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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Il grande strappo

A Marostica il consiglio comunale sul debito della piscina: la presidente Angela Bernardi, del Gruppo Misto di maggioranza, rompe col sindaco, rimette la delega allo Sport e vota contro. Alla fine la delibera passa con due voti di scarto

Pubblicato il 07-12-2017
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Rinascimento in bianco e nero

Ci si mette di mezzo anche la melassa.
Alle 18.30, l'ora in cui viene convocato il consiglio comunale urgente e straordinario, il traffico a Marostica è in tilt, con la Polizia Locale che devia le auto sulle strade laterali. Alla rotatoria della Coop sulla Marosticana un trattore si è ribaltato, rovesciando sull'asfalto la appiccicosa sostanza che trasportava nel carico. Intanto nella sala multimediale dell'ex Opificio, adibita a sala consiliare, ci sono più persone tra il pubblico che tra i banchi del consiglio.
Mancano nuovamente i consiglieri di maggioranza del Gruppo Misto, che fa capo al vicesindaco Simone Mattesco e i consiglieri di minoranza restano fuori dalla porta.

Foto Alessandro Tich

Si fa l'appello, e i consiglieri presenti tra i banchi sono solo in 7.
Non c'è il numero legale per iniziare i lavori, il secondo e ultimo appello viene rinviato a un'ora più tardi e riappare lo spettro del consiglio comunale precedente, saltato perché disertato da metà della maggioranza e dall'uscita dall'aula delle opposizioni.
Anche perché l'argomento unico all'ordine del giorno è di quelli tosti: la ratifica della delibera con la quale la giunta comunale, convocata d'urgenza dal sindaco Marica Dalla Valle dopo il consiglio disertato, ha approvato una variazione urgente al bilancio comunale (che per legge doveva farsi entro il 30 novembre) per la cifra di 478.976,04 euro che entro il prossimo 14 dicembre il Comune deve pagare all'Istituto di Credito Sportivo, su intimazione del medesimo, a copertura dei debiti non onorati dalla Rari Nantes, società che gestisce la piscina comunale, a fronte del mutuo da 1 milione di euro contratto nel 2004. L'obbligo di intervenire in solido da parte dell'ente pubblico è previsto dalla “fidejussione solidale” che il Comune di Marostica, con delibera di consiglio comunale, aveva allora concesso alla società sportiva a garanzia del prestito.
Il non pagare la somma entro la scadenza imposta avrebbe conseguenze molto serie: il Credito Sportivo potrebbe procedere con decreto ingiuntivo con conseguente pignoramento della somma dal conto corrente del Comune in Banca d’Italia, commissariamento del Comune e possibile apertura di un fascicolo della Corte dei Conti per danno erariale. Se il consiglio non si fa e non si paga entro il 14 perché la delibera non è ratificata, sono (per usare un eufemismo) cavoli amari.
Ma due consiglieri sono annunciati in arrivo, costretti al ritardo proprio dal traffico congestionato per l'incidente. E siccome 7+2 fa 9, con la loro partecipazione ai lavori il numero legale verrebbe raggiunto. I due ritardatari giustificati compaiono in sala poco prima delle 19: si tratta della consigliera di maggioranza del gruppo Marostica Più Giulia Cunico e della consigliera di maggioranza del Gruppo Misto, e presidente del consiglio comunale, Angela Bernardi. Al loro arrivo, si siedono al loro posto anche le minoranze: i quattro consiglieri del gruppo Marostica con Scettro e Gedorem Andreatta del Movimento 5 Stelle. Le danze possono iniziare, con l'assenza solo dei tre rimanenti consiglieri del Gruppo Misto di maggioranza, vicesindaco Mattesco compreso.
E iniziano col botto.

