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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Sul Ponte di lancio
Parte l'operazione-restauro del Ponte di Bassano. Con una convenzione tra il Comune di Bassano e l'Università di Padova per una diagnosi definitiva del monumento. La gara del progetto a marzo 2015. E sul restauro del '90...
Pubblicato il 22-07-2014
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Sarà l'Università di Padova a stabilire i destini del Ponte di Bassano, ovvero ad analizzare e definire dal punto di vista tecnico-ingegneristico i dati oggettivi non ancora noti delle condizioni di staticità del monumento e le modalità del progetto di restauro definitivo che per la nuova Amministrazione comunale rappresenta l'intervento pubblico prioritario del proprio mandato quinquennale.
L'annuncio viene dato nel corso di una affollata conferenza stampa - con l'intervento del sindaco e di tre assessori - nella sede della sezione ANA Montegrappa sul Ponte, col consigliere sezionale ed ex sindaco di Bassano Lucio Gambaretto e il presidente nazionale ANA Sebastiano Favero a fare gli onori di casa.
“Abbiamo ricevuto in eredità dall'Amministrazione precedente il progetto di ristrutturazione del Ponte - spiega il sindaco Poletto -, ma i livelli di acqua del fiume superiori alla norma di questa stagione consigliano di posticipare l'intervento. Approfittiamo quindi di questo periodo per svolgere ulteriori analisi come punto di partenza dell'opera di restauro che andrà fatta. Sarà l'occasione di una grande condivisione e confronto con la città, da oggi a fine lavori.

Una foto inedita: i lavori per la collocazione della massicciata con materiali inerti durante il restauro del Ponte del 1990 (fonte immagine: Comune di Bassano)
Il restauro del Ponte sarà condotto sulla base di tre strategie: la scelta di affidarci a una convenzione con l'Università di Padova, un punto informativo costante per la cittadinanza su tutte le fasi dell'intervento e una presentazione del progetto in italiano e in inglese da portare in giro per l'Europa e per il mondo. Il Ponte di Bassano è un monumento a livello mondiale e non mi vergogno a dire che andremo a battere cassa nei confronti di chiunque.”
La prima fase della road map dell'intervento sull'illustre monumento - come specifica il vicesindaco e assessore alla Cura urbana Roberto Campagnolo - sarà dunque quella della diagnosi, grazie alla partnership con il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale dell'Università di Padova diretto dal prof. Claudio Modena, professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni con un curriculum di chiara fama in campo accademico, scientifico e istituzionale.
La convenzione col Dipartimento del prof. Modena, prescelto dal Comune rispetto ad analoghe strutture delle Università di Venezia e di Trento, sarà siglata nei prossimi giorni: “Il Dipartimento ICEA dell'Università di Padova - afferma Campagnolo - ha le competenze trasversali di cui il Ponte ha bisogno.”
La task force degli esperti universitari avrà il compito di effettuare la diagnosi sugli elementi che i recenti sondaggi del 2013 sul manufatto palladiano non hanno portato alla luce, con ulteriori rilievi in grado di verificare la staticità delle strutture, l'incidenza strutturale dei materiali e la qualità del legno sotto e fuori acqua. L'accordo tra Comune e Università permetterà inoltre l'istituzione di borse di studio e ricerca per gli allievi dei corsi di dottorato e di post dottorato del Dipartimento padovano, tutte finalizzate all'approfondimento degli aspetti ingegneristici della sistemazione del Ponte di Bassano.
“Quella del prof. Modena - ribadisce l'assessore alla Pianificazione urbana sostenibile Linda Munari - è stata una scelta ponderata, una garanzia totale che va a coprire le due esigenze basilari dell'intervento sul Ponte: l'emergenza strutturale e il livello di attenzione a quello che andiamo a toccare. Il professor Modena è riconosciuto per la sua sensibilità al costruito storico di valore.”
Ma cos'è che del Ponte Vecchio ancora non si sa e merita di essere attentamente diagnosticato prima di dare il via al progetto di restauro?
Uno degli aspetti da affidare agli 007 dell'ateneo patavino, come spiega con alcune slides il vicesindaco Campagnolo, è l'“appesantimento della struttura” risalente all'intervento di restauro sul Ponte di oltre una ventina di anni fa.
