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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Special report

Politica

Mai dire gay

La mozione in consiglio comunale del consigliere Pietrosante contro il ddl Zan a tutela delle vittime di discriminazioni sessuali divide la maggioranza e scatena una bufera politica. “A Bassano proposte del secolo scorso”

Pubblicato il 12-03-2021
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Prima o poi doveva accadere. Ed è accaduto. Dopo circa tre mesi di tranquilla frequentazione delle sale del Palazzo - anche se ancora virtualmente per le modalità online imposte dalla pandemia - il consigliere di maggioranza Gianluca Pietrosante, subentrato in consiglio comunale lo scorso novembre, ha messo in atto la sua prima “pietrosantata”.
Lo ha fatto nel corso della seduta di consiglio di ieri sera come firmatario della mozione intitolata “Interventi urgenti sul ddl n. 2005 atto Senato, in discussione presso la seconda commissione giustizia del Senato della Repubblica”. Il ddl (disegno di legge) n. 2005 altro non è che il famoso ddl Zan che prevede severe misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza “per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.
La mozione Pietrosante impegna il sindaco “a farsi portavoce, presso il Parlamento della Repubblica Italiana e presso la Presidenza della II Commissione Giustizia del Senato, del dissenso all’approvazione del disegno di legge - i cui effetti, se dovesse passare in Senato, si riverseranno inesorabilmente e ineluttabilmente anche a Bassano del Grappa -, suscettibile di violare i principi democratici che modellano il moderno sistema politico occidentale (…)”.

Un fermo immagine del consiglio comunale in streaming di ieri sera

Ho messo i puntini tra parentesi perché il dispositivo della mozione, che intende “opporsi ad una precisa deriva ideologica e libertaria”, prosegue ancora a lungo e ve lo risparmio perché vi voglio bene.

Disimpegno per Bassano

Ma la vera notizia politica della discussione nel consiglio comunale in streaming sulla proposta Pietrosante è la dissociazione della capogruppo di Impegno per Bassano Lucia Fincato, appartenente alla stessa compagine di maggioranza.
Anzi, per meglio dire: della capogruppo di Disimpegno per Bassano, che su questo argomento ha annunciato l’astensione dal voto su un tema da lei ritenuto “strumentalizzato”. “Sulle questioni riguardanti argomentazioni già in dibattito al Parlamento o questioni di carattere internazionale - ha detto la Fincato nella sua dichiarazione di voto - non abbiamo la competenza e gli strumenti per un efficace intervento in grado di dare definizione ad un problema al di fuori della nostra sfera. Le scelte nazionali ricadono al livello locale, ma noi non possiamo invertire la rotta.”
Per l’esponente della civica che fa riferimento al vicesindaco Marin “lo scontro, dal parlamento, si trasferisce ai banchi del consiglio comunale col fine di gratificare logiche di partito, senza benefici per la città, alimentando le beghe, le divisioni e i contrasti, facendo perdere quel tempo prezioso per dare risposte alle tante istanze sollevate dai nostri concittadini.” “Per questo il nostro orientamento - ha ancora dichiarato la capogruppo - è quello di prendere le distanze da prese di posizioni che non riguardano le questioni della nostra città di Bassano.”
Morale della favola: la mozione Pietrosante contro il ddl Zan è passata con il voto favorevole della maggioranza, ma con l’astensione della Fincato e dell’altra consigliera di maggioranza Chiara Tessarollo di Forza Italia. Voto contrario invece, ovviamente, dal blocco delle minoranze.
La capogruppo di Disimpegno per Bassano si sarebbe comunque ripetuta, astenendosi dal voto - per le stesse motivazioni - anche sull’OdG presentato dalle opposizioni “Ordine del Giorno per Patrick e Giulio, a difesa dei diritti umani”. Amen.

The Day After

Sarà anche, come sostiene la Fincato, una faccenda che non ci riguarda, ma intanto la vicenda sta assumendo i contorni di un clamoroso caso politico.

Gianluca Pietrosante, dal canto suo, gongola per il risultato tramite un comunicato - attenzione - diffuso non come consigliere del gruppo #Pavan Sindaco, ma come esponente di Fratelli d’Italia. Per Pietrosante “è stato raggiunto un grande traguardo per l’amministrazione bassanese di centro destra”. “Questa iniziativa istituzionale voluta da Fratelli d’Italia su scala nazionale - continua il consigliere di maggioranza -, dimostra di essere attualmente l’unico partito compatto e risoluto per quanto concerne la difesa dei valori tradizionali, in contrapposizione a chi sostiene l'attuale modello progressista predominante nella società occidentale, avallando le pratiche libertarie di un certo tipo di liberalismo e della globalizzazione: si vuole palesemente sradicare l’identità ed accelerare il processo di mutazione antropologica non solo degli italiani, ma anche dell’Europa.”
Per il consigliere in quota politica FdI “la famiglia è una società naturale (naturalezza intesa nella sua accezione teologica aristotelica-tomista) in quanto solo questa formazione sociale (…) può garantire la continuità della nostra nazione e della nostra società. I dati demografici, anche a Bassano, dove vi sono più morti che nascite negli ultimi anni, ci devono far pensare e soprattutto agire”.