La presidente Angela Bernardi, nell'aprire i lavori, esordisce infatti con una comunicazione personale.
“Abbiamo letto sulla stampa - afferma - che il sindaco ha definito grave la mia assenza, come consigliere delegato allo Sport, al consiglio comunale scorso. Non è mia abitudine parlare attraverso la stampa, come non era abitudine di questa Amministrazione. Ora la cosa è cambiata.” “È grave invece - continua - che il sindaco non si chieda il perché della mia assenza. Questa questione della Rari Nantes è stata interamente gestita da lei in prima persona e sono venuta a conoscere in maggioranza o in commissione ciò che era stato già deciso. Ho potuto solo assistere da spettatrice.”
“Lei ci chiede - sbotta Angela Bernardi rivolgendosi al sindaco - di prenderci le nostre responsabilità. Ma lei è pronta a prendersi le sue? Vista la mancanza di fiducia, restituisco al sindaco la delega allo Sport, riservandomi di proporre la sfiducia a questo consiglio.”
Bingo: il grande strappo in seno alla maggioranza è servito.
“Ne prendo atto.” - è la gelida replica del sindaco Dalla Valle. Che aggiunge: “Tutti noi siamo stati spettatori di una situazione che non è stata creata da noi, la variazione di bilancio è un atto dovuto conseguente ad atti sottoscritti nel 2004.” Più tardi il sindaco dichiarerà che in merito alla questione Rari Nantes la consigliera Bernardi “ha partecipato ai tavoli tecnici, quando ha voluto venire” e che la sua presa di posizione è una scelta “di cui dovrà rispondere in altre sedi”.
Di fronte alle due diverse campane, Andreatta del M5S pone la fatidica domanda: “Ma chi l'ha seguita 'sta vicenda?”. “Ho già espresso la mia posizione - ribadisce la presidente del consiglio -. Se poi il sindaco ha un'altra versione, è la sua.”
Dopo la relazione dell'assessore al Bilancio e Finanza Sergio Fantin, il dibattito in sala viene acceso dalle sole opposizioni, con una Maria Teresa Costa del Gruppo Scettro particolarmente ispirata. E il botta e risposta si concentra su due questioni in particolare.

La prima questione è l'atto di convenzione e la collegata fidejussione concessa alla Rari Nantes nel 2004, quando assessore comunale al Bilancio e al Patrimonio era Gianni Scettro, oggi capogruppo nei banchi di minoranza.
La notizia del giorno, dal punto di vista del percorso amministrativo della vicenda, è che la fidejussione non sarebbe comparsa tra le voci del bilancio comunale fino al 2014 ed è stata inserita a partire dal rendiconto 2015.
“Di questa fidejussione - conferma il sindaco - non c'era traccia negli archivi dell'ente.”
Gli uffici comunali ne sono venuti a conoscenza solo a seguito di una richiesta di delucidazioni della Corte dei Conti, nel 2014, sulla pratica della piscina chiedendo copia della convenzione e della fidejussione. Quella stessa Corte dei Conti che già nel 2004 si era occupata di una segnalazione, come ricorda il sindaco, ”per la pratica non portata avanti correttamente dall'ente che ha delegato alla società la gestione della piscina per affidamento diretto e non dopo un bando di gara.”
C'è poi il “mistero” del fascicolo inoltrato alla Corte dei Conti, che non si trova più e di cui l'Amministrazione comunale ha richiesto una copia alla giustizia amministrativa.
Gianni Scettro puntualizza che dal 2004 “la Corte dei Conti non ha rilevato nessuna responsabilità” e aggiunge che potrebbe invece rilevare delle osservazioni “su come è stata gestita adesso la vicenda da questa Amministrazione”.
“Nel 2004 - contrattacca la Dalla Valle - l'ente comunale si è fatto carico del rischio d'impresa della società, e doveva invece essere garantito.” Scettro ribatte che la convenzione era finalizzata “all'ampliamento della piscina comunale che altrimenti era destinata a morire” e giustifica il “supporto” comunale alla Rari Nantes: “La società poteva forse fare una controfidejussione di 1 milione di euro?”.

