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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Special report

Attualità

La frutta congelata

L'incredibile situazione del Mercato Ortofrutticolo di Bassano, a gestione comunale. Operatori di fatto abusivi, manutenzione assente, l'incognita Piano Mar. I problemi emersi nel primo incontro di “Un caffè con il Presidente” di Confcommercio

Pubblicato il 17-05-2017
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Brassaï. L’occhio di Parigi

La frutta e la verdura in vendita al Mercato Ortofrutticolo di Bassano del Grappa?
Fresca, ottima, di qualità. Ma dal punto di vista amministrativo e burocratico, e in senso lato anche politico, sono tutti prodotti congelati. Congelati nel senso di “sospesi” in un limbo di incertezza che ha davvero del paradossale. Soprattutto tenendo conto del fatto che si tratta di un'area a gestione comunale.
È il problema su cui punta le antenne il primo incontro di “Un caffè con il Presidente”: una nuova iniziativa itinerante voluta dal presidente della delegazione comunale di Bassano di Confcommercio Alberto Borriero, col pieno appoggio del suo vice presidente Romano Zanon. “È una sorta di confronto mediatico - spiega Borriero - per evidenziare le reali difficoltà, piccole e grandi, che rappresentano ostacoli per lo sviluppo del commercio e del turismo locale ed anche per il rilancio occupazionale.”

Il vice presidente della delegazione comunale di Bassano di Confcommercio Romano Zanon, il presidente della delegazione Alberto Borriero e il presidente dei grossisti Ortofrutta di Confcommercio Fabio Busatto (foto Alessandro Tich)

“Il nostro intento - aggiunge Zanon - è quello di spostarci e di spostare l'attenzione della città, troppo concentrata sui problemi del centro storico. Ci sono parti del territorio che non hanno visibilità e grossi problemi da evidenziare.”

E così, almeno una volta al mese, i vertici della delegazione comunale di Confcommercio Bassano si recheranno nelle aree critiche, nei quartieri e nelle periferie della città per condividere un caffè, per ascoltare e per raccogliere le istanze degli operatori commerciali affinché i medesimi - rispetto alle preminenti e comunque sempre attuali problematiche del centro cittadino - non siano considerati come figli di un Dio minore.
E la prima tappa del tour conoscitivo, non a caso, è finalizzata “ad illustrare la precaria situazione in cui versa il Mercato Ortofrutticolo, un tempo fiore all'occhiello per tutti gli operatori di settore ma da troppo tempo abbandonato a se stesso senza una chiara politica di rilancio e riqualificazione”.
È anche l'occasione per addentrarsi in uno dei tanti “mondi paralleli” della città, così vicini eppure così poco conosciuti dai non addetti ai lavori.
Il primo “caffè con il Presidente”, in realtà, non viene bevuto in una tazzina.
Il bar del Mercato, sempre di proprietà del Comune, è infatti chiuso e sprangato da tre mesi. L'ultimo gestore, come ci viene raccontato, aveva un grosso arretrato di affitti non pagati e alla fine è arrivato lo sfratto. E così, per un motivo o per l'altro, tutti e quattro i pubblici esercizi di proprietà del Comune di Bassano sono in questo momento chiusi e in attesa di riapertura: oltre a quello del Mercato Ortofrutticolo si tratta del bar di Monte Crocetta, del Caffè Italia e del bar di Parco Ragazzi del '99.
Per fortuna nell'area c'è anche un distributore automatico di bevande: coi bicchieri di plastica, ma va benissimo così. E ad offrire il caffè ci pensa Fabio Busatto.
Fragole, insalate, zucchine e meloni, per lui, non hanno segreti. Busatto è infatti il presidente della categoria dei grossisti Ortofrutta di Confcommercio Bassano.
È anche uno dei decani del Mercato dove opera, come ditta all'ingrosso di Ortofrutta, da più di trent'anni. Ma è anche il simbolo del grosso problema che “congela” in un brodo di insicurezza la sua attività e quella delle altre sette ditte di ingrosso Ortofrutta (erano in totale undici fino a un anno fa) che operano attualmente nell'area.
Da anni, infatti, le concessioni comunali di affitto dei posteggi di vendita riservati alle ditte sono scadute e non sono state più rinnovate. Mantenendo intatto, ma senza carte che lo comprovano, lo “status quo” dei posteggi concessi.

