. Pardon: come il cacio sui maccheroni.
Il pezzo di legno che “c'era una volta” è la trave di Casarotti, uno dei tormentoni assoluti della tormentosa Pontenovela 2014-2021. Si tratta di uno degli elementi di innovazione strutturale apportati dall'architetto e ingegnere Angelo Casarotti per la ricostruzione del Ponte di Bassano a lui affidata nel 1820-1821. È la famosa - visto che così tanto se ne è scritto - “trave di soglia”. “La variante più significativa è nelle fondazioni - spiega a tal riguardo il preclaro prof. Giovanni Carbonara nella sua relazione storica, storico-critica e di metodo propedeutica all'intervento di ripristino e consolidamento del monumento appena conclusosi -. Il Casarotti sostanzialmente taglia le otto colonne delle stilate, in prossimità del pelo dell'acqua, e introduce la soglia da cui partono un doppio ordine di palificazioni, infisse nel greto del fiume.” Vi risparmio gli altri dettagli tecnici. Ma è importante quello che sottolinea il prof. Carbonara qualche riga più avanti: “Rispetto allo schema statico palladiano, ripreso sostanzialmente anche dal Ferracina, la ricostruzione ottocentesca del Casarotti introduce una variante notevole: la soglia, che permette al ponte una reazione differenziata ai carichi delle pile.”
Insomma: una genialata dell'epoca, che ha costituito - come rileva ancora l'illustre studioso nella sua relazione - “uno dei motivi di longevità delle prime tre stilate del ponte, a paragone con le frequenti distruzioni subite nelle epoche precedenti”.
La strada proposta per il ripristino del Ponte dal docente di Restauro Architettonico presso l'Università La Sapienza di Roma, nonché componente del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici eccetera eccetera, era quella di intervenire con gli opportuni strumenti forniti dalle odierne tecnologie ma anche di “conservare quanto più materiale antico possibile”. Ovvero si prospettava la necessità di “contemperare le esigenze tecniche e di buona ingegneria strutturale per il consolidamento con quelle della migliore conservazione e tutela di un monumento d'eccezionale importanza nazionale e internazionale” per “il rispetto storico e filologico dovuto al ponte ligneo”.
Dunque tutto ciò che di antico era contenuto tra le strutture del Ponte, per il professor Carbonara andava conservato. In primis, per l'appunto, la trave di soglia ottocentesca del Casarotti, che doveva essere mantenuta nella sua collocazione di fondazione quale testimonianza originale del glorioso passato del Monumento Nazionale, a disposizione dei futuri turisti subacquei di Bassano.

Così però, come ben sappiamo, non è stato. La trave lignea di soglia dell'architetto e ingegner Angelo Casarotti non “combaciava” con la struttura delle maxi travi reticolari in acciaio inox collocate alla base delle quattro stilate, previste dalla variante migliorativa di progetto dell'ing. Michelon. Il lungo pezzo di legno ottocentesco, come il resto delle vecchie stilate poi ricostruite in toto, è stato quindi segato via. Zac: la storica soglia non c'è più, perché ingombrante e inutile, e i suoi ceppi rimasti per qualche giorno giacenti e coperti da un telo sull'area di cantiere in asciutta del Ponte sono stati indirizzati ad un destino indefinito. Sic transit gloria mundi.
Ma ecco che, improvvisamente, qualcuno si è ricordato dell'Angelo del Ponte lanciando una proposta per onorarne finalmente e degnamente la memoria.
Si tratta dell'iperattivo Calendar Man Fulvio Bicego, indefesso promotore di artistici restauri nella nostra città, recentemente molto presente nelle cronache di questo portale, che ne ha pensata un'altra delle sue.
Bicego ha infatti trasmesso una lettera via pec al sindaco Elena Pavan e all'assessore al Centro Storico Andrea Viero, avente ad oggetto: “Richiesta intitolazione via / piazza / vicolo ad Angelo Casarotti (1773-1842)”. “Il 4 febbraio 1821 venne inaugurato il Ponte Vecchio dell'Ing. Angelo Casarotti di Schio, che con il suo lavoro di progettazione e di direzione dei lavori riconsegnò alla Città di Bassano il manufatto ligneo, dopo che il precedente realizzato dal Ferracina venne dato alle fiamme il 2 novembre 1813 dal Vicerè Eugenio de Beauharnais”, scrive il proponente ricordando l'evento inaugurale del 1821 di cui peraltro proprio quest'anno, nel silenzio più assoluto, è caduto il 200simo anniversario.
“L’Ingegnere Angelo Casarotti - prosegue la lettera - creò una nuova formula strutturale per i piloni di sostegno, garantendo così una migliore resistenza alla forza delle acque. Dopo l’inaugurazione i Bassanesi, in segno di gratitudine, offrirono al Casarotti una Medaglia modellata da Francesco Putinati (1775-1848).” “Questo nuovo Ponte - continua il testo - resistette all 1^ Guerra Mondiale, nonostante un bomba austriaca lo colpì il 18 settembre 1915, squarciandone ampiamente il tetto ma non provocando nè morti nè altri particolari danni. E resistette anche alla 2^ Guerra Mondiale per ben 5 anni, fino al 29 aprile quando i tedeschi in fuga lo fecero saltare per ritardare l’accesso in Città degli Alleati. Ma rinacque “come era e dove era” grazie all’amore che questa Città ha verso il “suo” Ponte ed il 3 ottobre 1948 venne riconsegnato alla Città.”
E adesso che, il 3 ottobre 2021, avverrà la cerimonia ufficiale di inaugurazione del Ponte resturato, il mittente della lettera lancia la sua proposta all'amministrazione comunale.
“Ricercando nella toponomastica della nostra città - scrive Bicego - ho notato che esistono sia via Bartolomeo Ferracina che viale Andrea Palladio, ma non esiste traccia di via/ piazza / vicolo Angelo Casarotti.” “Già...- conclude il proponente rivolgendosi al sindaco - stranamente uno dei progettisti più importanti del Ponte Vecchio non ha uno straccio di via a lui intestata e quindi Le chiedo ufficialmente, in occasione della inaugurazione del 3 ottobre o magari anche prima: l'intitolazione di una via / piazza / vicolo all’Ingegnere Angelo Casarotti (1773 -1842), progettista e direttore lavori.”

Riusciranno i nostri eroi a convincere l'amministrazione in carica circa l'opportunità di introdurre anche il nome dell'ingegnere ottocentesco nella toponomastica bassanese?
Ai posteri, come sempre, l'ardua sentenza. Se così fosse, in futuro potremmo darci appuntamento in via, in piazza o in vicolo Casarotti, dove non stonerebbe l'apertura dell'osteria “Alla vecchia trave”.

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