Dall’universo aristotelico-tomista passiamo allo schieramento politico opposto.
È pervenuto oggi un comunicato stampa congiunto della segretaria provinciale del Partito Democratico Chiara Luisetto e dell’on. Alessandro Zan, firmatario del disegno di legge nazionale in questione, intitolato “A Bassano proposte del secolo scorso”.
“Mentre siamo in emergenza sanitaria, in un momento nel quale abbiamo bisogno di sentirci comunità a tutti i livelli - dichiara Luisetto -, la maggioranza che governa Bassano del Grappa sente il bisogno di affermare la sua ideologia antiliberale verso cittadini e cittadine che hanno il sacrosanto diritto di vivere senza sentirsi minacciati, verbalmente e fisicamente, per il proprio orientamento sessuale.” “Mi stupisce - aggiunge la segretaria provinciale PD - che proprio un’amministrazione guidata da una Sindaca, che penso sappia quanto le donne si trovino ancora oggi a subire violenze e denigrazioni, non abbia un sussulto di dignità verso la proposta portata in consiglio ieri che apre le porte alla libertà di offendere e discriminare.”

“È davvero sconfortante per Bassano, città medaglia d’oro per la Resistenza - afferma l’on. Zan -, che il consiglio comunale a maggioranza leghista scelga di guardare al medioevo, alla contrazione di diritti che secondo la nostra Costituzione devono essere tutelati.”
“Il questi mesi - continua il parlamentare padovano - centinaia di Comuni, dai piccoli paesi alle grandi città, hanno scelto di sostenere il ddl contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo, anche per lanciare un segnale di piena inclusione e solidarietà verso tutti i propri concittadini.” “Dispiace quindi - conclude il deputato Dem - che a Bassano l’amministrazione comunale, per pura presa di posizione ideologica, decida di fare esattamente il contrario, schierandosi dalla parte di chi vuole essere ancora libero di discriminare.”

“Sul ddl Zan il consiglio comunale ha votato a favore di una verità distorta”, commentano invece in una nota i co-portavoce della Federazione Verdi-Europa Verde Vicenza Mattia Stella e Gaia Bollini, che aggiungono: “La tutela delle persone vittime di discriminazione non può essere dipinta come una privazione delle libertà personali.”
“Dispiace vedere - rimarcano Stella e Bollini - come ancora una volta la maggioranza in un consiglio comunale appaia lontana dai principi che ispirano la nostra costituzione e dal percorso di inclusione che molti Paesi europei hanno intrapreso.” “Ora alla Sindaca - concludono - spetta dare un segnale forte e democratico attivando iniziative sul territorio in occasione della Giornata Internazionale contro l’Omofobia. Crei con noi uno spazio verde in ricordo delle vittime di omotransfobia.”

E non finisce qui…

Nel tardo pomeriggio di oggi si è aggiunta la presa di posizione della CGIL di Vicenza e Bassano, con una nota a firma del segretario generale CGIL Vicenza Giampaolo Zanni e del responsabile CGIL Bassano Emerico Calgarotto.
Il sindacato chiede che “il consiglio comunale di Bassano revochi la mozione del consigliere Pietrosante”. Nel definire il ddl Zan “condivisibile e opportuno”, Zanni e Calgarotto ritengono la mozione consiliare “pericolosa e dannosa”.
“Chiedere attenzione, prevenzione e sanzioni su questi comportamenti discriminatori e violenti - prosegue la nota della CGIL - è cosa giusta e quanto mai attuale, perché vogliamo vivere in un Paese civile e perché non vogliamo scivolare in una sconcertante arretratezza culturale che offenderebbe tutti i cittadini, compresi quelli di Bassano, che credono nel valore della libertà individuale e del diritto alla autodeterminazione.”
“Questa - continua il testo - è democrazia e cultura del rispetto delle differenze; e noi chiediamo che si investi nelle scuole per affermare questa cultura e per evitare la diffusione di stereotipi e ignoranza.” “La rappresentazione sociale e delle famiglie fatto dall’OdG Pietrosante - incalza il comunicato - è arretrata, oscurantista, ignora le trasformazioni sociali e conduce inevitabilmente anche ad un declino culturale ed economico del territorio stesso, poiché è dimostrato che i territori più attrattivi e vivaci sono quelli che guardano, contemplano e accolgono le diversità.” “Invitiamo quindi il Comune di Bassano - concludono i due rappresentanti sindacali - a revocare immediatamente la mozione contro il ddl 2005 e a promuovere azioni di sensibilizzazione su queste materie.”

In serata si è aggiunta la reazione di condanna di Raffaele Consiglio, segretario generale provinciale di Cisl Vicenza. “Libertà di pensiero non significa diritto a discriminare - dichiara -. Siamo inorriditi dal fatto che organismi istituzionali confondano le due cose e sostengano così di fatto idee e azioni discriminatorie.” “Cisl Vicenza, rifacendosi ai propri valori fondativi - afferma Consiglio -, condanna fermamente qualsiasi atto discriminatorio e chiunque direttamente o indirettamente lo promuova: per questo motivo chiede che il consiglio comunale di Bassano torni immediatamente sui propri passi.”

Dunque la mozione Pietrosante-FdI ha sollevato un polverone incredibile, che sta offuscando tutto il resto degli argomenti amministrativi discussi in consiglio, rimpiccioliti da una questione che sta debordando oltre limite. Magari ha proprio ragione Disimpegno per Bassano: forse era meglio non occuparsene.

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