“Non abbiamo nessun contratto in mano e quindi siamo di fatto abusivi - lamenta Busatto -. Ma il Comune ci manda la fattura ogni mese e noi paghiamo regolarmente l'affitto.”
Le conseguenze di questa situazione a dir poco kafkiana si vedono ad ogni investimento realizzato dalle ditte per sviluppare o migliorare la propria attività. Che ormai viene fatto solo se strettamente necessario. Busatto, ad esempio, ha dovuto rinnovare il proprio impianto frigorifero. Ma poiché non può provare di essere un affittuario di uno spazio del Mercato, non ha potuto accedere ai contributi del bando europeo per la riqualificazione energetica che prevede espressamente, nella documentazione richiesta, il contratto di affitto. Accollandosi così interamente il costo dell'investimento.
Ma c'è di più: ancora il presidente dei grossisti Ortofrutta ha partecipato a un bando di gara indetto dal Comune nell'ottobre 2016 per l'assegnazione di cinque posteggi di vendita rimasti liberi. La sua è stata l'unica domanda e si è aggiudicato due posteggi, ma ad oggi non ha ricevuto nessuna documentazione al riguardo. Quindi il Comune, nell'aprile di quest'anno, ha lanciato un nuovo bando per i tre posteggi rimanenti.
“In Comune mi hanno detto - riferisce il diretto interessato - che prima di rilasciare le concessioni, per non avere contestazioni, hanno lanciato il secondo bando. Se questo andrà deserto, come si prevede, allora rilasceranno le concessioni.”
Il motivo di tanto tira-e-molla degli uffici comunali? A quanto pare, la difficile interpretazione della direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi commerciali.
Ma ci sono anche altre questioni che saltano all'occhio.
“Il Comune ha sistemato il piazzale d'ingresso, ma non fa più investimenti in questa che è un'area di sua proprietà - osserva Borriero -. Manca la manutenzione straordinaria. L'erba non viene sfalciata e i pavimenti dei posteggi sono in pessimo stato. Sono stati realizzati cinquant'anni fa quando la merce veniva trasportata con altri mezzi. Oggi qui ci si muove coi muletti e le piastrelle non reggono al peso. La tettoia che vedete non è stata fatta dal Comune, ma a spese delle ditte di Ortofrutta.”
“La domanda - puntualizza il presidente dei commercianti bassanesi - è se l'Amministrazione ha interesse a sistemare quest'area. I Mercati Ortofrutticoli più vicini sono a Vicenza e a Padova, il commercio è comunque fiorente e tra dettaglianti ed altri qui viene servita un'area di 150mila abitanti. I numeri ci sono tutti.”

Quello di Bassano del Grappa, infatti, non è un Mercato Ortofrutticolo qualsiasi.
Per la sua posizione strategica serve infatti una clientela che arriva fino alla Valsugana trentina e all'Altopiano di Asiago. Ogni ditta che vi opera dà lavoro a 10-15 persone, per un totale di circa un centinaio di addetti. La vendita all'ingrosso segue un rigido regolamento - simile a quello della Borsa, per contenere le variazioni dei prezzi - con giorni e orari prestabiliti per le diverse fasce di clientela: dai commercianti di Ortofrutta al dettaglio fino ai privati cittadini.
Ma rimane ancora un grande problema in sospeso, che emerge come l'incognita delle incognite. Ed è la realizzazione del famoso PPE n.4, ai più noto come “Piano Mar”: il piano urbanistico nell'area “ex Torri di Portoghesi” che prevede, da parte dei privati, la realizzazione della famosa strada di collegamento tra largo Parolini e proprio il Mercato Ortofrutticolo. Anche questa una delle tante telenovele bassanesi in attesa di conoscere il proprio destino.
“Qua passerà la strada - spiega Borriero, sul lato est del Mercato -. E quando si farà la strada il Mercato dovrà essere spostato da un'altra parte. Se il Piano Mar si farà, bisognerebbe già sapere dove ricollocare tutte le attività. Esiste già un'area dove è previsto di accogliere i camion, installare le tettoie, fare gli allacciamenti elettrici per le celle frigorifere? È un'opera che ha bisogno di molto tempo e di pianificazione, ma la pianificazione è deficitaria.”
Una questione che diventa molto più complicata pochi metri più in là.
Borriero, Zanon, Busatto e il direttore di Confcommercio Bassano Riccardo Celleghin ci mostrano infatti un ampio piazzale, sul lato nord del Mercato, che confina - separato da un muro - con l'attuale ex Centro Tori.
“Questo piazzale - ci spiegano - faceva parte del vecchio Centro Tori. Poi la struttura è diventata di proprietà della CIA, Confederazione Italiana Agricoltori, ed è stata oggetto di un accordo col Comune nel 2014, con la passata Amministrazione. L'ex Centro Tori veniva trasformato in un'area commerciale e questo piazzale veniva ceduto al Mercato come area di manovra dei mezzi pesanti e come nuova zona per sistemare i press container.”
“Tra le altre cose - ci viene ancora rivelato - la CIA doveva occuparsi del rifacimento del manto stradale del piazzale e il Comune dei sottoservizi per gli impianti di illuminazione.” Ma al momento il piazzale è solo una spianata in attesa di tutti questi interventi, delimitata da fettucce e da transenne con la scritta “Comune di Bassano del Grappa”.
E il progetto ben poco si sposa col passaggio della strada del Piano Mar.
“Siamo arrivati al paradosso - sbotta Borriero -. Piano Mar sì o Piano Mar no? Non riusciamo a capire la direzione.”

Così è se vi pare, ma è proprio così. Ciliegina sulla torta, la grande stazione radiobase per la telefonia mobile installata all'interno dell'area del Mercato, e quindi pure di proprietà del Comune: uno svettante “palone” pieno di antenne da cui l'ente pubblico riceve i relativi canoni di affitto dei gestori telefonici.
“Gli introiti della stazione di telefonia dovevano essere reinvestiti sul Mercato - dice ancora Busatto -, ma fino ad oggi non abbiamo visto neanche un soldo.”
Ce n'è quanto basta per scrivere tutte le cose scritte fino adesso.
Me ne vado dal Mercato Ortofrutticolo di Bassano col bloc notes zeppo di appunti e con una constatazione: il primo “caffè con il Presidente” della Confcommercio comunale di Bassano ha prodotto fin troppa caffeina. Mai mi sarei immaginato che all'interno di quest'area si concentrasse un così sorprendente guazzabuglio di problemi irrisolti.
Anzi, una macedonia.

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