“Negli anni '90 c'è stato l'ultimo intervento strutturale importante - puntualizza l'assessore -, con la sostituzione delle travi delle fondamenta e del piano di passaggio con nuove travi in cemento.” Ma il vero punto interrogativo, illustrato in conferenza stampa con delle foto inedite, riguarda la nuova massicciata realizzata sotto il piano di passaggio: “E' stato messo uno strato di 70-80 cm di materiale inerte, con appesantimento della struttura. Si tratta di un intervento non giustificato, a livello documentativo non ci sono cioè dati tecnici di riscontro del perché sia stato fatto.”
C'è poi il campanello di allarme dei dati rilevati dai monitoraggi effettuati nel 2013 con le tecnologie laser, che in due punti del Ponte - corrispondenti alla seconda campata sul lato est, dove il cedimento è a visibile a occhio nudo - hanno registrato un calo strutturale di 5,22 cm nel giro di soli tre mesi. In più, vengono proiettate pubblicamente per la prima volta le immagini delle fondamenta del monumento riprese dalle videocamere dei subacquei che documentano lo stato effettivo delle strutture portanti sotto il livello del fiume: un ulteriore contributo messo a disposizione dell'Università a supporto dell'analisi che sarà svolta nelle prossime settimane.
“Ho compiuto un primo sopralluogo sul Ponte qualche giorno fa”, rivela il prof. Modena che aggiunge: “Esiste un obbligo di legge che impone agli enti pubblici la messa in sicurezza dei beni storici. Il tema del rapporto tra sicurezza della struttura e conservazione fa inoltre scuola a livello Ministero dei Beni Culturali. Stiamo iniziando un rapporto, per noi si tratta di un intervento di grande importanza.”
Parallelamente ai sondaggi tecnici e ingegneristici preliminari e al progetto effettivo di restauro, sarà costituito un gruppo di lavoro “tra Comune, ANA Montegrappa e Comitati civici” per promuovere congiuntamente il fundraising - attività già iniziata con numerose iniziative di privati e associazioni negli ultimi mesi, ma alla quale il Comune ora partecipa in veste istituzionale - e “dare garanzia di gestione” dei fondi raccolti alla causa del restauro.
Per questo motivo sarà fondamentale “l'informazione costante dei cittadini e la trasparenza”, strategia affidata all'assessore all'Innovazione Giovanni Cunico.
Sarà pertanto allestito un Infopoint pubblico su tutte le fasi del progetto di restauro, oltre a un punto informativo online dedicato al medesimo. E' allo studio anche un sistema per informare i numerosissimi turisti di passaggio sul Ponte del progetto di restauro e del perché viene effettuato, con possibilità di destinare 1 euro alla causa del monumento con un semplice sms: ma di questo si riparlerà nel prossimo futuro.
C'è intanto da pensare a cosa fare e come farlo. Il cronoprogramma dell'Amministrazione comunale fissa in marzo 2015 il termine per la definizione del progetto di restauro definitivo, per poter andare in gara.
I costi dell'intervento dipenderanno dai problemi che emergeranno dalla diagnosi dell'Università di Padova: saranno comunque superiori al milione di euro attualmente a disposizione del bilancio comunale per il Ponte (500mila euro già vincolati, 300mila euro da vincoli su oneri entranti e 200mila euro circa da donazioni) ma l'entità della spesa sarà ancora più alta, come anticipa il prof. Modena, se per caso il restauro dovesse prevedere un intervento anche in alveo, e cioè sotto acqua.
Nel costo generale, la convenzione con Unipd inciderà minimamente: l'accordo col Dipartimento ICEA deve essere ancora firmato, ma l'ipotesi di spesa per il Comune si aggira sui 40mila euro. “Sono costi molto inferiori - precisa il vicesindaco - rispetto a quelli di uno studio professionale esterno.”
Soddisfatti gli alpini: Lucio Gambaretto conferma l'intenzione della sezione ANA “di stringere una collaborazione anche con questa Amministrazione per tentare di fare qualcosa per comunità”. Un “qualcosa” che è rappresentato in tutto e per tutto dal salvataggio del Ponte, intervento che il presidente nazionale ANA Favero inserisce nel più ampio contesto del Centenario della Grande Guerra, rivolto soprattutto “ai giovani, perché sappiano quello che è successo in queste terre venete in quegli anni e trasmettano la forza dei valori di pace, che non è una garanzia per sempre, ma è qualcosa a cui far tendere tutti, e in particolare le giovani generazioni.”
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