La seconda questione al centro del fuoco incrociato riguarda i tempi della vicenda e cioè - come da precisa domanda della consigliera Costa - quando l'Amministrazione comunale è venuta a conoscenza delle difficoltà debitorie della società sportiva.
C'è una data: 18 ottobre 2016. Riferita dall'assessore Fantin.
Il giorno in cui gli incaricati dell'Istituto di Credito Sportivo sono venuti a Marostica per parlare con la Rari Nantes e l'Amministrazione comunale, in un doppio incontro in piscina e in municipio. Esiste però una lettera di sei mesi prima, datata 5 aprile 2016, tirata fuori da Scettro, in cui il Credito Sportivo chiede informazioni al dirigente amministrativo comunale “sulle rate insolute del mutuo” della società natatoria.
Tuttavia non era ancora il campanello d'allarme: a quel momento - come spiega la responsabile amministrativa dott.ssa Emanuela Loro - la Rari Nantes aveva pagato le rate in parte, solo per il capitale. Ma dopo gli insoluti estivi del 2016, l'ente di credito per lo sport ha cominciato a stringere la morsa.
Nel febbraio 2017 l'Amministrazione comunale ha lanciato una proposta di efficientamento energetico della piscina (dopo una prima proposta già elaborata nel 2015) per ridurre i costi delle utenze della struttura e consentire alla società di gestione di utilizzare il risparmio ottenuto nel pagamento delle rate. Ma nonostante il Comune sia riuscito ad ottenere un mutuo di 150.000 euro a tasso zero dallo stesso Istituto di Credito Sportivo per effettuare il lavori (metà a carico dell'ente e metà a carico della società), il progetto non è stato accettato dalla Rari Nantes.
“Com'è possibile - osserva ancora Scettro - che una società che non riesce a pagare le rate del mutuo possa pagare metà di un altro mutuo da 150.000 euro?”.
“La somma l'avrebbe interamente anticipata il Comune - risponde l'assessore Fantin - e Rari Nantes, grazie ai risparmi energetici, avrebbe messo la sua quota nei due anni successivi. Non siamo così sprovveduti.”
Ma in generale le opposizioni contestano come una questione emersa ancora nell'autunno dello scorso anno sia dovuta arrivare, a seguito dell'intimazione del Credito Sportivo, “a una decisione così affrettata”.

I botti conclusivi dell'animato consiglio arrivano in sede di dichiarazione di voto.
“Non mi soffermo sulla questione tecnica dell'“atto dovuto”, ma sulla questione politica - afferma Gedorem Andreatta -. C'è un gruppo consiliare che non c'è, se non nella persona della presidente che sentiva il diritto di venire qui per replicare al sindaco. Ma la presidente è qui presente stasera nella maggioranza solo virtualmente.”
“Qui c'è un sindaco - prosegue l'esponente M5S - che non ha più una maggioranza. Io penso che un sindaco dotato di buon senso non potrebbe fare che accettare la realtà e assumersi le sue responsabilità, che si riassumono in una sola parola: dimissioni. Il sindaco si appella invece alla responsabilità degli altri, anche delle minoranze, per le quali non ha mai dimostrato nessun rispetto.”
È quindi il turno di Angela Bernardi 2, la vendetta.
“Esprimo la posizione del Gruppo Misto su quello che è un atto senza appello - dichiara -. Esprimo le perplessità del nostro gruppo su una decisione che avrà una ripercussione economico-finanziaria per il Comune ma anche una ripercussione sociale, con il concreto rischio che la piscina chiuda al pubblico.” “Il percorso di questa vicenda - aggiunge la “ancora” consigliera di maggioranza - è stato gestito in modo autonomo e senza condivisione dal sindaco, senza che i consiglieri di maggioranza venissero coinvolti e relegando me al ruolo di spettatrice.”
“Il nostro voto è contrario - annuncia la Bernardi - perché il percorso è stato fumoso, poco trasparente, che non consente ai cittadini di conoscere a fondo la questione.”
La fase di rottura tra il sindaco Dalla Valle e il Gruppo Misto scrive una nuova, inequivocabile puntata. Con il non secondario dettaglio, emerso in sede di dibattito dopo una domanda della scatenata Maria Teresa Costa, della convocazione d'urgenza fatta dal sindaco alla sua giunta dopo il consiglio comunale disertato per approvare la delibera da presentare al consiglio di stasera. Causa i tempi strettissimi, il sindaco ha informato e convocato gli assessori alla riunione di giunta direttamente “per vie brevi”.
“È stato informato per vie brevi anche il vicesindaco Mattesco?”, chiede la Costa.
La risposta è: “No”.
Alla fine si passa al voto. Favorevoli i consiglieri di Marostica Più, contrarie le opposizioni in blocco e la presidente del consiglio Bernardi. La ratifica della delibera viene approvata con due voti di scarto: 8 a 6. Poco dopo le 20.15, il consiglio monotematico viene concluso. Il risultato per l'Amministrazione è raggiunto.
Ma come alla rotatoria della Coop, nel frattempo liberata del trattore e ripulita della melassa, restano i segni dell'incidente.

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